Quanto dura l'indignazione?

Diceva Einstein: "Non si può risolvere un problema usando lo stesso modo di pensare che ha creato quel problema".

Che, riportato ai nostri giorni, significa che non possiamo pretendere che i nostri parlamentari (che usano le curve come vetrine acchiappa voti), i vertici del calcio (sempre gli stessi), riescano a trovare una soluzione al problema della violenza negli stadi.
Si è trovata una soluzione all'italiana: si torna a giocare (e allora perchè tutte queste polemiche dopo le parole di Matarrese), ma solo negli stadi a norma. Cioè quasi i nessun stadio. Visto che anche San Siro non è in regola col decreto Pisanu. E che si andrà avanti solo con la deroga del prefetto (mercoledì ci sarà un incontro tra il prefetto e i vertici delle squadre milanesi, per poter giocare domenica). Di che tolleranza zero andiamo parlando?

Il governo ha preso le sue decisioni sul calcio: la parola d'ordine è "fare prestissimo". Non si possono perdere i guadagni del calcio: gli introiti delle scommesse, le dirette delle partite (povera Sky, Mediaset, La7, come facevano senza le partite?), le trasmissioni sul calcio (dove mettevano tutti i nostri opinionisti della domenica?).
La norma più affascinante riguarda l'istituzione di un "Osservatorio sulla comunicazione sportiva" nell'ottica di "trasformare la cultura del nemico nella cultura dell'avversario", dice la Melandri.
Cosa faranno: metteranno un poliziotto (o un magistrato) al processo del lunedì?

Dopo tante parole si è tornati alla classica soluzione all'italiana, dove cambia tutto per non cambiare niente. La vita di un poliziotto perde di valore di fronte agli incassi del sistema calcio. E l'indignazione, come al solito in italia, dura il tempo di un orgasmo.