12 dicembre 2017

La logistica, le nuove frontiere della contraffazione e la genetica comportamentale

Eravamo abituati a vedere il DNA la prova principe per incastrare gli assassini: da Bossetti al serial killer Donato Bilancia.
Ma oggi si usa il DNA in modo opposto: in tema di impunità non ci batte nessuno.
Questo è il tema dell'anteprima della puntata di Report, poi la logistica e la contraffazione che si nasconde dietro un click.


Siamo responsabili delle nostre azioni: secondo la genetica comportamentale i nostri comportamenti si possono prevedere dall'analisi del dna.
Sappiamo che alcuni ritardi mentali dipendono dal dna: anche i comportamenti aggressivi?
Il gene dell'aggressività si chiama “mao A”: persone con questa alterazione del gene è predisposta a comportamenti che portano ad omicidio, non una semplice lite.
Stefania Albertani è stata protagonista di uno dei casi più efferati di cronaca nera: ha ucciso la sorella, ha tentato di uccidere i genitori.
Era una persona coerente, all'apparenza ma era affetta da una malattia mentale: ma viene poi sottoposta ad alcuni esami, poi il test del DNA.
Il test stabilì che parte del suo cervello era compromesso: in certe condizioni questo poteva portare all'aggressività.
Il Tribunale di Como ha ridotto la pena di un terzo.

Stessa storia per un assassino a Trieste: per la prima volta il test del DNA portò ad una riduzione della pena e ora la genetica bussa sempre di più alle porte dei processi.
L'ex avvocato di Albertani ammette che userà il test del DNA su altri processi: il rischio è di portare a processi lunghi, l'impunità per chi si potrà permettere questo test, per qualcosa che ancora non ha solide basi genetiche.
L'assassino è il DNA?
Allora colpevoli si nasce e potremmo fare lo screening a tutti gli italiani e rinchiudere quelli “tarati” nel DNA.
Lo psichiatria De Rosa spiega che è come i fattori di rischio cardiovascolari: posso avere un infarto a 25 anni come non averlo mai.
In Israele è nata un'azienda (Faception) che stabilisce se uno è un criminale dall'analisi del solo sguardo: siamo tornati ai tempi di Lombroso, anziché andare avanti stiamo tornando indietro con la scienza.
Analizzano il viso, i tratti, il dna e grazie ai big data, il prezzemmolino di tutte le discussioni, è sappiamo se tu sei un terrorista o meno.
È un business da miliardi di dollari ma è anche una mostruosità, che rischia di portare a discriminazione razziali.

La logistica: il pacco e la società del futuro di A. Nerazzini

Il servizio di Nerazzini è cominciato da Amazon: una visita nel magazzino dove lavorano in tanti, con le parole d'ordine di velocità e ordine.
Nel posto di lavoro che è il top dell'informatica si lavora ancora a mano: sono le persone che prelevano gli articoli dagli scaffali, rispettando i tempi prestabiliti.
Qui nel giorno del Black friday c'è stato il primo sciopero: i dipendenti della logistica protestavano contro i ritmi, le paghe, lo sfruttamento.
Dietro un pacco c'è un giro d'affari di mille miliardi di euro in Europa, 120 nella sola Italia.
E ora che arriva a Natale il traffico aumenterà: spariranno i negozi piccoli per favorire le multinazionali come Amazon e del trasporto.
Amazon, Alibaba, TNT …
Cosa c'è dietro un click?
Sulle spalle di chi risparmiamo quando compriamo a poco un prodotto su uno store online?
Sugli stipendi delle cooperative che nascono e muoiono per pagare sempre meno tasse, sempre meno stipendi, un mondo dove regnano evasione e ricatti.

Nerazzini, dopo Amazon, è andato a vedere come si lavora in una azienda in Brianza: oltre ai dipendenti regolari ce ne sono altri, che lavorano a chiamata anche se non potrebbero e che rischiano l'arresto per i controlli delle forze dell'ordine.
Aziende da 200 dipendenti che ne assumono solo una dozzina: Marta Fana spiega come queste aziende usano il meccanismo delle cooperative come strumento per somministrare manodopera al massimo ribasso.
Le cooperative hanno trasformato la loro funzione, i sindacati sono rimasti incastrati nel gioco dal PD e ora capiscono che forse è troppo tardi.

Il consumatore e l'azienda non si preoccupano di cosa sta dietro un click e la consegna immediata di un pacco.
Come succede a DHL, che non ha dipendenti in Italia, caso unico, e si appoggia a subfornitori.
Fornitori che sono stati costretti, per tenersi l'appalto, a licenziare lavoratori, allontanare personale non gradito, fare la guerra al sindacato.
I dirigenti della multinazionale DHL scrivevano mail in chiaro ai capi del consorzio Salerno Trasporti: non sembra più nemmeno un appalto ma una gestione diretta della DHL che però qui non ha dipendenti.

Alla Salerno Trasporti avevano preso prima i complimenti dal manager della DHL, ma poi hanno ricevuto un fax per la cessione del rapporto, e così alla fine hanno perso molte migliaia di euro.

Giovannini è stato presidente di Cotra, che in esclusiva lavorava per DHL: dopo 26 anni di rapporto, ha perso il lavoro con la multinazionale, mollato anche lui, perdendoci pure molti soldi.
DHL ha fatto un'offerta che ha vinto una nuova società che si è presa i dipendenti di Giovannini.
Le aziende che si ribellano alla DHL sono distrutte – racconta un altro testimone, Claudio Saragozza, della filiale di Treviso.
È stato tagliato fuori dopo che si è rifiutato di pagare una tangente – così racconta a Nerazzini.
Anche lui fatto fuori in favore di un altro fornitore che si è preso la filiale.

Alberto Nobili, presidente DHL Italia respinge le accuse: solo opinioni di ex fornitori (anche se parliamo di mail, con tutto nero su bianco).
Perché DHL non assume? Così si evita che i dipendenti finiscano nelle mani di fornitori incompetenti.

Altro caso nel mondo della logistica la SDA, marchio comprato da Poste Italiane: è oggi l'unico player in perdita nella logistica in Italia, colpa anche dello sciopero di settembre.
Sciopero a Carpiano, zona sud di Milano: tutto è nato da un cambio di appalto, pubblico o privato il gioco è lo stesso, da un consorzio all'altro.
Poi ci pensa il jobs act a livellare verso il basso le condizioni di lavoro.
Verso chi protestava sono volate bastonate e coltellate, nella battaglia di Carpiano.
Una battaglia tra i Cobas e i trasportatori di Salerno Trasporti.

Il consorzio Metra sta prendendo una buona parte degli appalti di Poste, partendo quasi dal nulla: 3000 lavoratori, che ora mirano a prendersi il magazzino di Carpiano.
Dove una volta lavorava il consorzio CPL, il cui presidente aveva lavorato con l'ex presidente Pivetti: l'ex pasionaria ha stretto buoni rapporti con la Cina.

Il sistema dei trasporti è opaco e dentro ci trovi anche vecchie conoscenze: come la figlia di Vittorio Mangano che aveva messo le mani su appalti per la Lidl, per il Tribunale.
Nell'ortomercato di Milano lavorava la cooperativa di Morabito, ndranghetista, dove si trafficava anche in droga.

La TNT fa parte del gruppo Fedex: TNT a Milano stava per entrare nell'orbita della ndrangheta – lo ha raccontato il giudice di Milano Gennari.
Grazie alla ndrangheta l'efficienza delle consegna era schizzata: la presenza della mafia era gradita al tessuto imprenditoriale.
I vertici di TNT conoscevano il passato criminale di Paolo Martino, vicino al boss Di Stefano: solo dopo l'inchiesta hanno deciso di collaborare con la giustizia.
TNT si era trovata così bene con la ndrangheta a Milano che avevano chiesto una mano anche a Napoli: il boss pluricondannato faceva affari con politici e manager, è il mondo alla rovescia.

Invece che distribuire gli utili, le cooperative li fanno sparire con le cartiere che producono fatture finte. Cooperative che si passano i dipendenti che entrano con dei diritti acquisiti ed escono con meno diritti.
Col jobs act si è eliminato il reato di somministrazione fraudolenta di lavoro, chi dovrebbe controllare è il ministeri del lavoro che sembra che si muova solo in prossimità di alcune trasmissioni televisive.

In questo mondo lavorano maghi delle cooperative come il signor Tulli, che hanno fatto sparire 1,7 miliardi allo Stato, con le sue cooperative nella logistica.
Vanta amicizie importanti, da Previti a Taiani.
Tulli ha sulle spalle 5 crack, ma è ancora pronto a giocare una nuova partita, assieme ad Amazon.

Ancora oggi, racconta a Nerazzini, ci sono cooperative che non pagano l'Iva, evadono, usano le cooperative cartiere.
Tulli accusa il suo vice, lui non se ne era accorto dei soldi portati in Lussemburgo: l'organizzazione poteva usare una rete di fiduciarie per il suo lavoro, c'è il ruolo dei consorzi esterni.

Il viaggio prosegue nel modenese nel mondo delle cooperative spurie, nel mondo della carne.
Qui, chi ha protestato, per vedersi applicato un contratto giusto, è rimasto senza lavoro.
Altri invece, che sono stati zitti, sono entrati nello stabilimento, con tanto di caporale pregiudicato.
E alcuni di loro sono inseguiti dalla Finanza per evasione dellIrpef.
Contributi non versati, presidenti della cooperativa che hanno firmato tutto, come prestanome. Tunisini, albanesi, romeni.
Buste paga irregolari.
Sulla carne ci mangiano tutti: ma che cavolo di filiera abbiamo messo in piedi sulla carne?

Infine a Bologna, da Fico di Farinetti, inaugurato con politici e ministri, dentro.
Fuori le proteste degli studenti e dei Cobas.
Nessuno vuole parlare con Nerazzini, solo Boccia che, ammette la sua sconfitta con Renzi per la web tax.

Renzi ha chiamato come commissario della digitalizzazione un manager Amazon: l'evasione di Amazon è bene organizzata, sta dentro la sua struttura societaria: Amazon Italia logistica e poi c'è la società lussemburghese che è quella che fattura.

Il governo del Lussemburgo aveva fatto un accordo molto favorevole con Amazon: così gli utili sono liberi di uscire dall'Europa, per finire negli Stati Uniti. Nel Delaware, il vero offshore americano.
Ora Amazon dovrebbe restituire 250ml a Lussemburgo, ma questo paese non ha alcun interesse ad ottenere.
Così mentre aumenta il fatturato di Amazon, si distruggono posti di lavoro, si creano disparità in Europa, si tolgono tasse dal pubblico.
Obiettivo di Bezos è prendere il mercato, non arricchirsi – spiega il consulente Bellavia: con tutta quella liquidità si compra il mercato, per far fuori la concorrenza.
E alla fine potrà alzare i prezzi e nessuno potrà opporsi.

Lavoratori scannerizzati, posti di lavoro persi con una azienda che fattura 40% in più ogni anno, robot assunti al posto degli umani (non chiedono contributi), profitti che si spostano dai nostri paesi verso paesi offshore.
C'è chi chiama tutto questo innovazione.
Ma la politica che ha in mente Piacentini è questa?

C'è poi il rischio di comprarsi un pacco, quando si compra online, come ha raccontato Luca Chianca nel suo servizio.

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