Lavoro, un lavoro che dia dignità a
tutti, anche agli ultimi, che non sia sfruttamento o ricatto.
E mafia, che vuol dire vivere liberi
dal peso di questo sfruttamento su lavoro, vita privata. Che vuol
dire ottenere come concessione del boss, del potente, ciò che è tuo
diritto.
La casa, le cure mediche, un posto di
lavoro.
Come si capisce, sono due temi che
intrecciano lavoro e contrasto alle mafie, non solo al sud, ma in
tutto il paese.
Sono due temi storici della sinistra:
di quella sinistra che sta dalla parte degli ultimi e non dai
signorotti locali, che si occupa di abbattere le disuguaglianze, gli
ostacoli che impediscono agli ultimi di migliorare le loro
condizioni.
Di lavoro e di mafia si era occupato in
tutta la sua vita di politico Pio La Torre: da siciliano, sapeva
comprendere il linguaggio della mafia e aveva intuito quale fosse la
strada per combatterla. Andare a colpirla nel suo patrimonio, con la
confisca dei beni.
Si deve a Pio La Torre la legge poi
approvata l'indomani dell'omicidio del prefetto Dalla Chiesa: il 416
bis, l'associazione di stampo mafioso, che prevedeva appunto che la
confisca dei beni ai boss.
Per mostrare ai cittadini la forza
dello Stato, capace di mettere a nudo il re.
Lavoro e contrasto alle mafie sono
stati i grandi assenti nella campagna elettorale passata e perfino in
queste settimane dove si è parlato di un programma per un governo di
cambiamento.
Argomento dimenticati anche nel
discorso alla nazione del segretario di fatto del Partito Democratico
che pure ha rivendicato le sue leggi, le sue riforme.
I contratti attivati, i posti di
lavoro. Come se il lavoro, cardine di questa Repubblica democratica,
fosse solo un numero da misurare.
All'argomentazione del sud
assistenzialista, che ha bisogno del reddito di cittadinanza, nessuno ha
ricordato al senatore Renzi che se il sud è in queste condizioni è
per colpa di una classe politica e dirigente che è quasi sempre la
stessa. Che si passa il potere di padre in figlio.
E le liste elettorali al sud, per tutti
i partiti, sono lì a dimostrarlo.
Dai De Luca ai Navarra, ai Cardinale ..
Dalla Chiesa, a chi
gli chiedeva perché la mafia avesse ucciso Pio La Torre, rispondeva
“per tutta una vita”.
Non solo mafia, ma
anche per le
sue lotte per un partito comunista libero dalle connivenze coi poteri
opachi dell'isola (che ai suoi tempi voleva dire ad esempio i
Salvo), per una amministrazione trasparente.
Non
solo mafia: Falcone, a proposito dei delitti politici, Mattarella,
Reina, La Torre, parlò di "omicidi in cui si realizza
una singolare convergenza di interessi mafiosi e di oscuri interessi
attinenti alla gestione della cosa pubblica, fatti che presuppongono
un retroterra di segreti e inquietanti collegamenti che vanno ben al
di là della mera contiguità e debbono essere individuati e colpiti
se si vuole davvero voltare pagina".
Ecco, non si è
voltato pagina allora, e nemmeno oggi.
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