04 dicembre 2019

Il paese di domani

Il 5% degli studenti di 15 anni è in grado di comprendere un testo in italiano - ci dice il rapporto dell'OCSE: gli studenti di oggi sono i cittadini di domani, quelli che parteciperanno al voto, quelli che, secondo la Costituzione, daranno il loro contributo a che la macchina della Stato funzioni.
Sono ragazzi che domani non sapranno comprendere i loro diritti, la differenza tra democrazia e democratura, non sapranno distinguere tra comportamenti etici e non.

Per questi ragazzi, un ex ministro in giro al Papeete o un altro ex presidente che va in giro per il mondo facendosi pagare (e raccogliendo fondi da imprenditori per la sua fondazione) non stanno facendo nulla di male.

Il rapporto dell'OCSE ci racconta di un paese diviso in caste, chi può pagarsi gli studi e chi no; di un paese che non investe nel nostro futuro.

Forse, più del MES (e dei suoi meccanismi ancora da chiarire, legati a dei vincoli di bilancio di cui nemmeno si conosce il perché) dovremmo preoccuparci di questo rapporto.
Non investiamo più in scuola e, non solo, ne andiamo anche fieri.
Forse nel piano shock di Renzi si parla di scuola (se non di investimenti in nuove scuole, già promessi nel passato)?
O Salvini (che non chiama mai i suoi elettori come cittadini, ci sarà un perché) ha mai parlato di investimenti in scuola e cultura?

Ecco, questo è il paese che verrà domani.
Inquinato, a rischio idrogeologico e un po' ignorante.

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