23 dicembre 2019

Le inchieste di Report – le città del futuro, i roghi e gli influencer


Michele Buono ci racconterà le città intelligenti del futuro, partendo dall'esempio di New York, mentre Bernardo Iovene mostrerà il disastro della terra dei fuochi, che non smettono di bruciare e avvelenare un territorio.

Nell'anteprima, gli influencer e le loro pubblicità occulte

I FURBETTI DELL’HASHTAG di Lucina Paternesi in collaborazione di Giulia Sabella

In principio era solo Chiara Ferragni: in dieci anni ha spostato il suo business dal suo sito ad Instagram dove oggi conta quasi 18 ml di follower e Forbes l'ha incoronata come l'influencer più importante del mondo.
Oggi le sue aziende fanno utili per quasi 3 ml l'anno, ma la vera miniera d'oro è Instagram: una sua foto che sponsorizza un brand può costare migliaia di dollari.
Instagram, acquistata nel 2018 da Zuckerberg, è l'app preferita dai giovani, il 96% dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni ha un account su questa piattaforma, mentre solo il 53% di loro ce l'ha su Facebook.
Massimiliano Doni, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, nell'intervista con la giornalista spiega come oggi si faccia pubblicità su tutto con gli influencer, dalla tecnologia ai prodotti per la casa.


Influencer che pubblicizzano palestre, corsi di pilates, come fare la pulizia del viso: ogni like preso diventa una maggiore opportunità per l'influencer di essere contattato dalle aziende per sponsorizzare i prodotti.
Crediamo di essere noi a spiare le loro vite, ma in realtà è tutto studiato per fare pubblicità (in modo non consapevole).
È Instagram la nuova frontiera della pubblicità. Sul popolare social network di proprietà di Mark Zuckerberg gli investimenti pubblicitari sono cresciuti del 177% nel 2019. E quest’anno, per la prima volta, la pubblicità sui social e online ha superato quella sui media tradizionali. Chiara Ferragni è la più nota ma di certo non l'unica. In Italia e all'estero l’influencer è diventato un vero e proprio lavoro: più sono i like, i commenti e le condivisioni e maggiori sono le possibilità di essere contattati dai grossi marchi della moda e make up per sponsorizzare prodotti inseriti nella quotidianità della vita degli influencer. Ma la pubblicità è sempre dichiarata? In Italia a regolare la materia ci ha pensato l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, che ha redatto la digital chart: se un post è sponsorizzato l’influencer lo deve dichiarare con un hashtag. Ma c’è anche il Codice del consumo, su cui vigila l’Antitrust: ma se l’Autorità non fa le multe, perché l’influencer dovrebbe mettere l’hashtag giusto?

Le città del futuro (integrate e intelligenti)

Il servizio futuristico di Michele Buono ci parla delle città intelligenti, nuovi modelli di integrazione, trasporto, sviluppo con cui si crea lavoro, si mettono assieme le forze (di città grandi e piccole in uno stesso territorio), si abbatte la co2.
Non è una utopia: a New York, grazie a nuove leggi, sono riusciti a realizzarlo questo nuovo modello, il “New York City green new deal” e l'amministrazione si aspetta di vederne i risultati (in termini di abbattimento dell'anidride carbonica nell'aria) già dal 2024 e fissa nel 2030 la sua riduzione al 40%.

Dall'America all'Italia: a Taranto è presente lo stabilimento siderurgico dell'ex Ilva, che produce acciaio. Perché non realizzare proprio qui uno stabilimento per la produzione di nuovi modelli di auto?
Magari proprio quelle auto a guida autonoma: non sapevo che il progetto più avanzato di queste auto che si guidano da sole è italiano (di Parma, della Vislab.it): scrivi sul navigatore un indirizzo e ti porta a destinazione; un auto che legge i cartelli, dà la precedenza, vede i pedoni..


Sono auto che montano delle telecamere sul tetto, spiega Alberto Broggi direttore di Vislab/Ambarella: telecamere che arrivano fino a 150 metri davanti e 5 metri di lato.
In un mondo dove il 93% degli incidenti è causato da distrazione, non rispetto delle regole, queste auto dovrebbero essere molto più sicure e rendere più sicure le città.
Le telecamere montate sono molto sofisticate, vedono molto di più di un occhio umano: colorano in modo diverso gli ostacoli in mezzo alla strada, più sono rossi più sono vicini.
Sono auto che potrebbero essere condivise in un sistema di car sharing, in un'area metropolitana: la sperimentazione di questo sistema di auto a guida autonoma in condivisione funziona tanto più si aggregano territori diversi, in modo che le informazioni raccolte dalle auto possano essere condivise con tutta l'infrastruttura urbana.

Le informazioni raccolte potrebbero essere analizzare, elaborate ma anche validate da un sistema satellitare che controlla tutto dall'alto: uno scenario che verrà raccontato da Giovanni Sylos Labini di Planetek.
E' un sistema di sicurezza per impedire attentati informatici che potrebbero cambiare a visione dei veicoli per causare degli incidenti

Cosa metterebbbe in moto la produzione di aree metropolitane di questo tipo?
Queste produzioni intelligenti (queste filiere intelligenti) hanno bisogno di un ecosistema alle spalle – racconta al giornalista Marco Bentivogli, sindacalista: “aggregando quello che oggi è iper frammentato sul territorio, rende possibili realizzare progetti fino ad oggi impensabili”.

Si possono integrare anche i trasporti pubblici, in modo intelligente: il servizio di Michele Buono racconterà della proposta di una nuova metropolitana di superficie tra Bari e Taranto, sul mdello di quanto è stato realizzato a Chemnitz in Sassonia: è una proposta di Ance-Confindustria, per migliorare i collegamenti delle città che si trovano nel mezzo del percorso, per far sì che questi centri abbiano anche loro una capacità attrattiva.
L'obiettivo è avere dei tempi di percorrenza inferiori ai trenta minuti, come una metropolitana appunto: a Chemnitz l'obiettivo è stato raggiunto usando un tram che si trasforma in treno quando serve.

Così si collega la città con i paesi circostanti, dove vivono 800mila persone, dove sono presenti imprese e attività commerciali di vario tipo.
Tra il 2017 e il 2018 sono aumentati i passeggeri del 80%: sono studenti, persone che devono raggiungere il centro, pendolari che non devono cambiare mezzo.
Un vantaggio sia per Chemnitz sia per le altre cittadine, che ora possono essere raggiunte comodamente da più persone, anche turisti.

PS: per raggiungere Milano, dal paese dove abito, impiego quasi un'ora, quando va bene, per fare 25 km.
La scheda del servizio: CITTÀ INTELLIGENTI di Michele Buono in collaborazione di Andrea De Marco, Simona Peluso e Filippo Proietti
Stiamo entrando nell’era delle città intelligenti. Quello che conta succede nelle grandi aree metropolitane, in tutto il mondo. Ogni metropoli diventa un nodo di scambio con le altre aree del globo, risorse e competenze si connettono, ma a una condizione: bisogna essere in tanti e fare massa critica. A New York, con la nuova legge sul clima del 2019, comincia subito una ristrutturazione energetica di 50.000 immobili con l’obiettivo di arrivare a un milione. Ci sono i numeri: più di 8 milioni di abitanti e una buona concentrazione di risorse e competenze. È l’economia dell’agglomerazione.E se le dimensioni e i grandi numeri non ci sono? Si possono creare. Nizza e quarantanove comuni vicini si agganciano, uniscono i propri budget, si considerano un’unica metropoli e si danno obiettivi comuni. A Chemnitz, in Germania, sono bastati dei tram che si trasformano in treni - quando serve – per creare una grande area metropolitana che vede crescere attività e occupazione. Che cosa accadrebbe se anche in Italia si alleassero città grandi e piccole per raggiungere i grandi numeri, darsi degli obiettivi e puntare a crescita e benessere? La nostra simulazione: tra Bari e Taranto ci sono quasi 100 km, due milioni di persone da mettere in relazione, due porti e in mezzo tanta attività industriale, ricerca e un distretto aerospaziale. E se la vedessimo come un territorio unico?

La maledizione della terra dei fuochi

Perché la terra dei fuochi, la zona tra Napoli e Caserta, è destinata a rimanere maledetta?
Bernardo Iovene è andato con la sua telecamera a Villa Literno, per mostrare le immagini delle discariche abusive, dei roghi illegali, in una zona martoriata dalle ecomafie da anni.

Assieme a Giovanni Papadimitri, del comitato Basta Roghi ha visitato una discarica di pneumatici dove si trovano i residui di combustioni in modo stratificato, perché l'inceneritore non autorizzato va avanti da tanto tempo: le associazioni denunciano la situazione da anni, ma nonostante questo, i siti erano sconosciuti alle società di raccolta rifiuti.
I pneumatici provengono da un giro di smaltimento illegale di rifiuti e vengono bruciati (come nel mega rogo registrati dagli abitanti delle zone questa estate) per non lasciare tracce.
“Le linee sono occupate .. i vigili del fuoco ancora non arrivano” denuncia la voce della persona che ha registrato il video: un incendio così imponente ma di cui nessuno sapeva niente, nemmeno il sindaco del comune dove si trova questa discarica, Villa Literno.
Nemmeno una telecamera, per tenere controllata la situazione in quel sito, già noto per essere una discarica abusiva: “non siamo in grado di garantire il controllo su tutto il nostro territorio” ha dovuto ammettere il sindaco.

Sempre a Villa Literno, sulla stessa strada del primo sito (la provinciale per Trentola), si trova un altro sito dove sistematicamente si bruciano i rifiuti: le persone del luogo hanno pubblicato decine di video, decide di segnalazioni: servirebbe un intervento del ministero dell'Interno, delle forze dell'ordine – la difesa del sindaco di fronte a questi video.

Ironia della sorte, il sindaco di Villa Literno è stato arrestato a dicembre, accusato di corruzione e falso in atto pubblico.
La protesta degli attivista, dei responsabili delle associazioni è forte: ci sono famiglie costrette a chiudersi in casa tutto il giorno, nel silenzio e nella cecità di parte delle istituzioni.
La scheda del servizio FRA NAPOLI E CASERTA: LA TERRA DEI CIECHI di Bernardo Iovene in collaborazione di Alessia Marzi
Nel 2018 fu varato il “piano di azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti” coordinato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme a sette ministeri e alla regione Campania. Ma non basta. Questa estate i roghi sono aumentati del 30%, la popolazione è esasperata e girando per i 90 comuni di quella che ormai tutti chiamano terra dei fuochi, si capisce che ci sono fiumi di rifiuti provenienti da attività irregolari che vengono puntualmente bruciati per non lasciare tracce. Una guerra che non trova fine e che si ripercuote sulla salute degli abitanti. La procura di Napoli Nord ad Aversa ha chiesto uno studio all’Istituto superiore di sanità e i risultati sono sorprendenti.

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