Danilo Procacciati nel servizio di
Presa diretta ha raccontato
tutto quello che c'è da sapere sull'omeopatia: c'è una
battaglia feroce tra la scienza e i medici omeopatici che sostengono
la loro efficacia.
Per esempio, all'università di
Bologna, la ricercatrice, Lucietta Betti, che usa l'omeopatia
per curare le piante: curate con prodotto omeopatico guariscono
meglio dalle infezioni.
“Non è il mio compito capire il
perché, come biologa vi mostro gli effetti”, dice la
ricercatrice: dunque almeno per le piante l'omeopatia avrebbe
effetto, senza effetto placebo.
Ma funziona davvero questo tipo di
cura? Presa diretta ha controllato cosa c'è dentro i granuli, ha
intervistato i teorici di questa terapia, ha verificato tanti casi,
per cercare di dare una risposta.
Milioni di italiani si ammalano ogni
anno per l'influenza: alcuni usano il vaccino per non ammalarsi, che
è consigliato per i malati cronici.
Altri italiani si curano solo con cure
omeopatiche che, in alcune farmacie sono spacciate come un normale
vaccino.
Ma è un vaccino non scientifico la cui
efficacia non è dimostrata e la circolare del ministero della Salute
indica di usare il vaccino tradizionale, non quello omeopatico, per
gli anziani.
IL vaccino omeopatico si chiama
Oscillococcillum: niente bugiardino, niente indicazioni per
l'uso, ma cosa contengono questi granuli?
IL giornalista ha fatto fare un'analisi
all'università di Tor Vergata: non ci sono molecole bioattive, ma
zuccheri. Dal punto di vista di composti con un'attività biologica
non c'è nulla – dice l'analisi.
Il professor Nisticò spiega
meglio: “farmacologicamente non succede nulla nel corpo, non è
efficace”.
Negli Stati Uniti i consumatori
hanno fatto una class action contro la Boiron che è stata
costretta a cambiare etichetta di questo prodotto.
E gli altri prodotti in granuli?
L'Arnica, la Pulatilla, l'Arsenico,
l'Eufrasia ..
8 ml di italiani si curano con questi
prodotti, per un giro d'affari di 300 ml di euro, con migliaia di
medici che prescrivono queste cure.
Come è nata l'omeopatia e quali
sono i principi?
L'omeopatia viene fondata da un medico
tedesco nell'800: la sua teoria partiva dal principio per cui la
malattia poteva essere curata da medicine che provocano gli stessi
sintomi.
Ma era un contesto diverso, anche da
parte dell'approccio dei medici: erano i tempi dei salassi e delle
purghe e l'omeopatia si presentava come una cura dolce.
Le cose cambiano nel novecento: oggi
sono ventimila i medici che usano il principio per cui il simile cura
il simile, il principio di similitudine.
E poi c'è il principio della
diluizione infinitesimale: il professor Bressanini ha
raccontato di come in questi medicinali ci sia una parte
infinitesimale del principio in acqua o in zucchero.
Nelle confezioni dove c'è scritto
arsenico, dentro non c'è veramente arsenico perché è molto
diluito.
C'è anche il principio di
dinamizzazione, oltre alla diluizione: si attivano i principi
scuotendo i recipienti e le provette.
Immaginate voi quanto principio attivo
c'è con diluizioni a 30 o perfino a 300..
I risultati dei test dell'università
di Tor Vergata dicono che dentro i granuli c'è acqua e zucchero e
nessuna molecola attiva.
Ma per i teorici dell'omeopatia questo
non vuol dire nulla, sostengono infatti che l'acqua contiene una
memoria delle sostanze che attraversa: esiste una sorta di memoria
dell'acqua, che è la prova dei rimedi delle cure omeopatiche.
Era di un ricercatore francese questa
teoria, che è stata pubblicata sulla rivista Nature: fu creata una
commissione per capire la veridicità di questa teoria.
Ma la rivista Nature dovette smentire
gli studi di Benvenist, che si scoprì poi era pure finanziato
da una società che vende questi medicinali.
Anni dopo è il ricercatore Montagnier
a parlare di memoria dell'acqua, durante gli studi sull'HIV: ma anche
questi studi non sono stati accettati dalla comunità pubblica.
Il professor Vittorio Elia è un
ricercatore in pensione: è uno dei pochi che ancora crede alla
teoria della memoria dell'acqua al mondo.
La medicina omeopatica è acqua fresca,
è vero: la sua ipotesi è che l'acqua a contatto con altre sostanze
cambia la sua natura fisica, l'acqua è sensibile a quello che tocca.
Questo dicono gli esperimenti, ma non
esiste una teoria che spiega questo comportamento.
Anche perché non esistono al mondo
altri ricercatori che vogliano ripetere questi esperimenti di
Vittorio Elia, per verificarla.
Presa diretta è andata allora al
CNR: non esiste acqua pura in natura, perché è molto reattiva.
Anche perché l'acqua, mentre la si
scuote in provetta (dinamizzazione), raccoglie le impurità
dell'aria, come l'azoto.
Comunque il fisico Aliotta ha
lanciato il guanto della sfida al chimico Elia: speriamo che accetti
la sfida, per fare luce su questa teoria una volta per sempre.
Antonella Ronchi è presidente
dei medici omeopatici: l'omeopatia è una medicina personalizzata, ad
ogni persona si da un prodotto diverso.
Perché funzionano quei granulini
allora?
Ogni medicinale ha una sua
peculiarità – spiega la dottoressa Ronchi: nemmeno la
medicina tradizionale vede i pazienti, è una tecnica che usa la
scienza.
Non può essere valutata in modo
scientifico, perché ogni paziente fa storia a sé.
Ma che prove
esistono in letteratura sull'efficacia dell'omeopatia?
Guna – è un'azienda che
produce questi medicinali, è anche autrice del libro più famoso
sull'efficacia dell'omeopatia: la scienza si è interrogata a lungo
sull'omeopatia, sono state fatte tante ricerche; l'ultima su input
del governo australiano, nel 2015 che ha valutato migliaia di
pubblicazioni nel mondo.
Le conclusioni sono che non esistono
prove dell'efficacia di questa cura: non fanno effetto sul
raffreddore, per esempio, semplicemente acqua pura.
“Chi utilizza l'omeopatia spreca
il suo tempo” conclude il ricercatore.
Danilo Procaccianti è andato ad
intervistare il professor Garattini all'istituto Negri: si paga
lo zucchero a caro prezzo, dice il professore, l'unico effetto è
quello placebo, per l'aspettativa di essersi curato con qualcosa di
alternativo.
Molti di coloro che credono
nell'omeopatia sono dei fedeli: se usassero il vino anziché
arsenico o altro, per diluirlo, vorrei vedere chi lo compra –
dice Garattini.
La gente non ha idea di cosa sono i
farmaci: dentro devono starci dei principi attivi, è irrazionale
assumere qualcosa che non ha efficacia.
Tutti gli studi con prodotti omeopatici
hanno stabilito che non ci sono differenze se si usa un placebo al
posto di questi prodotti.
Il professor Ricciardi (dell'ISS)
era ospite in studio: ha criticato le affermazioni della
dottoressa Ronchi, quando parlava dell'impossibilità di valutare
scientificamente l'omeopatia.
Non è scienza e nemmeno coscienza: è
un alibi per sottrarsi al controllo della scienza.
Ma l'omeopatia sta prendendo piede,
anche negli ospedali pubblici: a Pisa, in un consultorio
pubblico, dove si prepara al parto, si propone l'omeopatia alle neo
mamme che non possono assumere, nei mesi prima della gravidanza,
molti medicinali.
“Se ci si crede, funzionano
meglio” dicono le mamme, che pure hanno usato queste cure pure
senza effetto.
C'è una struttura pubblica che usa
queste cure, che non hanno alle spalle delle prove scientifiche: la
regione Toscana usa soldi pubblici per l'omeopatia, senza dire alle
donne che queste cure non hanno evidenze.
Non un approccio trasparente insomma:
come si fa a capire però se queste cure funzionano o se è solo
placebo?
A Lucca, Danilo Procaccianti ha
incontrato la dottoressa Panozzo: da cure omeopatiche,
convinta che in certe situazioni serva qualcosa che vada oltre la
chimica, per curare problemi delle donne, se la causa è psicologica.
Le medicine non convenzionali sono
usate in molti ambulatori, pagate con un ticket, grazie ad una legge:
come è possibile che soldi pubblici siano usati per cure che non
hanno evidenze scientifiche?
I casi di Lucca e Pisa non sono
isolati.
A Pitignano c'è un ospedale
dove i medici sono affiancati con gli omeopati, sia nei reparti che
negli ambulatori.
I pazienti testimoniano degli effetti
positivi di queste cure: sono persone anziane, che hanno provato
anche altre cure. Vera efficacia o altro?
Il professor Ricciardi, guardando
queste immagini, criticava il comportamento della regione Toscana:
non abbiamo soldi per curare tutti, per esempio per dare a tutti i
malati il farmaco dell'epatite C.
Poi i soldi sono usati per l'omeopatia.
Negli Stati Uniti, sui medicinali come
questi, c'è la scritta: è un preparato che non si basa su prove
scientifiche mentre in Italia questi medici, nelle ASL toscane non
spiegano che i farmaci che danno non hanno dietro alcuna base.
L'effetto placebo.
Il professor Benedetti,
dell'università di Torino ha spiegato al giornalista dell'effetto
Placebo: come è possibile che il dolore sparisca dopo aver
somministrato un bicchiere d'acqua?
Si studia il rituale del prendere una
medicina, negli esperimenti su questo effetto, che crea una
aspettativa e per cui il cervello crea delle morfine che alla fine
funzionano come un farmaco.
Le parole, la speranza, la fiducia nel
medico curano come un medicinale: tolgono l'ansia al paziente per
esempio, che senza ansia sente meno il dolore.
Dietro l'omeopatia c'è l'effetto
placebo: non ci sono evidenze scientifiche che dicono che dietro
queste cure non ci sia altro che effetto placebo. L'uomo ha bisogno
di credere, ha bisogno di avere fiducia nel medico. E i medici
omeopatici ascoltano il paziente, si crea un rapporto particolare
rispetto ai medici convenzionali.
Maggiore è l'empatia tra medico e
paziente maggiore è l'attivazione di queste sostanze, come
l'endorfina, simili alla cannabis, che curano il malato.
Che male c'è allora, nell'omeopatia,
se fa stare bene?
É un discorso etico, dice il dottor
Benedetti: si deve dire che una certa cura funziona solo perché è
una credenza, non perché esistono studi scientifici.
Abbiamo bisogno di credere, però:
anche dopo questa puntata ci saranno quelli che continueranno ad
usarle e quelli che invece si cureranno con la medicina tradizionale.
Ma quanto c'è di scientifico nella
medicina tradizionale?
Spendiamo 29 miliardi in medicinali,
ogni anno: sono 12mila i farmaci autorizzati dall'agenzia del
farmaco, molti dei quali obsoleti.
Secondo il dottor Garattini, circa la
metà sono proprio inutili: anche nella farmacologia tradizionale,
come pensiero magico non si scherza.
Molti dei medicinali che prendiamo in
farmacia non sono proprio efficaci, poi c'è un problema di abuso.
Dovremmo curare a casa i pazienti
anziani, ascoltarli e rassicurarli, anziché prescrivere loro dei
medicinali inutili: si tratta di usare in modo efficace i soldi
pubblici per la spesa sanitaria.
Poi c'è il discorso degli
psicofarmaci, per la tipologia di vita che viviamo.
Gli antibiotici di cui ne facciamo
abuso, un settore dove le aziende non investono da anni: ci sono
migliaia di persone che muoiono ogni anni perché non esistono
antibiotici efficaci.
Esiste la magia anche nei farmaci
tradizionali.
C'è un problema nella valutazione dei
farmaci, nel modo in cui si sperimentano (confrontandoli con il
placebo e non con farmaci che funzionano), perché siamo in
condizione di risorse scarse e dobbiamo usarle meglio – il pensiero
del professor Ricciardi.
Come funziona l'industria
dell'omeopatia.
Se i farmaci
omeopatici sono farmaci come gli altri, perché non dovrebbero essere
rimborsati come gli altri?
Questo spiega
l'interesse dietro questo settore, da parte delle aziende, che sono
come le altre: il processo produttivo e gli standard sono identici
alle altre aziende di farmaci.
Ma i prodotti
finali sono uguali ai farmaci tradizionali?
La procedura di
verifica del farmaco, stabilita dall'AIFA, è molto più
semplificata: non si tratta di farmaci, ma di prodotti.
AIFA valuta gli
standard dell'efficacia del farmaco – ha spiegato il dottor
Melazzini: verificano cioè la non tossicità dei 3000 e passa
prodotti omeopatici.
Si sono spesi 2ml
di euro per verificare se prodotti con acqua e zucchero non fossero
nocivi per la salute: mi sembra uno spreco di soldi pubblici.
Abbiamo fatto
tanta informazione sui vaccini, come mai non è stato fatto
altrettanto con l'omeopatia, che pure è parzialmente a carico
del cittadino?
In Francia le
visite in studi omeopatici sono parzialmente rimborsate, come pure i
farmaci omepatici: la Francia è la patria dell'omeopatia.
Dagli stabilimenti
di Lione, a Boiron, escono i granuli venduti in tutto il
mondo.
Fatturano milioni
di euro, vendendo acqua e zucchero: per vendere 614 ml di prodotti
omeopatici spendono 140 ml di euro in marketing e 4 ml di euro in
ricerca, affidata a 14 ricercatori.
Insomma Boiron
investe in pubblicità molto di più che in ricerca.
E la politica,
Macron, ha preferito non mettere in discussione l'omeopatia e la sua
rimborsabilità, per non inimicarsi il suo elettorato.
“Noi scienziato
abbiamo l'obbligo di dire la verità” è il commento del dottor
Ricciardi, anche alle parole del deputato Villanì, appena eletto
all'assemblea francese.
Gli scienziati
devono informare e i politici devono decidere, per un discorso di
stima e di fiducia tra politica e scienza.
Per evitare di
arrivare alle storie come quelle raccontare dalla dottoressa Grams,
ex omeopata, che raccontava dei colleghi che curavano il tumore con
l'omeopatia.
E non solo in
Germania, ma anche in Italia, a Treviso.
Dove una donna è
morta, per un tumore non curato, anzi, mal curato con cure
alternative.
Non sempre l'effetto placebo
funziona.
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