Stasera su Rai3 la docu-fiction sui complici di Provenzano. Coloro (politici, imprenditori, liberi professionisti) che non mafiosi, ma appartenenti alla zona grigia, ne hanno permesso la latitanza.
Anzi: la felice latitanza, visto gli affari che cosa nostra ha portato avanti negli anni.
Il film racconta la difficile indagine condotta dalla Procura antimafia di Palermo e dai carabinieri a Bagheria, la roccaforte per decenni del capo di Cosa Nostra arrestato l’11 aprile 2006, e ricostruisce le attività “illecite” di un insospettabile, Michele Aiello, che poco a poco le indagini scopriranno essere al centro di una terribile trama di infedeli all’interno delle istituzioni.
Per la prima volta, si ricompone la rete riservata che si muoveva attorno ad Aiello, per cercare di carpire notizie dalle indagini antimafia: professori universitari, medici affermati, prestigiosi manager e uomini delle istituzioni, tutti inseriti nei gangli vitali della società.
Il tutto nei luoghi dove veramente i protagonisti si muovevano: la troupe di «Doppio gioco» è entrata nella clinica Villa Santa Teresa, nel palazzo di giustizia di Palermo e nel Parlamento regionale, lì dove le talpe dell’antimafia agivano. Le ricostruzioni sono commentate dagli investigatori dell’Arma che hanno condotto quell’indagine poi giunta a un processo: la requisitoria dei pm Michele Prestipino, Maurizio De Lucia e del procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone spiega che questa «non è stata semplicemente un’inchiesta sulle talpe nell’antimafia, ma sulla zona grigia delle complicità di Cosa nostra».
Il film racconta la difficile indagine condotta dalla Procura antimafia di Palermo e dai carabinieri a Bagheria, la roccaforte per decenni del capo di Cosa Nostra arrestato l’11 aprile 2006, e ricostruisce le attività “illecite” di un insospettabile, Michele Aiello, che poco a poco le indagini scopriranno essere al centro di una terribile trama di infedeli all’interno delle istituzioni.
Per la prima volta, si ricompone la rete riservata che si muoveva attorno ad Aiello, per cercare di carpire notizie dalle indagini antimafia: professori universitari, medici affermati, prestigiosi manager e uomini delle istituzioni, tutti inseriti nei gangli vitali della società.
Il tutto nei luoghi dove veramente i protagonisti si muovevano: la troupe di «Doppio gioco» è entrata nella clinica Villa Santa Teresa, nel palazzo di giustizia di Palermo e nel Parlamento regionale, lì dove le talpe dell’antimafia agivano. Le ricostruzioni sono commentate dagli investigatori dell’Arma che hanno condotto quell’indagine poi giunta a un processo: la requisitoria dei pm Michele Prestipino, Maurizio De Lucia e del procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone spiega che questa «non è stata semplicemente un’inchiesta sulle talpe nell’antimafia, ma sulla zona grigia delle complicità di Cosa nostra».
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