Una banda di trafficanti d'armi e droga. Gente che tradisce tutto e tutti. Gente che si uccide in una faida tra di loro, per il semplice sospetto che qualcuno nella banda stia tradendo. Sono questi i "Traditori di tutti" su cui Duca Lamberti inizia ad indagare: inizia tutto con un doppio annegamento di due anziani, uccisi per un movente che viene velato alla fine con un colpo di scena amaro che riallaccia passato e presente.
Duca segue la pista che parte da un'operazione di "imenoplastica" che deve effettuare per conto dell'avvocato Turiddu Sompani, su una ragazza che si deve sposare. Ma Sompani è l'avvocato morto (ad inizio libro), gettato dentro la sua macchina nell'Alzaia Naviglio Pavese. A finire nel naviglio saranno poi Giovanna Marelli, la ragazza "operata" da Duca e il suo amante, braccio destro di Sompani, Silvano Solvere. Non si può ucciderli tutti, come vorrebbe fare Duca Lamberti medico radiato dall'ordine, nè lasciarli morire tra di loro, come vorrebbe fare Carrua, commissario della Questura di Milano.
E' una storia feroce, quella raccontata in "Traditori di tutti", ambientata tra Milano (sempre più metropoli sempre meno città dove si mangia panettoni o pan meino) e i borghi di periferia, come la Ca Tarino a Buccinasco. Una storia dove non esiste giustizia: non aspettatevi nessun lieto fine, che premia i buoni e condanna i cattivi.
«Le storie di Duca Lamberti, come il loro protagonista, segnano una rottura nella tradizione. Sono storie italiane, rispecchiano la nuova realtà di un paese impegnato in una difficile trasformazione, ma sono perfettamente in grado, nella loro originalità, di confrontarsi con i grandi modelli dell'hard boiled statunitense».
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Technorati: Giorgio Scerbanenco
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