Inizia in modo soft e lento, questo noir scritto a sei mani da due magistrati e un insegnante.
Si parte dalla fuga di una ragazzina, Marta, in vacanza sulle colline di Assisi, che passa per una banale fuga d'amore. In realtà una messa in scena che nasconde un rapimento per costringere al ricatto il padre, cantante in declino, e costringerlo ad entrare in un piano criminoso per salvarle la vita.
E man mano che la storia ingrana, è come se ci si alzasse di quota si allarga la prospettiva del piano criminale in atto: il rapimento nasconde un traffico di droga tra la mala cinese e quella colombiana.
Con in mezzo una banda di slavi con un capo sanguinario e due discepoli esperi di computer e dediti a strani riti sessuali.
In questo quadro che rimane in parte nebuloso, si muovono poliziotti corrotti e poliziotti in gamba, ostinati e disposti a passar sopra le regole, se necessario.
E poi il mondo, per noi non addetti ai lavori quasi sconosciuto, della magistratura: infatti due degli autori sono magistrati e il libro illustra bene come ci si muove in questo ambiente. Si impara come parte un indagine e che passi (giudiziari) segue; quali paletti costringono le mosse dei magistrati e la polizia giudiziaria (per la richiesta di intercettazioni, di rinvio a giudizio ...).
Come in tutti gli apparati dello stato anche qui troviamo magistrati fedeli allo stato e altri alla ricerca del potere e della visibilità. Ed è il caso del povero magistrato Reis, che si ritrova pedina di un gioco nel quale lui è una pedina, manovrato dal suo capo, la Sparagnino, abile nel mantenere i giusti agganci politici. Abile nel tenere chiusi nel cassetto, ma a portata di mano documenti, prove utili per i suoi ricatti.
Uno dei "difetti" di questo (comunque buono) noir è quello di avere troppi personaggi: diventa difficile seguirne le mosse, man mano che l'intrigo si sviluppa. Il cantante che segue un tour mondiale che lo porta da Parigi, a Barcellona fino ad Hong Kong (con una resa dei conti stile western); la poliziotta sulle sue tracce, il killer della banda di slavi, Borodir, e un insospettabile italiano, amico di famiglia della ragazza rapita, che tira le fila del piano .... piano dove alcuni dei giocatori fanno il doppio gioco, e altri, come i rappresentanti della parte “onesta” dello stato, assistono impotenti ai giochi sporchi sopra le loro teste.
Si arriva al termine della storia, dove non saranno i buoni a vincere, con la sensazione che ci sia qualcosa, nella storia, che ci è sfuggito; qualcosa di poco chiaro.
Come on puzzle incompleto; nulla di più frustrante. Geniale, allora, la scelta degli autori di sistemare nelle ultime pagine i pezzi del puzzle mancanti, svelando, con una serie di colpi di scena, l'altra storia, quella vera, che ci farà rileggere tutta la storia in un altra, incredibile, ottica.
Gli allievi di De Cataldo (il giudice, autore di “Romanzo criminale” ringraziato al termine del libro) hanno fatto bene i compiti.
Gli autori:
Alessandro Cannevale è magistrato presso la Procura di Perugia.
Massimo Carloni, nato a Foligno, insegna a Reggio Emilia.
Sergio Sottani è magistrato presso la Procura di Perugia.
Il libro su internetbookshop e sul sito della Einaudi.
Technorati: Cannevale Alessandro, Carloni Massimo, Sottani Sergio
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