02 dicembre 2019

Le inchieste di Report: la Solvay, la digitalizzazione nello Stato e le leggi sul monopattino


L'inquinamento della Solvay (l'azienda che produce il bicarbonato) e delle altre aziende del chimico, a che punto siamo con la digitalizzazione della pubblica amministrazione e, un ulteriore approfondimento sull'industria casearia e sul latte importato dall'estero.

Nell'anteprima si parla di monopattini, i mezzi a due ruote con motore che sfrecciano sulle strade e a volte sui marciapiedi.

La scheda del servizio: MONOPATTI-NO? di Chiara De Luca

Anziché una legge unitaria, che valesse per tutto il territorio, il governo Conte (1) ha deciso di attivare la sperimentazione del monopattino elettrico solo sui comuni che hanno scelto di partecipare.
Così a Torino il capo dei vigili li ha equiparato ai motocicli e sono state fatte delle multe fino a 6000 euro, più del valore del mezzo.
Il ministero dei Trasporti ha recentemente approvato un decreto che avvia la sperimentazione per i nuovi mezzi della micromobilità, primo fra tutti il monopattino elettrico. La disciplina riguarda però solo i comuni che decidono di partecipare, mentre altrove questi mezzi sono illegali. Non sarebbe meglio una legge unica per tutti?

L'inquinamento delle aziende chimiche

Come mai le spiagge di Rosignano sono così bianche, come le spiagge caraibiche?
L'inchiesta di Adele Grossi racconterà dell'inquinamento da parte delle industrie chimiche delle acque di fiumi e mari, cominciando proprio dalla Solvay, che ha uno stabilimento in Toscana.


Le spiagge di Rosignano sono bianche proprio per gli scarichi della Solvay, la multinazionale belga, per i residui del carbonato di calcio.
Ma fanno male alla salute (oltre che a colorare di bianco un intero litorale)?
Nell'arco di 50 anni, in questo tratto di spiaggia sarebbero state riversate 400 tonnellate di mercurio: davanti allo scarico della Solvay sono state raccolte delle cozze, nella loro carne sono stati trovati eccessi di arsenico, nichel e cromo.
Su questi sfondi sono stati girati film, spot, clip, per la particolarità della sabbia: proprio per questo attirano sempre più visitatori. Tutto meraviglioso anche per il Ministero della Salute che valuta queste acque “eccellenti”.
Andando un po' ad approfondire questa valutazione, si scopre che l'analisi del ministero è a livello batteriologico, per verificare se, ad esempio, è presente il batterio dell'escherichia coli.
E i metalli, segnalati da Arpa in ogni rapporto annuale?
Nell'acqua di Rosignano si trova un livello di mercurio superiore alla concentrazione massima ammissibile.
Una contraddizione, se si pensa che queste spiagge sono state trasformate in una attrattiva turistica: alla domanda della giornalista, “ma è sicuro fare il bagno in quelle acque”, i responsabili locali non hanno voluto rispondere.

Stessa domanda al ministro dell'ambiente Costa: “il ministero dell'ambiente non può dire non frequentate quella spiaggia”. E nel mentre che si dirime la questione tra ministeri e regione, le persone continueranno a fare il bagno.

A Spinetta Alessandria, in Piemonte, vicino alla città da 7000 abitanti, sorge l'area industriale ex Montedison ora Solvay: gli impianti scaricano 3000 metri cubi l'ora di residui chimici nell'acqua del Bormida, che poi entra nel Tanaro e nel Po.
In quelle acque sono presenti anche i PFAS, sostanze chimiche che in Veneto hanno inquinato falde e terreni: nonostante la situazione sia ormai nota da decenni, l'Italia non ha ancora emanato una normativa sullo scarico industriale nelle acque.
La ditta, la Solvay, è sia controllore che controllato, racconta alla giornalista un medico. E chi controlla il controllore-controllato?
Le aziende chimiche scaricano ogni anno in mare tonnellate di residui industriali, metalli pesanti potenzialmente pericolosi, spesso con l'autorizzazione in deroga del governo.

Cos'altro siamo stati costretti a digerire oltre al bicarbonato?

La scheda del servizio: ALLA FACCIA DEL BICARBONATO DI SODIO di Adele Grossi in collaborazione di Norma Ferrara
Nel solo 2017, l'industria chimica in Italia ha scaricato in mare 4,18 tonnellate di arsenico; 5,96 tonnellate di cromo; 13 tonnellate di benzene e innumerevoli altri inquinanti, spesso autorizzati in deroga dal governo. Chi doveva controllare in questi anni che le sostanze immesse nell'ambiente non fossero nocive per i cittadini e i lavoratori? Report è andata a vedere cosa c’è dietro le spiagge caraibiche di Rosignano Solvay, qual è il prezzo che paghiamo per produrre il famoso bicarbonato di sodio ripercorrendo la storia della multinazionale belga. La Solvay ha diversi stabilimenti in Italia. In Piemonte è stata condannata in appello per disastro ambientale. In questa regione sussiste anche un pesante inquinamento da Pfas, immessi nell'ambiente da Solvay. Mentre lo Stato italiano da anni discute sui limiti allo scarico di questi inquinanti, non più in produzione, l’azienda li ha già sostituiti con un'altra sostanza che da 7 anni è immessa nell'ambiente. È pericolosa? Chi la controlla?

Stato analogico o digitale?

Spendiamo ogni anno 6 miliardi di euro per digitalizzare la pubblica amministrazione, ma per accedere ai servizi solo il 40% dei cittadini usa la rete (nel resto dell'Europa la percentuale è più alta). Come sono stati spesi i soldi per la modernizzazione del paese?
Giuliano Marrucci è andato a vedere come stanno le cose: se con clic paghiamo bollette, assicurazioni, facciamo operazioni in banca, il discorso cambia quando si parla del pubblico.
Vuoi pagare la mensa scolastica online? Impossibile, si deve per forza andare alle poste a pagare il bollettino.
Fatta la coda, Giuliano ha provato a caricare sul sito della scuola il buon esito del pagamento: hai in account Google? Bene. Ma Giuliano non ha un account Gmail (e nemmeno intende farlo per pagare la mensa)
Allora si deve compilare un modulo e portarlo in segreteria, perdendo altre ore.

Altra tassa, la Tari: si può pagare solo tramite modello F24,altra fila in posta.
Vuoi rinnovare la patente? Il portale dell'automobilista non è un esempio di sito chiaro e facile. Tocca chiamare il call center anche questa volta per capire come pagare il bollettino online.
Niente da fare, va pagato di persona.
E poi ci sono le foto formato tessera e infine, dopo una settimana, la visita dal medico.
Le foto formato tessera sono state fotografate dall'addetto, per poi essere caricate sul sistema (“altrimenti il sistema non le riconosce”), i bollettini vanno pagati online perché mancano alcune informazioni..
Nemmeno la visita si può pagare in modo elettronico con bancomat o carta di credito.

Ma non è così dappertutto: Ripalta Cremasca è il comune più digitale d'Italia: la mensa si paga su un portale del comune, stesso discorso per la Tari.
Il comune di Ripalta fa parte di un consorzio di 20 comuni che da ormai 20 anni si sono creati una società informatica in house (Consorzio.it diCristian Lusardi) per fornire servizi digitali a queste piccole amministrazioni.
Il servizio del trasporto scolastico, l'utilizzo e il pagamento dei centri estivi, fino alla tassa rifiuti.
Questa a breve potrebbe diventare l'interfaccia standard con cui i cittadini si interfacciano con la pubblica amministrazione: un'App, che si chiama Io e che è sviluppata dal team digitale della presidenza del Consiglio: i cittadini di Ripalta sono quelli selezionati per sperimentarla in Italia.
Ripalta è stato anche il primo comune in Italia a migrare sul cloud: anni fa si erano spesi 100 mila euro per il datacenter, che aveva anche spese annuali.
Oggi con 25 mila euro per tutto, con una struttura professionale.
E nel resto d'Italia? Tocca fare le code ..
La scheda del servizio: STATO ANALOGICO di Giuliano Marrucci collaborazione di Giulia Sabella e Silvia Scognamiglio

Nel 2018 l’80% dei cittadini di Inghilterra, Spagna e Olanda che hanno avuto a che fare con la pubblica amministrazione, lo hanno fatto utilizzando esclusivamente servizi digitali. In Italia siamo sotto il 40%. Il fanalino di coda d’Europa, insieme alla Grecia. Eppure le risorse non mancherebbero. Basterebbe ad esempio fare come i britannici, che hanno sostituito i datacenter delle singole amministrazioni con un centro elaborazione dati centrale di ultima generazione, garantendo efficienza e sicurezza infinitamente superiori, e risparmiando al contempo oltre 2 miliardi di euro in appena 4 anni. In Italia invece aspettiamo ancora il censimento dei centri dati delle pubbliche amministrazioni che sarebbe dovuto essere pubblicato a dicembre del 2017.

Come è andata a finire? L'inchiesta sul latte (non) italiano

La scorsa settimana il servizio di Rosamaria Aquino ha mostrato i camion di latte e di cagliate che dall'estero (Germania, Spagna ma anche paesi dell'est) arrivano alle aziende italiane che producono poi formaggi “secondo la tradizione”, “tipici italiani”.
C'è il sospetto che la multa delle quote latte sia generata da una sovrapproduzione di latte mai esistita, solo per nascondere nel passato questo latte straniero.
Sembra che il mondo dell'industria casearia nasconda un segreto, come il segreto della lista delle aziende che usano latte non italiano.
Perché non produciamo abbastanza latte? Oppure perché il latte dall'estero costa meno, 4 o 5 centesimi di meno, alla faccia dell'italianità e della sicurezza alimentare?
In Italia gli allevatori devono registrare qualsiasi farmaco usato sui loro animali. Succede lo stesso in Lituania – si chiedeva il presidente di Coldiretti.
La giornalista ha aggirato il niet del direttore generale del ministero della salute, che le aveva negato la lista (perché dati commerciali .. ma la salute non dovrebbe venire prima?).

Questa sera il servizio racconterà della reazione al servizio da parte delle aziende produttrici di formaggio.

La scheda del servizio LATTE VERSATO di Rosamaria Aquino
Report tornerà sulla lista segreta delle aziende che acquistano latte straniero, andando a vedere da vicino come hanno reagito aziende produttrici di formaggio e allevatori.

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