28 maggio 2007

Report: la via del gas

Dopo ogni puntata di Report, il primo pensiero è "come possibile che nessuno faccia niente?".
In quel nessuno intendevo politica, magistratura ...

Invece gli argomenti raccontati nelle inchieste di ieri hanno avuto una eco: si tratta del Finanziamento pubblico ai giornali e del gas che ci arriva dalla Russia.

Il finanziamento quotidiano
Del finanziamento pubblico ai giornali, Report se ne era occupato già un anno fa. Un "tesoretto" di 667 ML di euro ogni anno dato a cooperative come quella del Manifesto; a giornali come "Il foglio"; La Lega Nord che prende 14 ml di euro dal Movimento dei Pensionati Uomini Vivi (dovè finita Roma ladrona???), come "Libero" di Feltri ...
Persino "Il sole 24 ore" prende 24 ml di euro. Il signor Montezemolo che accusava la politica di sprechi e altro, non ha nulla da dire?

Questo governo, entro fine giugno, varerà un decreto che riforma il finanziamento ai quotidiani: non più dati a pioggia, ma sarà controllato che i giornali gestiti come cooperative lo siano davvero. Ed è stato abolito il contributo sulla carta: si è passati da 667 milioni a 450 milioni.
"Libero" è diventato da coop, una S.R.L. controllata da una fondazione, per prendere i contributi statali. La fondazione è "San Raffaele" (la stessa di Emergency, di Bettino Craxi, Berlusconi ...).
Primo mistero:

"sul sito leggiamo l’invito a versare il 5 x mille all’istituto di ricerca S. Raffaele Pisana, e c’è il codice fiscale da indicare nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi. Questo stesso codice fiscale corrisponde alla Tosinvest, che è una società per azioni che fa affari con le cliniche sanitarie e appartiene alla famiglia Angelucci."
Cosa centra una fondazione senza fini di lucro con una clinica privata?
Sarà che gli Angelucci, proprietari della testata di Libero?

Ma su Libero c'è un altro mistero, legato alle copie regalate (o vendute in blocco con forti sconti), per aumentare il numero di copie vendute e ricevere maggiori contributi.
Iovene mostrava le copie trovate sugli Eurostar: a Feltri risultavano 50 copie vendute a Ferrovie dello Stato, ma il video ne mostrava di più. Chi ha ragione chi ha torto?
Il Feltri furioso sbottava:

VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
Perché non si può mettere in dubbio la mia parola, se non si ha una prova contraria.

BERNARDO IOVENE
Vabbè. Noi ce l’abbiamo la prova contraria…

VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
Ah sì me la dica, la prova contraria, la esibisca!!! La esibisca la prova contraria.

BERNARDO IOVENE
Io le ho filmate!!!

VITTORIO FELTRI-DIRETTORE “LIBERO”
Che ha filmato? Ha filmato delle copie che sono state poste in pubblico e che qualcuno sicuramente ha comprato, per cui lei non può dire che regaliamo le copie perché dice il falso!!! E il falso non si può dire se non si ha la prova per confermarlo. [e le bufale di Farina, dove le metti, caro Feltri???]

Altro copie di Libero vengono vendute gratis davanti al Policlinico di Roma, danneggiando l'edicolante di fronte alla clinica. Anche qui: chi le regala (o le svende) facendo concorrenza sleale (e frodando la legge)?
"Sono copie che vengono acquistate in blocco da privati a prezzi irrisori, e chi sa chi distribuisce in giro. Libero, per esempio, vende in blocco all’Alitalia, al prezzo unitario di 2,7 centesimi, fino a 90 mila copie al mese."

Il prossimo decreto dovrebbe controllare meglio i giornali che vendono effettivamente da quelli che gonfiano le tirature.
"RICCARDO FRANCO LEVI – Sottosegretario Presidenza del Consiglio
Io do aiuti pubblici, se i giornali sono venduti. Possono essere venduti sia attraverso i canali regolari delle edicole, sia attraverso le vendite in blocco. Ci sono però limiti precisi che definiremo ancora con maggior precisione per definire gli sconti massimi nei quali si può considerare, come reale una vendita in blocco. Perché se una vendita in blocco viene fatta all’uno per cento è troppo vicino a un regalo, per poter essere considerata una vendita vera. Per cui interverremo anche su questo. "

L'ultima chicca riguardava la rivista Sky Magazine, che arriva agli abbonati Sky. Ma chi la paga? Noi: anche se non abbiamo il televisore. Perchè Murdoch riceve il contributo per l'editoria di 25 ML di euro.

La via del gas
La notizia di oggi è che il numero uno di Eni, Paolo Scaroni, è sotto indagine dalla GdF, per truffa sui sistemi di misurazione del gas.
"Oltre a Scaroni e altri dirigenti di Snam e Italgas, sono indagati i vertici e i dirigenti di Aem e Arcalgas. Tra questi anche Giuliano Zuccoli, presidente e amministratore delegato dell' Azienda energetica milanese."
Difficile che il lupo perda il pelo, ma non il vizio.

Ieri però si parlava della via del gas, dalla Siberia, fino alla soglia di casa. Una via dove l'unica cosa trasparente è la nostra bolletta, tra le più salate in Europa.
Dai ricchi giacimento della Siberia, fino a casa nostra, sulla rete Snam: una società controllata da Eni, in regime di monopolio. Contro la normativa europea che prevede la separazione di ruoli tra chi distribuisce e chi produce. Ma l'Autority non può fare nulla. Il ministro Bersani si diceva più preoccupato per chi comprava la rete .. e allora teniamoci il monopolio.

Chi si è offerto di comprare il 30% della snam? la Gazprom. Come dire che per evitare situazioni di monopolio, si affida la distribuzione a chi detiene già il monopolio mondiale. Quindi tutto in mano ad uno solo dalla Siberia alla porta di casa. Dentro casa ci siamo noi che paghiamo la bolletta.

Ma quanto influisce il costo del gas sulla bolletta? Non sappiamo quanto Eni paga il gas da Gazprom. Omissis. Le società municipalizzate che distribuiscono il gas fino a casa proteggono più gli interessi dei "grandi", che non dei piccoli consumatori.
Con i quali si comporta da "homo homini lupus": a Brescia era scoppiato lo scandalo dei venditori di contratto che, assieme al gas e alla luce, vendevano di nascosto contratti per Sky, per Vodafone, ...
Federconsumatori ha fatto un esposto a Key 21, l'agenzia che vendeva contratti per Enelgas: si è arrivati ad un accordo che prevede la cancellazione dei contratti con Sky e carte di credito che erano stati promessi con uno sconto del 5 per cento sul gas.

E poi c'è la questione della manutenzione: il 10 della bolletta finisce in spese di riparazione e manutenzione. Sia che la manutenzione si faccia o meno. Siccome poi è preferibile continuare a riparare che sostituire la rete quando serve, si preferisce riparare.
Finchè non salta una casa .. allora si da la colpa algi inquilini.


Certo che questa Gazprom fa paura: controllata dai vertici del Kgb; possiede giornali, radio e altri mezzi di informazione; legata al presidente Putin (altro personaggio da libri di spy story); estrae il gas dai giacimenti della Siberia in condizioni di monopolio.

Putin può chiudere quando vuole il rubinetto del gas quando vuole, condizionando la politica dei paesi che comprano.

Gazprom vende più gas di quello che ha nelle scorte e ha un enorme potere contrattuale. La Georgia, che vorrebbe entrare nella Nato, compra ad un prezzo più alto che non la Moldavia.

In kazakhistan l’Eni è presente in un consorzio che estrae gas: però non lo importa in Italia, ma lo svende. A chi? Alla Gazprom, per alzare il prezzo.
"Allora sono 10 anni che l’Eni estrae gas dal kazakhistan, ma quel gas viene svenduto ad un 20esimo del prezzo che noi paghiamo quando arriva in Italia. Non ci pare normale, ma le ragioni non sono note. Certo è che se quel gas lo importasse direttamente in Italia il paese avrebbe solo da guadagnarci. La posizione dell’Eni è “ci stiamo lavorando”."

Eppure Scaroni ha definito "storico" l'accordo che permette a Gazprom di vendere all'Italia il gas. Ma storico per chi? E a noi consumatori conviene legarci a oligarchi come Putin?
Non avevamo paura che i cosacchi arrivassero a San Pietro ad abbeverare i cavalli?
Technorati: , ,

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito dei finanziameni ai giornali, a parte l’inamissibile sperpero di denaro, c’è anche un’altra considerazione da fare. Nei paesi non democratici e illiberali, i governi usano metodi coercitivi per irreggimentare la stampa e i media, in Italia ai vari governi in carica basta chiudere il rubinetto del finanziamento pubblico per ottenere lo stesso risultato.

Già in Italia, non solo non ci sono editori puri, ovvero editori che si occupano solo di editoria e che guadagano soldi solo attraverso i giornali che stampano (essendo per questo più liberi e meno condizionati), ma le testate giornalistiche ricevono pure finanziamenti dallo Stato. E poi ci lamentiamo che l’informazione in Italia non è libera, per forza!!!

Credo che in nessun altro Paese democratico succeda qualcosa del genere. I giornali si devono pagare all’edicolante e non all’esattore delle tasse!!!

salpetti.wordpress.com

Huma ha detto...

Peccato, hai sbagliato. Perchè non ci informiamo prima di parlare?
Il diritto al pluralismo dell'informazione è garantito dalla Costituzione, ed infatti il sostegno pubblico agli editori era garantito dalla legge 1435 del 13 Giugno 1935 dell'Ente Nazionale Cellulosa e Carta (liquidato nel 1994), e ora il supporto dello Stato è garantito dalla legge 416/1981 che ha sostituito l'erogazione generalizzata di contributi con una regolamentazione che prevede rimborsi diretti ed indiretti.. (vedi anche legge 67 del 25 febbraio 1987).
Ah e pensa che praticamente tutti i paesi hanno leggi per il sostegno dell'editoria e per la garanzia del pluralismo. Pensa che in Francia gli editori di quotidiani campano solo grazie ai contributi statali e non grazie alle vendite.
Pensa te, tante leggi e soldi per garantire alle persone il diritto all'informazione e c'è un sacco di gente che li spreca non informandosi prima di sparare sentenze!

Francesco

alduccio ha detto...

ma di quale libertà parli? della libertà di informazione e di essere informati? In un paese dove il capo dell'opposzione ha in mano televisioni e giornali?
Ma non farmi ridere .. puoi citarmi tutte le leggi che vuoi, ma la realtà è che la costituzione è stata ampiamente tradita. Le erogazioni dello stato non sono a semplici editori, ma ad amici, a partiti o persone riconducibili ai partiti. E' la politica che finanzia se stessa. Io posso anche informarmi meglio, ma cerca di non prendermi in giro!