14 marzo 2010

La giustizia ad personam

Ci sono le leggi ad personam.
Poi ci sono le leggi contra personam. Come quelle contro il giudice Caselli.
Ci sono anche le leggi ad castam (per tutte le lobby, le caste, che affollano il palazzo del potere o la palude che dir si voglia, italiana).
Le leggi ad mafiam: la legge sui pentiti del 2000, la messa all'asta dei beni confiscati, le proposte contro le intercettazioni.
Le leggi ispirate al piano di rinascita nazionale di Licio Gelli, capo della Loggia P2. Divisione dei sindacati, occupazione dell'informazione, separazione delle carriere dei magistrati …

Nell'introduzione, Marco Travaglio scrive che l'ispirazione per scrivere il suo ultimo libro, “Ad personam”, sono state le due ultime leggi vergogna del secondo governo Berlusconi: il legittimo impedimento (anticostituzionale) e il processo breve.
Ma quante sono le leggi ad personam, emanate negli ultimi anni?

Negli ultimi sedici anni ne sono state approvate 36, più altre 11 tentate e poi abortite, oppure approvate in un solo ramo del parlamento.
Ne hanno beneficiato in tanti, non solo il cavaliere. E nemmeno sono tutte leggi del centrodestra (che però ne detiene la maggioranza): anche il sedicente centrosinistra ha la sua parte di responsabilità: non solo perchè molte porcate sono state approvate anche col consenso della sinistra, ma anche perchè per molte, una volta raggiunto il governo, non sono state abrogate. Eppure, durante le elezioni si era detto via alle leggi vergogna … la ex Cirielli, la depenalizzazione del falso in bilancio, la riforma della giustizia di Castelli.

Sulla giustizia si è concentrata l'attenzione della classe politica: ad ogni inizio legislatura si è sentito parlare (e si parla ancora adesso) di dover riformare la giustizia. Per renderla più efficiente? Per garantire che “la legge è uguale per tutti”? Per dominuire i tempi dei processi?

All'apparenza sembrerebbe di si.
Eppure i dati parlano di altro: basta vedere cosa hanno raccontato le inchieste di Iacona (“La giustizia”), Report (“Lotta di poteri”). Tribunali sempre più affolati, con sempre meno personale, amministrativo e magistrati. Faldoni che si accumulano, pratiche che si perdono, perchè nei tribunali l'informatica è una chimera lontana, i locali sono stipati come non dovrebbero, talvolta a rischio allagamento.
Risultato di questo è processi che durano troppo (1457 giorni nel 1999, 1805 nel 2003, oggi non si contano più), falciati poi dalla prescrizione (180000 prescrizioni all'anno). Chi si occupa allora delle persone che non ottengono giustizia?
Tutto ciò nasce dai tagli alla macchina della giustizia (perchè in questo paese solo la criminalità è organizzata), i tagli al personale (i concorsi che non si fanno dal 2001), le tante leggi che si accumulano una sull'altra, rendendo il processo penale sempre più simile ad un gioco dell'oca.

Nemmeno si sa quante sono le leggi in Italia (un po' come le leggi ad personam): nel paese dove esiste persino un ministro per la semplificazione delle leggi, pare che queste siano 100000, 150000 o anche 300000. In Germania sono 8000, 10000 in Francia.

Ma è anche un'altra malattia quella che ha colpito la nostra giustizia e di riflesso, la nostra democrazia.
La sindrome del dito e della luna. La corruzione rovina l'economia e ci costa 40 miliardi di euro all'anno?
E il legislatore la rende sempre più facile.
La salva ladri, i decreti Conso e Biondi, la legge anti manette del 1995, le bozze Boato della Bicamerale, il nuovo articolo 513 dell'articolo del codice penale, la Someone Saraceni, le norme sui pentiti, l'incompatibilità gup gip, la legge sulle rogatorie, il legittimo sospetto

Le intercettazioni permettono di scoprire i malaffari dei colletti bianchi (scegliete voi lo scandalo che preferite, Protezione civile, l'evasione e il riciclaggio tramite le società di telecomunicazioni, lo scandalo bonifiche a Milano …)?
Il legislatore parla di “casi isolati”, “mele marce” (come quel Prosperini che ha appena patteggiato la pena), ma poi legifera per restringere l'uso (meglio sarebbe toglierle del tutto) le intercettazioni.

Notizie di questi giorni: il premier avrebbe fatto pressioni per bloccare trasmissioni di informazioni scomode, ovvero che mostrano il re nudo per quello che è?
E il legislatore allora, se la prende con i giornalisti che le raccontano.

I partiti fanno pasticci nel presentare le liste per le elezioni regionali?
E il legislatore ti fa un decreto per regolarizzare ciò che non lo è, perchè le leggi devono essere interpretate quando fa comodo a lorsignori (e non quando le interpretano i giudici, intendiamoci bene).

Il nostro parlamento è frequentato da imputati, condannati in primo grado, in appello e con sentenza passata in giudicato, e cosa ti pensano, lorsignori?
All'immunita parlamentare. Che suona sempre di più come un impunità a delinquere.

E poi c'è lui: il nostro premier, che fa suola per tutti. I magistrati lo portano a processo?
E lui costringe il parlamento ad occuparsi del lodo Alfano, il legittimo impedimento, il processo breve, l'immunità parlamentare, il lodo Alfano per via Costituzionale.

Putroppo oggi sta diventando normale il non rispetto delle leggi. Il non rispetto della Costituzione. Come se non sapessimo che proprio la nostra società si regge sul rispetto reciproco, da parte di tutti, non solo dei ladri di merendine, delle leggi.
Leggi che oggi vengono fatte non più in nome di pricipi astratti, che valgono per tutti, nell'interesse di tutti, ma solo nell'interesse di una persona, di una lobby. Insomma, un comportamento non risponde alla legge, “è la legge che va cambiata, non il comportamento”.

Al centro del patto, del contratto che lega assieme gli italiani in quella cosa che si chiama democrazia italiana, ci sono le leggi. Piaccia o non piaccia, così stanno le cose. Al di fuori delle regole (e non parliamo di quelle scritte per sovvertire le leggi e i principi della Costutizione) e della legalità, dove vivono i furbetti e gli “utilizzatori finali”, sta solo il deserto, l'anarchia, la legge del più forte, il medioevo prossimo futuro.

Notizie:
- la lotta sul tempo, contro le intercettazioni
- I furbetti del cinema: Last Minute Marocco, il film con finanziamenti statali, realizzato dalle mogli degli imputati sullo scandalo della Protezione civile
- "Il Guardasigilli non ci fa paura: a Trani inchiesta seria, faremo un pool" Alfano manda i soliti ispettori? E i magistrati vanno avanti con la schiena dritta.
- La piazza viola del paese che vuole cambiare.
- Dal Pdl un progetto di legge per nuovo condono edilizio

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