5 anni fa la contrapposizione era tra gli smacchiatori del Giaguaro e il giaguaro stesso.
I primi che sentivano la vittoria già in tasca, erano già pronti a governare, ma non avevano tenuto di due cose:
- la rimonta del Caimano, erano state sufficienti una serie di comparsate in TV per recuperare qualche punto (alla faccia di chi dice che la TV non sposta voti)
- dell'insofferenza nel paese nei confronti di Monti, della sua agenda, dell'Europa, delle larghe intese e di chi in queste laghe intese era stato coinvolto (Bersani incluso)
Passati 5 anni, abbiamo assistito alla trasformazione di centro destra e sinistra: a furia di inseguire la ventata di destra, l'attuale centro sinistra è quasi indistinguibile dal vecchio centro casiniano, berlusconiano. Berlusconi deve tenere a bada Salvini che in questi anni ha campato di rendita su immigrati, sull'Europa, sull'insofferenza di quella fascia di paese che non si sente tutelato. Che si sente minacciato, da un pericolo che non esiste ma che si sente prossimo.
Il m5s si è trasformato in qualcosa che assomiglia sempre più ad un partito, sposando posizioni di destra e qualcosa di sinistra: ha un candidato (anche il centro destra, almeno sulla carta), un programma (che zoppica sulle coperture, come tutti) e già una lista di possibili ministri (una bella novità rispetto al passato).
Cosa dicono i sondaggi? Il fuorionda di Salvini fa intuire quanto siano forti i timori di un boom (che questa volta verrà udito anche da Napolitano) del m5s. Sempre che uno creda ai sondaggi.
Di certo in molti hanno lavorato per il movimento, compreso quelli che in questi mesi li hanno attaccati in modo pretestuoso: per es il PD renziano che in questa campagna per la prima volta gioca in difesa.
In caso di sconfitta (se prenderà meno voti di Bersani) in quale tradotta valtellinese andrà a rifugiarsi Renzi?
Sceglierà la via dell'opposizione?
E il famoso inciucione con Berlusconi, sarà vero?
Non temete, questo inverno non finirà il 4 marzo.
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