Calipari ucciso dal fuoco amico.
Rahmatullah rapito e detenuto da un governo amico.
Berlusconi considerava amico (l'amico Vladimir, diceva) anche Putin. Contestato in piazza anche dallo scacchista Kasparov.
Sul corriere Glucksmann scrive "L’Europa guarda altrove distratta da gas e petrolio"
I servizi segreti dove Putin ricevette la sua istruzione (per arrivare poi alla guida del Kgb, ribattezzato Fsb), tentarono di liquidare Giovanni Paolo II molto prima che i governi democratici scoprissero quell’immensa passione per la libertà antitotalitaria di cui Wojtyla sarebbe diventato il simbolo. Oggi, davanti alla nuova dissidenza che manifesta a Mosca, le autorità morali e politiche non battono ciglio.
Parigi, Roma, Londra e Berlino guardano da un’altra parte e fanno i loro calcoli: Putin, il suo petrolio, il suo gas, le sue armi di distruzione di massa e quelle che vende in giro per il mondo, pesano di più di qualche migliaio di manifestanti malmenati, dispersi e arrestati da forze di repressione dieci volte superiori. Schröder continua a intascare i suoi dividendi alla Gazprom. Chirac va in pensione senza rimorsi né rimpianti per quella Grande Croce della Légion d’Honneur che appuntò sul petto del numero uno russo. E Prodi ricorda le sue letture di gioventù e sembra confondere Putin e Puskin.
Anna Politkovskaia è stata assassinata e già dimenticata, assieme a decine di altri giornalisti, vittime di «contratti» che grondano sangue.
Ma non è che ci scegliamo male gli amici?
1 commento:
Osservazione più che pertinente... ;-)
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