17 aprile 2018

Di solfiti, autostrade e latte in polvere – le inchieste di Report

I signori delle autostrade, hanno un fatturato da 7 miliardi l'anno e ogni anno ottengono aumenti; cosa si trova dentro il latte in polvere e infine i solfiti.

Cosa sono, dove si trovano e quanti ne possiamo ingerire in sicurezza?
Sono conservanti messi nei cibi per evitare la proliferazione di muffe, la dose sarebbe 0,7mg per kg corporeo, dice l'OMS, ma non c'è obbligo di indicarli nelle etichette, dunque?
I solfiti sono indicati con sigle come E221 sulle etichette: se presi in eccesso possono causare un mal di testa fino ad una intossicazione.
Sono presenti per esempio nei vini, anche se ci sono viticoltori che non lo usano: all'università di Pisa hanno studiato un metodo di produzione senza solfiti, cominciando proprio dal bianco.
Anche la frutta essiccata si tratta coi solfiti: alla Noberasco stanno lavorando per prodotti senza conservanti.

Vino, frutta secca e poi il pesce surgelato, i gamberetti, i wurstel, verdure sott'olio: sono questi i principali prodotti che contengono questi conservanti.
Nei crostacei si concentrano sulla superficie, dunque si deve stare attenti quando li si cucinano nelle zuppe e nei sughi.
Anche nelle carne si trovano tracce di solfiti, sebbene non dovrebbero esserci tracce, per legge.

A maggio saranno introdotte sanzioni per chi non pubblica sulle etichette gli allergeni: questo perché sono ancora sconosciuti gli effetti sul nostro organismo.
EFSA da delle indicazioni per delle fasce di età: i più giovani sarebbero quelli più a rischio.


Negli ospedali italiani spesso, di fronte ad un problema, si ricorre al latte artificiale, nelle cartelle di dimissione delle mamme si infilano le indicazioni del latte artificiale da prendere, con la marca.
Dal 2009 tutti i ministri si sono dimenticati di inserire le sanzioni per chi pubblicizza il latte in polvere negli ospedali: perfino la Lorenzin, che punta sulla cultura dell'allattamento al seno e non sulle multe..

Il latte artificiale è una risorsa irrinunciabile, ma può contenere anche sostanze che non dovrebbero essere presenti, come l'olio di palma.
Per non parlare dei convegni per pediatri sponsorizzati dai marchi del latte in polvere.

Luca Chianca ha attraversato l'Italia per raccontare lo stato delle nostre autostrade: cominciando dalla A22, quella del Brennero, in mano agli amministratori locali.
Il presidente Olivieri è del PD, il direttore generale è legato al partito dell'autonomia: tutti i dirigenti sembrano legati ai partiti.
I partiti la usano come cassaforte per i territori, per attirare i voti: quando la concessione nel 2014 è arrivata a scadenza, l'autostrada ha incassato 1 miliardo.
È costata 243 miliardi, in debito: i costruttori si sono rifatti in abbondanza coi pedaggi.
I soldi accantonati, 650 ml, dovevano essere usati per la ferrovia, invece sono stati usati per fare pressione sul governo per avere una estensione della concessione ricattando lo Stato.

La concessione è stata estesa per 30 anni, la società su quei fondi accantonati non ha pagato tasse: il baratto è stato ottenuto grazie ad un accordo tra amministrazioni locali e governo PD, in un giro che aveva dentro le elezioni del marzo.

Anche la A4, gestita dall'ex sindaco Tosi, è in mano a politici che provengono dalle amministrazioni del Veneto.
Quando sono arrivati in rosso coi conti, i comuni hanno dovuto ricapitalizzare di tasca loro.
Il giornalista ha raccontato la storia dei dipendenti della Serenissima costruzioni, licenziati (con due sentenze favorevoli a loro): Tosi non ha accettato all'inizio di rispondere alle domande, per poi sbottare “lei è un bugiardo”.
Tosi fino al 2015 non ha visto sprechi e altre spese strane (come quelle a società albanesi), finché non è arrivata Abertis che ha venduto Serenissima costruzioni per 1 euro.

La procura sta indagando i manager per bancarotta, mentre Tosi (che era presidente della Brescia Padova) non è indagato.

La Serenissima aveva in pancia lavori importanti, come la Pedemontana: l'ex presidente Galan aveva dichiarato lo stato di emergenza per completare i lavori e ora la patata bollente è passata in mano a Zaia.
Che deve fare i conti con un territorio che è una groviera: per completare la Pedemontana sono stati espropriati terreni di contadini, come i boschi del signor Piccolotto, le cui proprietà sono state divise in due dalla strada.

Il commissario della Pedemontana era Vernizzi che era anche assessore alle infrastrutture: dopo 7 anni è stato fatto solo il 30% dei lavori, senza lenire l'emergenza traffico dichiarata da Galan.

Non solo: la galleria di Castel Gomberto, che attraversa la valle dell'Agno, è crollata nel settembre scorso e la Procura ha messo sotto sequestro l'intera area.
Dopo un'estate con siccità, alle prime piogge è crollato tutto e il terreno della galleria si è come liquefatto.
Nessuno ha preveduto quello che poteva succedere perché la valutazioni di impatto ambientale erano insufficienti (a proposito dei politici che oggi propongono mano libera ai costruttori ..).
La Corte dei Conti ha presentato una dura relazione sull'opera, criticando proprio la mancata valutazione di impatto ambientale, sia per il progetto definitivo che in quello esecutivo.
Come è possibile?
L'Ex commissario di Pedemontana Vernizzi ha spiegato che l'istruttore della Corte dei Conti non ha letto l'ordinanza di nomine, i ragguagli del comitato tecnico, perché in questi atti ci sono (le valutazioni ..).
Ma la Corte dei conti è di diverso avviso.
Durante i lavori è pure spuntata fuori una discarica abusiva: il tecnico dell'ARPAV parla di rifiuti industriali, oli, batterie, rifiuti ospedalieri, i pilastri sono in mezzo all'immondizia..

Francesco Basso è un ex ispettore dell'ARPAV: ha mostrato i rifiuti industriali e degli ospedali, dopo la denuncia della consigliera Perenzoni, che aveva visto affiorare questi scarti emergere dai lavori della trivella.
Sotto l'autostrada c'è una montagna di rifiuti: quando piove poi gli scarti, anche quelli dei metalli, percolano nella falda e finiscono nell'acqua..

Marco Corsini è il nuovo commissario della Pedemontana: è convinto che l'opera finirà in tempo, ma il completamento dei lavori peserà sullo Stato per il 40% dell'opera (che doveva essere finanziata in project financing).
Il progetto non è sostenibile, dicono gli studi di Cassa depositi e prestiti, ma siccome i lavori sono cominciati, non si possono interrompere.
E allora la regione cambia i piani economici per rendere economica tutta l'operazione: è stato fatto un lavoro di previsione fatto da una piccola società di San Donà del Piave, per un lavoro certificato da un professore dell'università di Padova, amico di questa società …

In Area Engineering lavora la figlia di un dirigente regionale che per anni ha seguito i lavori di quest'opera: risultato? L'autostrada ha vinto una nuova concessione, la società dovrà rifarsi con le concessioni, ma i costi ricadranno sui contribuenti per i prossimi anni.
Tutto bello, ma solo se le stime sul traffico saranno verificate: l'opera che doveva costare 2 miliardi finirà per costarne 13,

I numeri uno delle autostrade: Gavio e Benetton

Su 25 concessioni, la metà sono in mano a Gavio e Benetton.
Luca Chianca ha voluto vedere come funzionano le autostrade di Gavio con la neve: quella Padana A21, ai tempi della neve e del gelo è stata chiusa.
LA rete del nordovest è in mano al gruppo Gavio, che ogni anno fa ricavi per 1 miliardi: nel 2017 è scaduta la concessione del tratto Torino Ivrea, ma prima che si faccia una gara, continuerà a guadagnare centinaia di milioni.

Sulla A33 c'è un ponte sospeso, sulle Langhe: doveva essere finito nel 2011; l'autostrada non è terminata ma si paga 1 euro al km per pedaggio, per una autostrada che non c'è.
Un costo o una tassa per i trasportatori: più tempo perso, più gasolio, per un valore di 100ml anno.

Costi che lievitano, anno dopo anno, il governo che concede proroghe, l'Europa che deve pronunciarsi.
Ai Gavio resistono i pipistrelli e il sindaco di Berceto: sta combattendo una battaglia contro il gruppo, è l'unico azionista pubblico di minoranza, con 12mila euro di azioni raccoglie un ottimo dividendo. Ma lo Stato vorrebbe costringerlo a venderle quelle azioni: una volta i lavori di gestione delle autostrade erano fatte da aziende locali, mentre oggi sono svolti da Itinera, altra società del gruppo.
Oggi i Gavio hanno un enorme potere che usano anche per ricattare lo stato, usando i suoi dipendenti contro le modifiche al codice degli appalti.
Così, nella legge di stabilità, un emendamento PD ha alzato la quota di lavori in house in mano ai concessionari, che così sono in grado di fare tutto da soli. Anche condizionare la politica.

Benetton significa Autostrade per l'Italia: ha preso questa società nel 1999, premier D'Alema.
Un progetto importante dei Benetton è la Gronda a Genova: il progetto prevede un viadotto sopra Genova e delle gallerie in colline che contengono smeriglio.
L'analisi costi benefici è stata fatta dalla stessa società, una analisi indipendente del politecnico fa sorgere dei dubbi sul farla così grande, spiega Ponti.
Anche loro hanno incassato una proroga di 4 anni per la concessione: si parla di 23 miliardi di ricavi in più, di fronte a spese per investimenti per 5 miliardi.

Le autostrade più care sono quelle di Aosta (A5): qui si incontrano guardrail bassi, asfalto che non tiene bene il ghiaccio. Per pagare 11 euro per pochi km, a seconda se si esce ad Aosta est o ovest.

Ad inizio anno i costi dei pedaggi sono aumentati del 50%: hanno pure rilanciato, chiedendo un aumento del 82%, facendo ricorso al TAR.

Perché è stato permesso a queste società private di diventare dei monopoli, in grado di condizionare la politica?

Carlo Toto è un ex capitano coraggioso, oggi a capo della società A24 e A25, Autostrade dei Parchi: Del Turco era ministro all'epoca della privatizzazione.
E' una strada senza strutture di servizio, quella che attraversa l'Abruzzo, fino a Roma: i sindaci hanno protestato contro l'aumento dei pedaggi e contro lo stato di abbandono dell'autostrada.

Ci sono intercettazioni (tra Ramadori, dirigente dell'autostrada A24 e Toto) dove si ventila un incontro tra papà Carlo Toto e l'Anas, per gestire i lavori delle complanari, in modo favorevole alla Toto.
Toto che guadagna con le concessioni e coi lavori.

L'ex presidente D'Alfonso si è rivolto alla Corte Costituzionale: una parte dei soldi che Toto versa allo Stato, dovrebbe tornare in Abruzzo, per abbassare i costi dei pedaggi.
MA sarebbe un favore per Toto, perché col rincaro dei pedaggi sono calati i pendolari..

Il grande business per le autostrade sono i lavori nuovi, non la manutenzione: a questi lavori punta la Toto Costruzioni, i viadotti danneggiati dal terremoto.
Lavori finanziati da Anas e dalle banche.
Toto e D'Alfonso sono amici, il primo ha pagato al secondo dei viaggi, quando questo era un politico. Era opportuno? Erano solo viaggi di pellegrinaggio, si difende il senatore D'Alfonso ..

Ma se le infrastrutture sono così indispensabili per il paese, per il rilancio dell'economia, perché non si nazionalizzano, a fine concessione?
Perché dovrebbero arricchirsi solo i privati?
Nessun dei concessionari, da Palanzona a Toto, fino a Delrio, ha accettato l'intervista.
Gli accordi tra Stato e questi imprenditori privati devono rimanere nascosti.

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