21 aprile 2018

La trattativa Stato mafia: tutto questo è stato



Ogni volta che vede la faccia di Berlusconi in televisione, che pontifica su grillini, pauperisti, sulle sue doti di imprenditore liberale, dovete vedere dietro i volti di Dell'Utri e poi dei Bontade e degli Inzerillo, l'aristocrazia mafiosa che il braccio destro di Berlusconi ha portato in dote ad Arcore.
E poi i Riina e i Bagarella, con cui un pezzo dello Stato, non deviato ma ben inserito dentro le istituzioni,ha trattato per trovare nuovi accordi dopo la maxi sentenza del 1992.
La sentenza nata dal processo istruito dal pool di Chinnici, Caponnetto, Falcone, Borsellino che ha portato alla sbarra e condannato a lunghe pene detentive i boss mafiosi.

Per la prima volta un Tribunale condanna ex politici, i carabinieri del Ros, i boss mafiosi, non per la trattativa (che era già stata messa nero su bianco da una precedente sentenza di Firenze), ma perché queste persone hanno compiuto il reato di minaccia ad un corpo dello Stato.


Oggi torneranno in vita i giornalisti e gli intellettuali garantisti (ma solo coi potenti) che definiranno il magistrato Di Matteo politicizzato e la sentenza “grillina” e populista.
Ogni volta che una condanna lambisce e tocca i rapporti mafia-politica, toccando il vero punto di forza di Cosa Nostra, tocca ascoltare le stesse frasi, gli stessi discorsi, sempre gli stessi dai tempi di Falcone.
La politicizzazione dei magistrati, i teoremi contro quel partito o quel politico ..

Questa sentenza, solo di primo grado, che potrà essere anche capovolta nei gradi successivi, dice una cosa importante: in questa trattativa e in questa minaccia allo Stato fatta da un pezzo dello Stato, si tocca il Berlusconi politico, non solo l'imprenditore.
Il periodo 1992-1994, la fine della prima Repubblica, le stragi e le bombe, la Falange Armata, un armadio pieno di segreti che doveva essere chiuso senza che nessuno si facesse male (Gladio, le stragi degli anni '70), la fine della mafia corleonese per dare il posto ad una nuova era mafiosa, quella di Provenzano e della mafia che non spara più.


Tutto questo è Stato.

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