Non ci sono solo gli agenti della scorta di Moro, tra le vittime dimenticate (o ricordate solo per cronaca): marzo è un mese funesto non solo per l'eccidio di via Fani, ma anche per l'omicidio del giudice Guido Galli e del giuslavorista Marco Biagi.
Entrambi lavoravano per lo Stato, cercando di dare il loro contributo per far funzionare meglio le cose.
Nel mondo della giustizia, dentro il Tribunale di Milano per Galli, che si era occupato di terrorismo rosso: fu assassinato il 19 marzo 1980 in università Statale da un commando di Prima Linea perché (lo hanno scritto nella rivendicazione) col suo lavoro rendeva credibile il lavoro della magistratura.
Marco Biagi stava lavorando per una riforma del mondo del lavoro che tenesse conto di due aspetti: la flessibilità richiesta dai nuovi modelli lavorativi e la tutela di chi lavora con queste tipologie di contratti.
Entrambi sapevano di essere nel mirino, Biagi se ne era pure lamentato col ministro competente, finendo per essere bollato come un epiteto indegno.
Ma sono rimasti a fare il loro lavoro.
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