La scoperta dei fratelli Naud
Il cielo cominciava appena a sbiancare, quando Jules, il maggiore dei due fratelli Naud, comparve sul ponte della chiatta: prima la testa, poi le spalle, e in fine il suo lungo corpo dinoccolato.Passandosi una mano fra i capelli color biondo paglia tutti arruffati, guardò la chiusa, il quai de Jemmapes a sinistra e il quai de Valmy a destra..
Inizia con questa
immagine, due fratelli, simili nelle movenze, che si apprestano a
passare con la loro chiatta che trasporta pietre, una chiusa sul
canale Saint Martin a Parigi, vicino al quai de Valmy. Una mattina
come tante per i due fratelli, se non che armeggiando per staccarsi
dalla riva, l'elica della chiatta sembra essersi bloccata, come se ci
fosse qualcosa di impigliato tra le pale.
Lentamente estrasse la pertica, e quando l'arpione arrivò a pelo dell'acqua affiorò uno strano pacchetto legato con lo spago, con la carta di giornale ormai a brandelli.Era un braccio umano, intero, dalla spalla alla mano: in acqua aveva assunto un colorito livido e una consistenza da pesce morto.
Si tratta di un
cadavere, anzi, di un pezzo di un cadavere di un uomo. Inizia così,
con questo particolare macabro, il braccio di un uomo ripescato dal
fondo di un canale, questo romanzo di Simenon dove tutta l'azione, si
svolge per lo più all'interno di un bistrot.
Uno dei tanti,
nella Parigi di metà novecento: un bistrot in cui Maigret e il suo
assistente Lapointe (da solo avrei paura di annoiarmi) si imbattono
per caso, dovendo fare una telefonata al Quai des Orfèvres.
Si tratta del locale di Omer Calas, ma
l'oste, il padrone, non è in casa, è uscito per andare a comprare
del vino in campagna.
«Mi è capitato di dare un'occhiata dalla porta, di sera. Ogni volta ho intravisto gente che giocava a carte a un tavolo e un paio di clienti al massimo in piedi davanti al banco. E' uno di quei posti dove, se non sei un frequentatore abituale, hai sempre l'impressione di dar fastidio».
Dietro
il bancone solo una donna anzi, una donna sola, che suscita fin
dall'inizio una strana attrazione nei confronti del commissario. Non
per il suo aspetto fisico, molto dimesso. Nemmeno per le poche parole
scambiate: è per quell'atteggiamento di distanza, quasi un
estraniarsi dal mondo, dal quello che succede attorno. Un distacco
che impedisce al commissario di coglierne i pensieri.
Era da tempo che il commissario non provava un simile interesse per un essere umano.Quando era giovane e fantasticava sul futuro, non si era forse immaginato un mestiere ideale che, malauguratamente, nella vita non esiste? Non l'aveva mai detto a nessuno e non aveva mai pronunciato quelle parole, nemmeno fra sé e sé, ma avrebbe voluto essere un raddrizza destini.D'altra parte, ed era una cosa piuttosto curiosa, nella sua carriera di poliziotto gli era capitato di rimettere in carreggiata persone che i casi della vita avevano indirizzato su una cattiva strada.[..]E se c'era qualcuno palesemente fuori strada era quella donna che andava e veniva in silenzio, senza tradire nulla dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti.
Ma
un'indagine non è fatta solo di impressioni, di sensazioni, c'è un
cadavere, di cui una seconda parte viene recuperata, fino ad arrivare
al corpo intero, escluso la testa.
Dall'analisi
del medico emergono pochi altri tasselli: maschio, tarchiato, tra i
cinquanta e i sessanta, una rosa di pallini sul petto per una vecchia
ferita, i resti di un'operazione di appendice.
Troppo
poco per arrivare ad una pista, tanto più che Maigret deve rendere
conto al giudice istruttore Coméliau
.. apparteneva a un preciso ambiente, a un'alta borghesia con rigidi principi e con tabù ancora più sacri, e non poteva fare a meno di giudicare tutto sulla base di quei principi di quei tabù.
Mettendo
assieme i pochi indizi e le tante sensazioni, Maigret si concentra
proprio su quel bistrot e sulla sua proprietaria, di non non ci viene
rivelato nemmeno il nome se non alla fine.
Una
donna strana, che sfugge agli schemi in cui normalmente Maigret
inquadra le persone: potremmo quasi dire che se all'inizio aveva
seguito il caso con una certa indolenza, il trovarsi di fronte ad una
persona del genere, è quasi una sfida. Perché Maigret ne è
convinto: il morto era il marito, sposato da giovane tanti anni prima
e il cui matrimonio era poi diventato uno di quelli dove ci si mal
sopporta, giusto per sopravvivere, con l'aggiunta anche delle botte.
A
Maigret non importa solo capire chi, ma perché?
.. ai suoi occhi il problema era un altro. L'importante era capire. E lui non solo non capiva, ma quanto più conosceva le persone coinvolte, tanto più brancolava nel buio.
La
ricerca dei perché, di quel cadavere senza testa, diventerà
l'ossessione del commissario, le cui radici porteranno il commissario
ad una vecchia storia di uno di quei paesi di campagna, da cui pure
Maigret proviene. Una storia di improvvisi arricchimenti, di titoli e
di cognomi importanti comprati e di ribellione ad un padre troppo
legato ai beni.
La scheda del libro sul sito
dell'editore Adelphi
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