20 marzo 2018

Ora forse lo abbiamo capito (Facebook e chi è il prodotto da vendere)

Nell'aprile 2011 Report con Stefania Rimini si era occupata di Facebook in un'inchiesta dal titolo eloquente "Il prodotto sei tu".
Tu che fornisci a Facebook i dati, le foto, le tue abitudini, le tue opinioni. Gratis.
Mi ricordo le polemiche, contro il servizio: sono passati sette anni, in cui da una parte abbiamo ignorato il problema consentendo a FB (e agli altri big di internet di fare ricavi senza nemmeno pagare le tasse). 
Ora, con lo scandalo di "Cambridge Analytica", nato grazie alle dichiarazioni di una "gola profonda", forse dovrebbe essere più chiaro.

Su chi sia il prodotto, quale sia il suo valore (che fa gola alle società che fanno campagne elettorali) e quanto poco sia il controllo e la vigilanza sui nostri dati.
Perché una cosa è certa: Facebook (e vedremo poi gli altri) non se la possono cavare col siluramento del capo della sicurezza.
Mentre si accorgevano dei post con le immagini della Venere del paleolitico o dei bambini colpiti dal Napalm, non si accorgevano di questo uso improprio dei dati.

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