07 marzo 2010

Forma e sostanza

Col decreto governativo che “interpreta” le leggi, sulle future regionali in Lombardia e Lazio, si è percorso un ulteriore passo in avanti verso la dittatura della maggioranza. In nome del diritto al voto all'elettore “attivo(che nessuno in realtà ha mai negato a milioni di cittadini) e al principio che, quando torna comodo a chi governa, si può passare sopra alla forma, per una questione di sostanza (“il male minore”, secondo il presidente della Camera, Fini).
Ovvero per una questione di potere, perchè di questo stiamo parlando: le mani sulla sanità, sul toto poltrone degli assessori...

La maggioranza schiaccia la forma e il rispetto delle leggi, cui ogni cittadino e in special modo quelli chiamati ad un ruolo istituzionale, sono chiamati. Un abuso di potere, un golpettino per decreto legge firmato dal presidente della Repubblica (già formatario di una legge contraria alla Costituzione come il Lodo Alfano).

Come da copione, il giorno dopo la firma (cioè ieri), tutti i mezzi di informazione rimasti in piedi dopo la censura di Masimani di forbice, parlavano di decreto che mette fine al vulnus, al caos delle firme e stigmatizzavano poi le critiche al Quirinale del solitario Di Pietro.

Intendiamoci, anche a sinistra erano contrari alla legge che interpreta la legge, ma finchè si tratta di fare solo parole, sono tutti bravi. Persino De Luca, che “di notte in una strada buia”, vorrebbe incontrare Travaglio. Persino Casini ..

E così, il giorno dopo tutti si sono dimenticati della parole del ministro della difesa Ignazio La Russa, della candidata Renata Polverini.
Come al solito il problema sono le parole di Di Pietro che, titolo del solito TG1, “attacca Napolitano”.
Persino Schifani, riferendosi al presidente, criticava chi metteva in dubbio la sua autorità: autorità che evidentemente vale a giorni alterne come le targhe. Specie quando firma un decreto.

Chi si ricorda del gruppo su Facebook della Lega Nord di Marcheno (Brescia): “giudice non mi hai fatto votare e io comincio a sparare”, con una bella foto di una mitragliatrice.
Il ragazzo congalese autore del gruppo su FB contro i bambini down è stato denunciato per istigazione a delinquere.

E ieri è stata effettivamente una giornata in cui sono capitate strane cose: Bertolaso di fronte al papa che ne ricordava il suo ruolo da Buon Samaritano, per l'opera della Protezione civile. E le inchieste in corso sugli appalti della cricca che ruotava attorno proprio a Bertolaso? E il povero Balducci, ex gentiluomo del papa, che fine hanno fatto?
Forse sono finite anche queste in una rapida prescrizione, come quella che ha accolto i poliziotti condannati in Appello al processo per le torture di Bolzaneto?

Come la mettiamo qui, con la forma e con la sostanza? Col diritto a ricevere un trattamento umano dalle forze dell'ordine?
Come la mettiamo con i vari casi Cucchi, Aldrovandi?
Con le truffe per gli appalti delle grandi opere.
Con la mega evasione fiscale e riciclaggio con tanto di senatore della repubblica implicato nell'inchiesta, ex killer della Banda della Magliana, l'ombra della ndrangheta.

Segnalazioni:
- L'articolo del costituzionalista Michele Ainis su La Stampa "Dal cilindro spuntò la soluzione".
- Il Tar riammette il listino di Formigoni, per il momento.
- Il giudice della sez. della Corte D'Appello Anna Argento che ha respinto le liste del PDL arrivate in ritardo a Roma, è indagata per abuso d'ufficio (per il momento, è l'unica colpevole del caos liste).




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