E' stata una lunga notte per il
commissario Maigret: lunga e faticosa, per cercare di incastrare i
tre uomini della “banda del buco”, tre ladri che entravano
nelle case di persone anziane per rubare i loro averi.
Gli imbecilli, generalmente di natura testarda, sono sempre i più restii a confessare. Pensano che se non rispondono, o rispondono a casaccio, a costo di contraddirsi ogni cinque minuti, riusciranno a cavarsela. Si credono più furbi degli altri, e iniziano immancabilmente a fare gli spacconi.
Quando, ottenuta la
confessione dei tre truffatori, potrebbe andarsene a casa o in un
locale per riscaldarsi con una bella zuppa di cipolle, arriva una
chiamata dal commissariato di rue Grenelle:
«Jussieu è andato via» disse. «Avevi qualcosa in particolare da dirgli?»«Solo che è stato appena trovato il cadavere di una ragazza in place Vintimille».
L'istinto del
commissario è sempre lo stesso, anche dopo una lunga notte in
commissariato: non riesce non interessarsi a questo omicidio, forse
per curiosità, spirito di servizio o chissà che altro, visto che
proprio in quel commissariato aveva iniziato la sua carriera, non
come poliziotto ma come segretario
Maigret infilò il cappotto e prese il cappello.«Andiamo?»Scesero le scale uno dietro l'altro. La consuetudine voleva che andassero a Le Halles a mangiare la zuppa di cipolle, ma davanti alle utilitarie nere di servizio allineate nel cortile Maigret ebbe un attimo di esitazione.«Hanno appena trovato una ragazza morta in place di Vintimille» disse.Poi, come chi cerca un pretesto per non andare a dormire:«Se dessimo un'occhiata?»
Sul marciapiede si
trova di fronte il cadavere di una ragazza giovane, vestita con un
abito da sera azzurro, sebbene di qualità scadente. Niente borsetta
e niente documenti, manca anche una scarpa.
Unica traccia, un
indicazione di un negozio che affitta abiti ed accessori.
Forse una delle
tante prostitute che girano in quel quartiere, Montmartre, aggredita
e scippata da un borseggiatore notturno.
O forse no.
Ancora una volta
l'istinto del commissario, lo porta a non fidarsi delle apparenze:
come mai mancano un cappotto e una scarpa? E se è stata uccisa e poi
spostata qui, in piazza, come mai l'assassino ha scelto proprio
questo posto?
Maigret non voleva ammetterlo, ma quello che lo lasciava più perplesso era il volto della vittima. Per il momento, ne conosceva un solo profilo. Che fossero le contusioni a darle quell’espressione imbronciata? Sembrava una bambina, una bambina di cattivo umore. I capelli scuri, morbidissimi, buttati indietro, erano naturalmente ondulati. Sotto la pioggia, il trucco si era un po’ sciolto, e questo, anziché invecchiarla o imbruttirla, la rendeva ancora più giovane e attraente.
E poi c'è
l'ispettore Lagnon, l'ispettore “Lagnoso”: sarebbe
zona sua, quella, e l'intromissione di Maigret e della sua squadra di
polizia giudiziaria non l'avrebbe presa a piacere.
Era chiaro che Lognon lo avrebbe ancora accusato di averlo fatto apposta. Quello era il suo quartiere, il suo territorio.Un delitto era stato commesso proprio mentre lui era di turno, fornendogli forse l'occasione per mettersi in luce,come aspettava ormai da anni. Ed ecco che un casuale susseguirsi di eventi portava sul posto Maigret quasi contemporaneamente a lui!
Maigret porta
avanti l'inchiesta cercando di scoprire come prima cosa l'identità
della vittima. Arriva a pubblicare una foto della ragazza, ottenuta
camuffando il volto da morta, per cercare un aiuto da un amico, da un
parente, da qualcuno..
«E' bella vero?».Non era esattamente quello che cercava di dire, e la parola non corrisponde alla realtà. Senza dubbio la ragazza era bella, ma c'era in lei qualcosa di più, difficile da definire. Il fotografo era persino riuscito a ridare vita al suo sguardo, che sembrava porre un quesito irreversibile.
Ci sono delle
domande cui Maigret non riesce a trovare una risposta: nonostante
fosse una bella e giovane ragazza, pare che nessuno la conoscesse.
Eppure, a meno che
non fosse rimasta sempre chiusa in casa, qualcuno doveva averla
incontrata per strada, in un negozio, in un locale. Doveva avere
degli amici, dei parenti, almeno dei genitori.
E poi, perché
aveva indossato un abito da sera per uscire quella sera? Era invitata
ad un ricevimento? Ad una serata speciale? Oppure, come gli racconta
la signora Maigret, per un matrimonio ..
Muovendo le sue
pedine, qualche informazione inizia ad arrivare, dagli altri uffici
di polizia giudiziaria. Così l'inchiesta fa qualche passo in avanti,
pur procedendo su due binari paralleli, come fosse una sfida
personale: da una parte Maigret e la squadra di ispettori, Lucas,
Janvier, Torrente e il giovane LaPointe. Dall'altra il povero Lagnon,
il lagnoso, che non dispone di tutte la rete di informazioni della
polizia giudiziaria, ed è costretto, per la sua cocciutaggine, a
girare per le strade di Parigi a piedi, sotto l'acqua di quell'inizio
primavera.
Fra tutti gli ispettori non ce n'era probabilmente un altro capace di sgobbare a quel modo, senza dimenticare un dettaglio, senza lasciare niente al caso, e tuttavia il povero Lognon non avrebbe mai visto realizzarsi il sogno che coltivava da vent'anni: entrare al Quai de Orfévres.Questo dipendeva in parte dal suo brutto carattere. Ma dipendeva anche dal fatto che non possedeva l'istruzione di base indispensabile per riuscire a superare gli esami.
La ragazza si
chiamava Louise, veniva da fuori da Parigi e aveva vissuto per
qualche tempo assieme ad una sua amica in affitto, amica che aveva
conosciuto in treno.
Due caratteri
diametralmente opposti: l'amica determinata e che sapeva quello che
voleva, essendo riuscita a sposare un uomo ricco, commerciante in
Vermouth.
Louise invece era
scappata da una famiglia che non si era presa cura di lei, con pochi
soldi in tasca: aveva trovato qualche lavoro che però non riusca a
tenere. Da sola girava per la città, almeno così raccontano le
poche persone che l'avevano vista negli ultimi tempi
Louise, che non aveva mai saputo organizzare la sua vita, e che, per aggrapparsi a qualcosa, aveva trovato solo una ragazza incontrata sul treno, camminava in fretta, tutta sola sotto la pioggia sottile, quasi impaziente di andare incontro al suo destino.
Ora che sapeva chi
fosse la giovane morta, Maigret poteva anche iniziare a domandarsi
chi fosse il suo assassino.
Una ricerca che
diventa quasi una sfida con Lognon (sfida che il commissario si sogna
sotto forma di partita a scacchi): ma nonostante la buona volontà
del lagnoso e cocciuto Lognos, verrà vinta da Maigret.
In questo romanzo
c'è tutto il Maigret che conosciamo: un poliziotto che gira per le
vie di Parigi, interrogando le portinaie, i tassisti, gli avventori
dei bistrot e dei locali notturni.
Che ascolta tutte
le persone, andando a cogliere tutte le sfumature dalle loro parole.
E che si perde
nelle sue riflessioni personali sulla ragazza (chi fosse, dove
passasse le giornate, da dove venisse), sia al lavoro che a casa, a
fianco di una signora Maigret abituata a vederlo così taciturno e
perso nei pensieri.
Maigret riesce a
scoprire chi sia l'assassino perché alla fine aveva conosciuto la
ragazza: non quando era viva, ma dopo, dopo morta.
Aveva imparato ad
intuirne i pensieri, cosa avrebbe detto o fatto in un determinata
situazione.
Tutto ciò, la
sottile analisi psicologica delle persone, non lo insegnano ai corsi
di polizia ed è anche per questo motivo per cui lui era commissario
capo, mentre uno come Lognon, che tecnicamente non aveva sbagliato
nulla nella sua indagine e che si era dato anche molto da fare,
sarebbe rimasto ispettore.
.. a nessun corso di polizia insegna a mettersi nei panni di una ragazza cresciuta a Nizza e allevata da una madre mezza matta.Per anni Louise si era ostinata a cercare la sua strada, senza trovala. Smarrita in un mondo per lei incomprensibile, si era aggrappata alla prima persona che aveva incontrato e che, alla fine, l'aveva abbandonata.
La scheda sul sito di Adelphi
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