Sulla questione dell'invito ad Israele (come ospite d'onore) alla fiera del libro di Torino e relative polemiche, si sta montando un caso analogo a quello della presunta censura al papa alla Sapienza.
Ma questa volta la polemica è inutile.
Perchè sono stati proprio gli scrittori israeliani (come altri intellettuali) a difendere sia lo stato israeliano che la dignità dei palestinensi a condurre una vita civile.
«Un vero cittadino di Israele deve chiedersi perché i palestinesi siano condannati a vivere in baraccopoli e ad accettare standard inferiori di educazione e assistenza medica invece di ricevere dalle forze occupanti condizioni di vita decorose, dignitose e vivibili, diritto comune a tutti gli esseri umani»
Daniel Barenboim, direttore d’orchestra israeliano, la Repubblica 1 febbraio
L'articolo di Grasso suona addirittura pretestuoso e inutilmente polemico, richiamando al dovere di imparzialità Fazio e Dandini, che vanno in televisione una volta alla settimana (e anche a tarda ora) e non altri programmi, che (come Porta a Porta) hanno ospitato perfino fascisti e xenofobi.
"Ecco, sarebbe bello se voi, i conduttori più prestigiosi, buttati al vento gli alibi semantici, senza tante ipocrisie, magari sfidando un po' di impopolarità, ci diceste se gli scrittori d'Israele sono o non sono degni di essere invitati in Italia a una manifestazione di libri."
Ch'io sappia, Fazio ha già invitato nella sua tramissione uno scrittore israeliano di fama mondiale, come Amos Oz.
Sarebbe bello vedere tutta la cultura, il rispetto dei valori anche su altre reti o tramissioni.
E se qualcuno vuole boicottare la fiera a Torino per l'invito a Israele (forse anche fuori luogo) è liberissimo di non andarci.
Nessuno lo obbliga.
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