« La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi. »
In coda al bel film di Martinelli, Piazza delle cinque lune, sul rapimento e morte di Aldo Moro e della sua scorta compare questa citazione di Solone.
Si ritaglia perfettamete alla visione politica che si vorrebbe applicare in Italia, sia dalla maggioranza che dalla presunta opposizione.
Processo per direttissima per i ladruncoli, espulsioni per gli immigrati e per i loro figli anche se vanno a scuola e massima impunità per i colletti bianchi.
La Cassa integrazione è aumentata del 580% nel 2009 rispetto al 2008 (in Lombardia), i licenziamenti sono aumentati del 29% nel febbraio passato.
Ma si continua a parlare di giudici politicizzati, di magistratura che interferisce con l'azione governativa, di giudici che non applicano le leggi.
Le stesse litanie dai tempi del processo Sme-Ariosto contro Cesare Previti.
Come se d'improvviso un reato commesso da un politico, non fosse più reato. E il politico non fosse più colpevole, ma solo il giudice che lo vuole processare.
L'ultima inchiesta di Trani, mette in luce il volto del potere italiano: controllo dell'informazione, ramificazione di interessi, che vanno al di la dei poteri sanciti dalle leggi.
La battaglia diventa una questione di Fede, in tutti i sensi, sfiorando anche toni grotteschi: "ormai la gente ha paura di parlare al telefono" Emilio F. al TG4.
E, sconfessando quando affermato nelle settimane precedenti, si tira il presidente della repubbica per la giacchetta, travisando le affermazioni fatte.
Napolitano aveva detto:
"Vanno in sostanza rispettate - in tutti i casi, compreso quello oggi all'attenzione dell'opinione pubblica - l'autonomia delle indagini e l'autonomia degli interventi ispettivi disposti dal Ministro della Giustizia nei limiti dei suoi poteri"
"L'iniziativa del Csm, sconfessata dall'intervento del presidente Napolitano".
Mah.
Aspettando che i diveramente concordi si facciano sentire, per chiedere le dimissioni dell'esecutivo; che il CSM prenda una decisione su Cosimo Ferri (che evidentemente non è nè De Magistris, nè Clementina Forleo), non possiamo che assistere ancora una volta alla democrazia calpestata.
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