21 marzo 2010

Il governo contro il resto del paese

A Roma, il Popolo della Libertà ha manifestato in difesa … in difesa di cosa? Della libertà di voto, della libertà di poter governare senza intralci giudiziari. Come i tanti impicci causati dalle interfettazioni telefoniche.
Non a caso, gli intervista, alla domanda perchè manifestare rispondevano “siamo stufi della giustizia”, “siamo contro questa giustizia politicizzata”.
E dal palco, il presidente tuonava sul diritto “a non essere spiati”. Fa brutto, risentire la propria voce, che penseranno di me?

Una manifestazione che suona come una prova di forza: chi non è con me è contro di me.
Si dice che siano partite lettere ai dirigenti locali per portare in piazza quanta più gente possibile; 100 euro promessi dalle agenzie interinali (per sfilare con la maglietta di Silvio); sms in barba alla privacy (strano no? Proprio loro che sulla privacy). Infine la lettera quantomeno imbarazzante di Denis Verdini agli abruzzesi (ingrati vi abbiamo dati le case …).
Nella vignetta su Repubblica Ellekappa diceva “S. Giovanni come Palazzo Grazioli: costretto a pagare per avere compagnia”.
Mi ricorda un po' la scenetta dal film Anni ruggenti, con Nino Manfredi, con i contadini costretti a salire sui camion per sfilare davanti ai ducetti di paese, per fare massa.

Ma la maggioranza di paese coincide con la maggioranza di governo? Dubito, poiché la stessa maggioranza nemmeno è più coesa come una volta.
Riuscirà l'informazione del popolo a far trionfare la manifestazione? Ce la stanno mettendo tutta: il TG1 delle 13, sabato, apriva proprio con piazza S. Giovanni: una manifestazione per non una manifestazione contro. Non una parola sulla primavera di Libera, a Milano con le vittime della mafia.
Forse i parenti dell'eroe Mangano non avrebbero gradito.
E sì, che di cosa da dire, sulla mafia del nord, ce ne sarebbero. Come sulle amicizie di boss e imprenditori vicini alla ndrangheta, con esponenti del PDL.
Ma meglio star zitti, si rischia di rovinare la festa.

A proposito del partito dell'amore, all'epoca della manifestazione per la libertà di stampa il 17 settembre 2009, Feltri aveva scritto sul Giornale “Ora i farabutti vanno in piazza”.
Cosa scriveranno oggi i giornali del partito dell'amore? Ieri sul palco, B & B (Bossi e Berlusconi, ma senza Fini), in una comunione di intenti, si dicevano uniti dai valori, come quello della famiglia. Entrambi sono divorziati.

Sarebbe interessante che qualcuno del partito dell'amore rispondesse di quanto successo nel carcere di Opera a Milano: Giuseppe Graviano e Francesco Schiavone, entrambi sotto 41 bis, abbiano potuto condividere l'ora di socialità.
Chi lo ha permesso? E cosa avranno voluto dire col messaggio “sta per arrivare una valanga”?
Viene da pensare che allora hanno ragione quanti affermanno che il 41 bis è stato sì stabilizzato dall'esterno, ma svuotato dall'interno. Oggi i boss prendono l'aria assieme agli altri detenuti.
Don Luigi Ciotti ieri sera, commentando la Giornata in ricordo delle vittime della mafia parlava del ruolo della politica, dell'importanza della confisca dei beni (650 nella Lombardia, dove la mafia non c'è), della necessità che siano destinati ad un uso sociale (senza essere messi all'asta), delle banche che hanno sotto tutela quei beni.
Queste le strade da percorrere per sconfiggere le mafie: altrimenti le frasi per cui “sconfiggeremo le mafia in pochi anni” rischiano di essere solo slogan. Come quelli lanciati dal palco di Piazza S. Giovanni.


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