La storia di un Eroe dei nostri tempi: Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, per le sue denunce e per aver messo alla gogna il boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti.
Che, dai microfoni di Radio Out, chiamava "Tano seduto".
La storia di Peppino è raccontata attraverso le sue vicende familiari: la sua famiglia è mafiosa, nel suo paese prevale l'omertà, il silenzio rassegnato al sistema mafioso. 100 passi separano la sua casa da quella del boss Badalamenti: ma sono 100 passi che Peppino non vuole fare. E che mai farà. Si ribella a questo sistema, alla normalità della mafia nella sua città, Cinisi. Questo percorso parte fin da piccolo, con la morte dello zio, Don Cesare Manzella, mafioso pure lui, ucciso dalla mafia stessa, per prenderne il posto. Il piccolo Peppino impara ad osservare ed analizzare i cardini del mafiosi, fino ad arrivare ad opporvisi.
L'incontro con Stefano Venuti, uno di pochi comunisti, segna la sua presa di coscienza. Fino alle lotte contro la costruzione dell'aeroporto di Punta Raisi, una delle tante speculazioni terriere dei boss mafiosi. Con l'amara scoperta di essere stati lasciati soli dal partito (il PCI), nelle loro lotte locali. Peppino risponde al vecchio militante con la poesia di Majakovskij "non richiuderti partito nelle tue stanze; rimani amico dei ragazzi di strada".
Peppino il ribelle non riesce a star zitto a non urlare che la mafia è una montagna di merda. A non urlare (trattenuto a stento dal fratello) sotto le finestre dello "zio Tanu".
Non riesce a non denunciare, con un suo stile che ricorda i cantastorie siciliani coi carretti, le speculazioni e i malaffari del sindaco, mafioso: "quale è il punto più breve per unire due punti?" si chiede ironicamente. Si sta parlando dell'autostrada a Cinisi.
Fino ad arrivare all'esperienza radiofonica: se mi possono bloccare mentre parlo sotto le finestre del sindaco, se possono sequestrare le mie carte, l'aria non ce la possono sequestrare. E alla frequenza di 98.800 Mhz ripartono sempre più forti le accuse contro "Tanu, il grande capo di mafiopoli".
Un capitolo del libro è dedicato anche ai movimento nati nel 77, sulle ceneri dei gruppi del 68: gli indiani metropolitani, i frikkettoni, i creativi, che parlavano di libertà di espressione del corpo ("chiappe selvagge" è la loro protesta del bagno nudo). Impastato capisce che questo disimpegno è proprio ciò che vuole la mafia. Che preferisce che si parli di sessualità, di riappropriarsi del corpo, ..
Occupa simbolicamente la radio, per parlare agli amici "qui siamo a Cinisi, dove non aspettano altro che il nostro disimpegno. Occorre informare, dire la verità, anche sui propri limiti".
L'atteggiamento di Peppino è causa di imbarazzo per il padre: il regista mette in evidenza il drammatico rapporto col padre, anche lui dentro il sistema mafioso. "Onora tuo padre" gli urla. Ma non riuscirà a fermarlo.
La mafia, don Tanu, ucciderà il padre. E don Tanu stesso andrà a minacciare Peppino. In un feroce faccia a faccia il boss parla al ragazzo di rispetto, di riconoscenza, di rispetto:" Voi non mi dovete più odiare. Con questo caffè si saldano i vostri debiti. Tu a Tano ci fai solo ridere ... tu sei nuddu miscato a nenti. Solo Tano ti da il permesso di ragliare come i cavalli, come gli scecchi".
Peppino verrà ucciso, forse più per il suo mettere alla berlina i boss mafiosi, che per le sue denunce, la notte del 9 maggio 1978. Dopo che aveva deciso di candidarsi alle elezioni comunali per Democrazia Proletaria e non col partito. Già il giorno successivo iniziano i depistaggi, che portano i carabinieri (che mi scuseranno se qui scrivo questa parola in minuscolo) a stabilire che si tratti di suicidio.
Fine dei comizi, fine delle trasmissioni.
Ma non delle sue idee: a partire dal drammatico e commovente necrologio dato alla radio del suo amico Salvo "Peppino si è suicidato, dicono; questa è la notizia che leggerete domani sui giornali. Anzi non leggerete proprio niente, perchè domani i giornali parleranno di una notizia molto più importante. Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse... Spegnetevela questa radio, voltatevi dall'altra parte. Perchè diciamolo, niente può cambiare qui a Cinisi .. Voi avete la forza del buon senso, che evidentemente Peppino non aveva. Diciamolo una volta per tutte: a noi la mafia ci piace, perchè ci da sicurezza .. e tu Peppino Impastato sei stato solo un illuso!!".
E le sue idee non moriranno: gridate dalle centinaia di persone, amici, compagni, al suo funerale:
Peppino è vivo e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!
Peppino è vivo e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!
Peppino è vivo e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!
Peppino è vivo e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!
Peppino è vivo e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!
Premi e riconoscimenti
2001 - Miglior Sceneggiatura Nastro d'Argento Claudio Fava; Monica Zapelli; Marco Tullio Giordana
2001 - Miglior Sceneggiatura David di Donatello Claudio Fava; Monica Zapelli; Marco Tullio Giordana
2001 - Miglior Attore Protagonista David di Donatello Luigi Lo Cascio
2001 - Miglior Attore Non Protagonista David di Donatello Tony Sperandeo
2001 - Migliori Costumi David di Donatello
2000 - Miglior sceneggiatura Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia Claudio Fava; Monica Zapelli; Marco Tullio Giordana
Il DVD su internetbookshop.
Technorati: Peppino Impastato, I cento passi.
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