Siamo entrati nell'era dell'uomo
cyborg; la resilienza ovvero come costruire e progettare le cose
affinché sopravvivano ai terremoti e un servizio dedicato a chi
dorme male: questi i tre argomenti della puntata di questa sera
di Report.
Sonni d'oro – di Cecilia Bacci
Quando si russa si possono raggiungere
i 90 decibel: russa il 40% degli italiano e dieci milioni soffrono di
problemi come le apnee notturne.
Il cattivo sonno è causa anche di
infortuni sul lavoro e di incidenti sulle strade: si può migliorare
la qualità del dormire puntando sulla gestione dello stress e
sull'alimentazione.
A Londra hanno creato il “Napo bar”,
un posto dove schiacciare un pisolino durante la giornata: nel cuore
della city ci si può concedere 30 minuti di pisolino per abbassare
lo stress, evitare problemi al cuore e migliorare la produttività.
E chi ha un coniuge che russa come fa?
Si perdono in media 90 minuti di sonno a notte, se si dorme con uno
che russa: condiziona il modo di relazionarci, si litiga col
compagno, ci si sente stressate e depresse.
Il sonno è importante: spesso sono le
donne che accompagnano i mariti dall'otorino per risolvere il
problema.
Cerotti, naso dilatatori, spray,
mangiare leggero la sera .. Non sempre funzionano, se non si
individua la causa del russare.
Esistono materassi intelligenti che si
alzano, anche da un solo lato.
Ma il vero problema sono le apnee
notturne: persone che non si addormentano veramente e si alzano già
pronti.
In questi casi si può ricorrere ad una
mascherina che fa inalare area oppure ad un intervento chirurgico.
Essere umani – di Giorgio Mottola
L'evoluzione non è terminata col
l'homo sapiens: se il corpo è un limite oggi, ci sono studi che
stanno usando i risultati della biotecnologia, della robotica per
creare uomini evoluti, uomini cyborg con poteri eccezionali.
L'inchiesta di Giorgio Mottola da
fiducia e speranza, per il futuro, ma pone anche molti interrogativi:
se queste tecnologie per creare super uomini finissero nelle mani
sbagliate?
Se qualcuno fosse in grado di pilotare
il nostro cervello, i nostri pensieri?
I microchip che mettiamo addosso agli
animali, in Svezia vengono impiantati anche negli uomini: sono usati
per far interagire il chip con le app, per semplificare la vita (per
esempio per non dover andare in giro con l'abbonamento del treno).
Le ferrovie svedesi stanno
sperimentando ora i chip sottopelle dei loro passeggeri: sono 2200 le
persone che lo stanno usando.
In un centro di co-working di
Stoccolma della Bio-HAX, stanno lavorando su tutte le
funzionalità di questi chip, usati come badge, come tessere per le
macchinette.
Questi chip emettono segnali secondo il
protocollo NFC: possono essere usati per contenere dei dati, per
contenere password, al posto delle tessere per sconti.
Il tuo corpo diventa una parte
dell'internet delle cose.
Servono sufficienti test per capire
se fanno male – spiega Andreas uno dei ricercatori: si deve
stare attenti anche alla questione della privacy dei nostri dati.
E se google volesse i dati della
Bio-HAX? Al momento il rischio non c'è, ma domani?
Potrebbero diventare strumenti di
manipolazione e di controllo?
Amazon sta sperimentando dei chip per
aiutare i loro dipendenti a spostare la merce nei pancali.
Il chip è la prima trasformazione del
nostro corpo, per dargli nuove funzionalità, stravolgendo il disegno
fatto dalla natura.
Non possiamo farci trovare impreparati
a questi scenari: già oggi abbiamo scoperto tardi come i nostri dati
sui social possano essere usati in modo perverso, con l'inchiesta su
Cambridge Analytica.
L'uomo cyborg.
All'IIT stanno lavorando ad un progetto
per realizzare mani probiotiche: la mano percepisce le contrazioni
dei muscoli con dei sensori e agisce di conseguenza.
Mirko Moeni giù oggi usa protesi come
queste, come fossero oggetti comuni: la sua mano è stata realizzata
dall'istituto di biorobotica dell'Istituto Sant'Anna, dove lavorano
anche a protesi di altri arti, come le gambe.
Stanno lavorando anche ad esoscheletri,
strutture che si indossano che consentono a persone che non possono
camminare, di alzarsi e muoversi da sola.
E un giorno potrebbe anche aiutare la
persona a correre più in fretta o sollevare pesi agevolmente.
Al DARPA, la struttura di ricerca
dell'esercito americano, lavorano ad un esoscheletro per potenziare
la forza dei soldati.
Il super operaio è già una realtà in
aziende dove le persone devono lavorare coi robot: anziché rubarci
il lavoro, i robot, forse ci costringeranno a lavorare più a lungo.
FCA ha introdotto tre esoscheletri
nello stabilimento di Melfi: servono per rendere meno faticoso il
lavoro o per sostituirli? Non è differenza da poco.
La mano con sei dita: a Siena,
ispirandosi a Simone Martini, all'università hanno studiato e
realizzato la mano col sesto dito.
Serve per aiutare le persone che non
hanno piena funzionalità della mano oppure per aumentare le
possibilità di presa delle mani.
La nuova frontiera è però collegare i
computer al cervello: Lina ha un problema alla vista, sta usando
degli occhiali con una telecamera che trasmette le informazioni al
cervello.
Si chiama Brain computer interface
questa branca della scienza: collegando il cervello al computer si
riesce a capire i pensieri di una persona, tradurli in impulsi e
mandarli ad una macchina.
Ad ogni sequenza dei neuroni, nel
miliardo delle connessioni, corrisponde una azione che viene
registrata: con un caschetto si riesce a registrare solo l'attività
celebrale in superficie.
La registrazione migliore è quella
fatta coi chip impiantati: leggere i pensieri e le emozioni del
cervello è una cosa positiva se fatta per fini medici.
Ma se questi dati fossero usati per
fini di marketing?
A Bolzano c'è la Thimus: lavorano nel
settore della moda e dell'abbigliamento, per capire il confort dei
loro prodotti, leggendo i dati del cervello presi tramite il
caschetto.
L'auto che si guida da sola la stanno
realizzando quelli della Nissan: l'auto legge i tuoi pensieri e
capisce se hai caldo o freddo.
In Facebook stanno lavorando ad un
sistema in grado di scrivere più in fretta rispetto a quanto
facciamo con le mani, perché in grado di leggere il pensiero.
Altri progetti sono in corso presso la
Tesla: le conseguenze di questa tecnologia, gli elettrodi, il
caschetto, non sono ancora note.
Centinaia di ricercatori stanno
lavorando per capire come modificare le emozioni e i pensieri nel
cervello: accendere o spegnere un neurone, per generare una
sensazione virtuale, in assenza di un oggetto reale.
Sta nascendo una nuova specie umana?
Dobbiamo preoccuparci di tutti questi scenari dai confini poco
chiari? Le multinazionali che stanno investendo nella Brain computer
interface hanno budget superiori a quelli degli stati, hanno in mano
i nostri dati, ci hanno profilati, hanno in mano i dati genetici.
Serve una regolamentazione da parte dei
governi, per governare questi cambiamenti.
Il professor Warwick è il primo uomo
cyborg: ha inserito 100 elettrodi nel braccio che trasmettono i
segnali del sistema nervoso a distanza, per manovrare una mano
bionica a migliaia di km di distanza.
Superare la prigione del nostro corpo
si può, andare oltre i limiti della natura: questo l'obiettivo dei
ricercatori nella cibernetica.
Neil Harbisson è un signore
inglese che ha una antenna integrata col proprio corpo: è un cyborg
perché non è più umano al 100%, ha aggiunto ai suoi occhi questa
antenna che gli fa vedere i colori come suoni di note, che arrivano
al cervello.
Può ricevere immagini da tutto il
mondo perché nel cranio ha un chip connesso a internet: è un
intervento che non si può fare legalmente oggi, perché ritenuto
poco sicuro.
Si tratta di un nuovo senso – spiega
Neil: si tratta di realtà aumentata, per percepire sensazioni che
persone normali non hanno, come le vibrazioni per i terremoti, le
variazioni della pressione per i cambiamenti del meteo...
Il Transumanesimo è una
distopia, prevede la possibilità di trasferire la mente umana dentro
un chip, che non ha bisogno più di un substrato come il corpo.
In Italia sono un movimento che
raccoglie qualche migliaio di persone, con contatti con tutti i
partiti politici.
Sebbene uno dei suoi membri, Stefano
Vaj, ha fatto scritti di stampo razzista: “noi vogliamo traghettare
l'uomo verso il superuomo”.
È la deriva che inquieta: la storia di
Cambridge analytica fa riflettere, se nessuno mette un freno,
potranno usare queste tecnologie per creare delle persone con
potenzialità superiori e dall'altra parte, persone “normali”.
Perderemmo l'uguaglianza, perderemmo
anche il senso di umanità proprio degli uomini.
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