Qualcuno facendo zapping tra Rai2 e Rai3 , venerdì sera, avrebbe potuto confondere le sue storie di medici raccontate.
Uno poteva pensare che Michele Aiello e Angelo Guttadauro fossero due medici onesti che indagano per conto della mafia sulle infiltrazioni della Dia ....
Miracoli televisivi, che a poca distanza di telecomando raccontano due storie diverse: una di medici coscienziosi, investigatori contro le morti in corsia.
Un'altra di altri medici, appartenenti alla borghesia mafiosa, arricchiti grazie alle convenzioni sanitarie stipulate dalle regioni. Una storia di medici traditori, ma anche di funzionari dello stato traditori.
Come il maresciallo della Finanza che lavorava per la Dia, Giuseppe Ciuro e il maresciallo dei carabinieri Riolo (esperto in microspie e intercettazioni).
La storia delle famose talpe nella Dia, che informavano Aiello stesso, del corso delle indagini su di lui e sulla mafia bianca.
Informazioni che partivano dalla procura di Roma, passando per il palazzo della Regione a Palermo, per arrivare sul cellulare di questo imprenditore della sanità. Traditori dello stato.
L'inchiesta ricostruiva la storia di Michele Aiello: aveva iniziato costruendo strade interpoderali. Pieno di debiti, ad un certo punto nelle sue aziende, tra il 1986 e il 1987, entra nelle sue casse circa 1 miliardo di lire.
E da lì inizia la sua fortuna: chi è Aiello? Giovanni Brusca, in un interrogatorio rivela che Bernardo Provenzano (u zio Binnu) gli aveva detto "trattalo bene come se fosse cosa mia", e lui aveva capito.
Riina, quando fu arrestato dai Ros nel 1993, aveva in tasca un pizzino dove si parlava di un appalto da dare ad Aiello.
Dunque, la mafia, la nuova mafia di Provenzano, aveva puntato su Aiello, per i suoi investimenti nel settore sanitario.
Questa storia me ne ricorda un'altra, di un altro imprenditore lombardo. Anche lui aveva iniziato con un impresa di costruzioni, vicino Milano.
Anche su di lui, ad un certo punto, non si sa bene come, piovono tanti miliardi che non si capisce da dove provengono.
Anche lui è contornato da gente in odore di mafia.
Anche lui, come Aiello, ha una rete di spie e informatori nello stato: da funzionari della GdF che corrompe e inserisce poi nella sua struttura societaria, ad avvocati e magistrati a libro paga.
Non mi viene in mente il nome di questo imprenditore.
Uno poteva pensare che Michele Aiello e Angelo Guttadauro fossero due medici onesti che indagano per conto della mafia sulle infiltrazioni della Dia ....
Miracoli televisivi, che a poca distanza di telecomando raccontano due storie diverse: una di medici coscienziosi, investigatori contro le morti in corsia.
Un'altra di altri medici, appartenenti alla borghesia mafiosa, arricchiti grazie alle convenzioni sanitarie stipulate dalle regioni. Una storia di medici traditori, ma anche di funzionari dello stato traditori.
Come il maresciallo della Finanza che lavorava per la Dia, Giuseppe Ciuro e il maresciallo dei carabinieri Riolo (esperto in microspie e intercettazioni).
La storia delle famose talpe nella Dia, che informavano Aiello stesso, del corso delle indagini su di lui e sulla mafia bianca.
Informazioni che partivano dalla procura di Roma, passando per il palazzo della Regione a Palermo, per arrivare sul cellulare di questo imprenditore della sanità. Traditori dello stato.
L'inchiesta ricostruiva la storia di Michele Aiello: aveva iniziato costruendo strade interpoderali. Pieno di debiti, ad un certo punto nelle sue aziende, tra il 1986 e il 1987, entra nelle sue casse circa 1 miliardo di lire.
E da lì inizia la sua fortuna: chi è Aiello? Giovanni Brusca, in un interrogatorio rivela che Bernardo Provenzano (u zio Binnu) gli aveva detto "trattalo bene come se fosse cosa mia", e lui aveva capito.
Riina, quando fu arrestato dai Ros nel 1993, aveva in tasca un pizzino dove si parlava di un appalto da dare ad Aiello.
Dunque, la mafia, la nuova mafia di Provenzano, aveva puntato su Aiello, per i suoi investimenti nel settore sanitario.
Questa storia me ne ricorda un'altra, di un altro imprenditore lombardo. Anche lui aveva iniziato con un impresa di costruzioni, vicino Milano.
Anche su di lui, ad un certo punto, non si sa bene come, piovono tanti miliardi che non si capisce da dove provengono.
Anche lui è contornato da gente in odore di mafia.
Anche lui, come Aiello, ha una rete di spie e informatori nello stato: da funzionari della GdF che corrompe e inserisce poi nella sua struttura societaria, ad avvocati e magistrati a libro paga.
Non mi viene in mente il nome di questo imprenditore.
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