Michele Buono ci racconterà le città
intelligenti del futuro, partendo dall'esempio di New York, mentre
Bernardo Iovene mostrerà il disastro della terra dei fuochi, che non
smettono di bruciare e avvelenare un territorio.
Nell'anteprima, gli influencer e le
loro pubblicità occulte
I
FURBETTI DELL’HASHTAG di Lucina Paternesi in collaborazione
di Giulia Sabella
In principio era solo Chiara Ferragni:
in dieci anni ha spostato il suo business dal suo sito ad Instagram
dove oggi conta quasi 18 ml di follower e Forbes l'ha incoronata come
l'influencer più importante del mondo.
Oggi le sue aziende
fanno utili per quasi 3 ml l'anno, ma la vera miniera d'oro è
Instagram: una sua foto che sponsorizza un brand può costare
migliaia di dollari.
Instagram,
acquistata nel 2018 da Zuckerberg, è l'app preferita dai giovani, il
96% dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni ha un account su questa
piattaforma, mentre solo il 53% di loro ce l'ha su Facebook.
Massimiliano Doni,
presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, nell'intervista con la
giornalista spiega come oggi si faccia pubblicità su tutto con gli
influencer, dalla tecnologia ai prodotti per la casa.
Influencer che
pubblicizzano palestre, corsi di pilates, come fare la pulizia del
viso: ogni like preso diventa una maggiore opportunità per
l'influencer di essere contattato dalle aziende per sponsorizzare i
prodotti.
Crediamo di essere
noi a spiare le loro vite, ma in realtà è tutto studiato per fare
pubblicità (in modo non consapevole).
È Instagram la nuova frontiera della pubblicità. Sul popolare social network di proprietà di Mark Zuckerberg gli investimenti pubblicitari sono cresciuti del 177% nel 2019. E quest’anno, per la prima volta, la pubblicità sui social e online ha superato quella sui media tradizionali. Chiara Ferragni è la più nota ma di certo non l'unica. In Italia e all'estero l’influencer è diventato un vero e proprio lavoro: più sono i like, i commenti e le condivisioni e maggiori sono le possibilità di essere contattati dai grossi marchi della moda e make up per sponsorizzare prodotti inseriti nella quotidianità della vita degli influencer. Ma la pubblicità è sempre dichiarata? In Italia a regolare la materia ci ha pensato l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, che ha redatto la digital chart: se un post è sponsorizzato l’influencer lo deve dichiarare con un hashtag. Ma c’è anche il Codice del consumo, su cui vigila l’Antitrust: ma se l’Autorità non fa le multe, perché l’influencer dovrebbe mettere l’hashtag giusto?
Le città del futuro (integrate e
intelligenti)
Il servizio futuristico di Michele
Buono ci parla delle città intelligenti, nuovi modelli di
integrazione, trasporto, sviluppo con cui si crea lavoro, si mettono
assieme le forze (di città grandi e piccole in uno stesso
territorio), si abbatte la co2.
Non è una utopia: a New York, grazie a
nuove leggi, sono riusciti a realizzarlo questo nuovo modello, il
“New York City green new deal” e l'amministrazione si aspetta di
vederne i risultati (in termini di abbattimento dell'anidride
carbonica nell'aria) già dal 2024 e fissa nel 2030 la sua riduzione
al 40%.
Dall'America all'Italia: a Taranto è
presente lo stabilimento siderurgico dell'ex Ilva, che produce
acciaio. Perché non realizzare proprio qui uno stabilimento per la
produzione di nuovi modelli di auto?
Magari proprio quelle auto a guida
autonoma: non sapevo che il progetto più avanzato di queste auto che
si guidano da sole è italiano (di Parma, della Vislab.it): scrivi
sul navigatore un indirizzo e ti porta a destinazione; un auto che
legge i cartelli, dà la precedenza, vede i pedoni..
Sono auto che montano delle telecamere
sul tetto, spiega Alberto Broggi direttore di Vislab/Ambarella:
telecamere che arrivano fino a 150 metri davanti e 5 metri di lato.
In un mondo dove il 93% degli incidenti
è causato da distrazione, non rispetto delle regole, queste auto
dovrebbero essere molto più sicure e rendere più sicure le città.
Le telecamere montate sono molto
sofisticate, vedono molto di più di un occhio umano: colorano in
modo diverso gli ostacoli in mezzo alla strada, più sono rossi più
sono vicini.
Sono auto che potrebbero essere
condivise in un sistema di car sharing, in un'area metropolitana: la
sperimentazione di questo sistema di auto a guida autonoma in
condivisione funziona tanto più si aggregano territori diversi, in
modo che le informazioni raccolte dalle auto possano essere condivise
con tutta l'infrastruttura urbana.
Le informazioni raccolte potrebbero
essere analizzare, elaborate ma anche validate da un sistema
satellitare che controlla tutto dall'alto: uno scenario che verrà
raccontato da Giovanni Sylos Labini di Planetek.
E' un sistema di sicurezza per impedire
attentati informatici che potrebbero cambiare a visione dei veicoli
per causare degli incidenti
Cosa metterebbbe in moto la produzione
di aree metropolitane di questo tipo?
Queste produzioni intelligenti (queste
filiere intelligenti) hanno bisogno di un ecosistema alle spalle –
racconta al giornalista Marco Bentivogli, sindacalista: “aggregando
quello che oggi è iper frammentato sul territorio, rende possibili
realizzare progetti fino ad oggi impensabili”.
Si possono integrare anche i trasporti
pubblici, in modo intelligente: il servizio di Michele Buono
racconterà della proposta di una nuova metropolitana di superficie
tra Bari e Taranto, sul mdello di quanto è stato realizzato a
Chemnitz in Sassonia: è una proposta di Ance-Confindustria, per
migliorare i collegamenti delle città che si trovano nel mezzo del
percorso, per far sì che questi centri abbiano anche loro una
capacità attrattiva.
L'obiettivo è avere dei tempi di
percorrenza inferiori ai trenta minuti, come una metropolitana
appunto: a Chemnitz l'obiettivo è stato raggiunto usando un tram
che si trasforma in treno quando serve.
Così si collega la città con i paesi
circostanti, dove vivono 800mila persone, dove sono presenti imprese
e attività commerciali di vario tipo.
Tra il 2017 e il 2018 sono aumentati i
passeggeri del 80%: sono studenti, persone che devono raggiungere il
centro, pendolari che non devono cambiare mezzo.
Un vantaggio sia per Chemnitz sia per
le altre cittadine, che ora possono essere raggiunte comodamente da
più persone, anche turisti.
PS: per raggiungere Milano, dal paese
dove abito, impiego quasi un'ora, quando va bene, per fare 25 km.
La scheda del servizio: CITTÀ
INTELLIGENTI di Michele Buono in collaborazione di Andrea De
Marco, Simona Peluso e Filippo Proietti
Stiamo entrando nell’era delle città intelligenti. Quello che conta succede nelle grandi aree metropolitane, in tutto il mondo. Ogni metropoli diventa un nodo di scambio con le altre aree del globo, risorse e competenze si connettono, ma a una condizione: bisogna essere in tanti e fare massa critica. A New York, con la nuova legge sul clima del 2019, comincia subito una ristrutturazione energetica di 50.000 immobili con l’obiettivo di arrivare a un milione. Ci sono i numeri: più di 8 milioni di abitanti e una buona concentrazione di risorse e competenze. È l’economia dell’agglomerazione.E se le dimensioni e i grandi numeri non ci sono? Si possono creare. Nizza e quarantanove comuni vicini si agganciano, uniscono i propri budget, si considerano un’unica metropoli e si danno obiettivi comuni. A Chemnitz, in Germania, sono bastati dei tram che si trasformano in treni - quando serve – per creare una grande area metropolitana che vede crescere attività e occupazione. Che cosa accadrebbe se anche in Italia si alleassero città grandi e piccole per raggiungere i grandi numeri, darsi degli obiettivi e puntare a crescita e benessere? La nostra simulazione: tra Bari e Taranto ci sono quasi 100 km, due milioni di persone da mettere in relazione, due porti e in mezzo tanta attività industriale, ricerca e un distretto aerospaziale. E se la vedessimo come un territorio unico?
La maledizione della terra dei
fuochi
Perché la terra
dei fuochi, la zona tra Napoli e Caserta, è destinata a rimanere
maledetta?
Bernardo Iovene è
andato con la sua telecamera a Villa Literno, per mostrare le
immagini delle discariche abusive, dei roghi illegali, in una zona
martoriata dalle ecomafie da anni.
Assieme a Giovanni
Papadimitri, del comitato Basta Roghi ha visitato una discarica di
pneumatici dove si trovano i residui di combustioni in modo
stratificato, perché l'inceneritore non autorizzato va avanti da
tanto tempo: le associazioni denunciano la situazione da anni, ma
nonostante questo, i siti erano sconosciuti alle società di raccolta
rifiuti.
I pneumatici
provengono da un giro di smaltimento illegale di rifiuti e vengono
bruciati (come nel mega rogo registrati dagli abitanti delle zone
questa estate) per non lasciare tracce.
“Le linee sono
occupate .. i vigili del fuoco ancora non arrivano” denuncia la
voce della persona che ha registrato il video: un incendio così
imponente ma di cui nessuno sapeva niente, nemmeno il sindaco del
comune dove si trova questa discarica, Villa Literno.
Nemmeno una
telecamera, per tenere controllata la situazione in quel sito, già
noto per essere una discarica abusiva: “non siamo in grado di
garantire il controllo su tutto il nostro territorio” ha dovuto
ammettere il sindaco.
Sempre a Villa
Literno, sulla stessa strada del primo sito (la provinciale per
Trentola), si trova un altro sito dove sistematicamente si bruciano i
rifiuti: le persone del luogo hanno pubblicato decine di video,
decide di segnalazioni: servirebbe un intervento del ministero
dell'Interno, delle forze dell'ordine – la difesa del sindaco di
fronte a questi video.
Ironia della
sorte, il sindaco di Villa Literno è stato arrestato a dicembre,
accusato di corruzione e falso in atto pubblico.
La protesta degli
attivista, dei responsabili delle associazioni è forte: ci sono
famiglie costrette a chiudersi in casa tutto il giorno, nel silenzio
e nella cecità di parte delle istituzioni.
La scheda del servizio FRA
NAPOLI E CASERTA: LA TERRA DEI CIECHI di Bernardo Iovene in
collaborazione di Alessia Marzi
Nel 2018 fu varato il “piano di azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti” coordinato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme a sette ministeri e alla regione Campania. Ma non basta. Questa estate i roghi sono aumentati del 30%, la popolazione è esasperata e girando per i 90 comuni di quella che ormai tutti chiamano terra dei fuochi, si capisce che ci sono fiumi di rifiuti provenienti da attività irregolari che vengono puntualmente bruciati per non lasciare tracce. Una guerra che non trova fine e che si ripercuote sulla salute degli abitanti. La procura di Napoli Nord ad Aversa ha chiesto uno studio all’Istituto superiore di sanità e i risultati sono sorprendenti.
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