22 maggio 2007

Sofri vs. Luttazzi

Galeotta fu un'intervista della moglie di Luca Sofri, Daria Bignardi, al senator Marcello Dell'Utri.
Nella quale, tra le altre cose, diceva che "che il suo giornalista preferito è Luca Sofri."

Fin qui nulla di male.

Luttazzi fa notare che nell'intervista, D'aria cominciò dicendo:-Non parliamo dei suoi processi.- Fammi capire: chiami Dell'Utri per non fargli l'unica domanda che gli devi fare?

Sofri risponde in modo eloquente: "Scemo e più scemo" intitola il suo post:
"Scusate se vi annoio, ma siccome quel fesso di Travaglio e il suo amico (ex mio) Luttazzi (delle cui perdite di equilibrio non smetto di rammaricarmi) vanno scorgendo losche trame in una battuta di Marcello Dell'Utri di un anno fa di cui ridiamo da allora anche in famiglia".

Nel post ridimensiona la vicenda del giornalista preferito di Dell'Utri. D'accordo.
Ma non dimentichiamoci che il tutto nasce dalla lettera di Travaglio a Beppe Grillo (scemo pure lui?), nella quale si segnalava il fatto che la condanna a 2 anni per tentata estorsione al senatore (e fondatore di Forza Italia) fosse passata sotto silenzio.
Parafrasando una vecchia pubblicità, "Dell'Utri: L'uomo di cui è meglio non chiedere mai".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse il motivo e' questo postato da Marco Travaglio da Beppe Grillo:
"Caro Beppe,
vorrei comunicare a tutti gli amici del blog l’ultima notizia scomparsa di una lunga serie. Il 15 maggio 2007 la III Corte d’appello di Milano ha condannato il senatore forzista Marcello Dell’Utri e il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga a 2 anni per ciascuno per tentata estorsione. Nessun giornale, a parte l’Unità e il Corriere della sera, l’ha scritto. Nessun telegiornale o programma televisivo, tranne Annozero, l’ha detto. L’Ansa, onde evitare che qualcuno se ne accorgesse, ha dedicato alla cosa ben sette righe e mezza, sotto questo titolo depistante: “Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri”. Come se il reato fosse la sponsorizzazione. Nel testo, si spiegava (si fa per dire) che l’estorsione riguardava imprecisate “modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani”. Quanto a Virga, l’Ansa “dimenticava” di spiegare che è un boss mafioso, vicinissimo a Provenzano, arrestato dopo lunga latitanza nel 2001 e condannato all’ergastolo per mafia e omicidio.
Riepilogo brevemente i fatti. Nel 1990 il presidente della Pallacanestro Trapani, Vincenzo Garraffa, medico e futuro deputato del Pri, cerca uno sponsor per la sua squadra, neopromossa in serie A2. Publitalia, la concessionaria Fininvest presieduta da Dell’Utri, lo mette in contatto con la Dreher-Heineken. Si firma il contratto: per 1 miliardo e mezzo di lire, i giocatori esibiranno sulle magliette il logo della “Birra Messina”, marchio italiano della multinazionale tedesca. Garraffa paga la provvigione a Publitalia: 170 milioni. Ma due funzionari della concessionaria berlusconiana battono cassa e pretendono da lui altri 530 milioni, in nero. In pratica, Publitalia vuole indietro la metà del valore della sponsorizzazione, ovviamente sottobanco. Garraffa rifiuta e, ai primi del ’92, incontra Dell’Utri a Milano. Gli spiega di non disporre di fondi neri e di non poter pagare senza fattura. Dell’Utri – come denuncerà Garraffa – lo minaccia: “Ci pensi, abbiamo uomini e mezzi per convincerla a pagare”. Garraffa non paga. E, qualche settimana dopo, riceve nell’ospedale di cui è primario una visita indimenticabile: quella del capomafia Vincenzo Virga, scortato da un guardaspalle. Virga è di poche parole: “Sono stato incaricato da Marcello Dell’Utri e da altri amici di vedere come è possibile risolvere il problema di Publitalia”. Garraffa ribatte: “Senza fattura, non intendo pagare”. E Virga: “Capisco, riferirò. Se ci sono novità, la verrò a trovare…”.
L’anno seguente la Pallacanestro Trapani, nonostante i successi sul campo, non trova più uno sponsor. Garraffa s’inventa un’autosponsorizzazione antimafia, ovviamente gratuita, con lo slogan “L’Altra Sicilia”. Che gli porta fortuna: la squadra viene promossa in serie A. Maurizio Costanzo invita lui e i suoi giocatori a parlarne al “Costanzo Show”, su Canale5. Ma poi, all’ultimo momento, cambia idea e disdice l’invito. Garraffa ci vede lo zampino di Dell’Utri. E denuncia tutto ai magistrati di Palermo. Che trasmettono gli atti, per competenza, al Tribunale di Milano. Qui Dell’Utri e Virga vengono condannati per tentata estorsione aggravata a 2 anni a testa. L’altro giorno, la Corte d’appello ha confermato le condanne.
Ora manca soltanto la Cassazione. Dell’Utri intanto è stato condannato definitivamente a 2 anni per false fatture in altre sponsorizzazioni gonfiate e in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Naturalmente, visto il pedigree, rimane a pie’ fermo in Parlamento e viene pubblicamente elogiato per la sua “intelligenza” da diessini dalemiani come Nicola Latorre (niente a che vedere con Pio La Torre, ammazzato dalla mafia) e ossequiosamente intervistato da giornali e tv su tutto lo scibile umano, fuorchè sulle sue condanne.
Come ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito premesso: “Non parliamo dei suoi processi”. Dell’Utri, comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare. Anzi, ha aggiunto che il suo giornalista preferito è Luca Sofri. Che, guardacaso, è il marito della Bignardi. Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non parlare mai. Il senatore ha uomini e mezzi per convincere."
Marco Travaglio

Anonimo ha detto...

Luttazzi e originalità?

Oggi Repubblica mette in risalto la notizia che Luttazzi ha copiato la battuta su Ferrara dal comico americano Bill Hicks. Mi sembra che Repubblica arrivi a questa conclusione con una ventina d'anni di ritardo.
Tutti sanno che Luttazzi copia ed è egli stesso a riconoscerlo, a dire di guardare tutti i programmi di satira americani per riproporli in Italia.
Luttazzi non ha nemmeno il cognome di originale!
Concedemi questa battuta per dire che chi conosce autori e artisti quali David Letterman, Bill Maher, Jon Stewart, Chris Rock, Richard Pryor, Lenny Bruce, Jay Leno, George Carlin, Eddie Murphy, Jerry Seinfeld, Robbie Williams, Larry David, ecc., sa benissimo quanto Luttazzi copi da loro.
Se questo sia un reato non lo so, ma che Repubblica venga a dire che è una scoperta, mi sembra eccessivo.
In America copiare battute da altri comici è un atto particolarmente disonorevole e sorgente di diverbi accesi, malmenamenti e citazioni in giudizio!
Luttazzi in realtà sarebbe perfetto come head writer di uno spettacolo di satira e dovrebbe trovare un front man degno che possa dire le sue battute, in modo da renderle veramente divertenti ... ma questo è un altro discorso.

Quanto alla questione della chiusura del programma, mi sembra una presa di posizione assurda.
Il Direttore avrebbe giustamente dovuto prendere le difese di Ciccio Ferrara e richiamato ad un minimo di buon gusto Luttazzi, ma si sarebbe dovuto fermare qui.
Quanto a Luttazzi, è vero che la volgarità è accettabile nella satira, però certo non è necessaria.
Si può essere estremamente diretti, espliciti, ironici, satirici e pungenti anche senza volgarità, certo questo richiede un po' più di originalità e una ricerca raffinata della battuta.
Avere libertà di espressione, non vuol dire necessariamente doverne abusare.
Infine, la battuta di Hicks/Luttazzi obiettivamente non faceva ridere, però il messaggio contenuto era corretto: Ferrara ha avvallato le guerre di Berlusconi.

Saluti