le riforme strutturali che chiediamo sono maturate in centinaia di incontri territoriali nei 22 mesi di crisi alle nostre spalle. La politica tanto si è accorta delle nostre proposte, che talora ha mostrato insofferenza. Come sulle tasse.
O alla nostra Assemblea, quando migliaia di imprenditori hanno invocato con due minuti di applausi tagli energici ai costi della politica. Altre volte, le risposte sono invece state positive.
Una settimana fa abbiamo scongiurato che nella manovra restassero norme fiscali che ledevano il diritto del contribuente al contraddittorio in contenzioso. Altro che tutela corporativa.
Abbiamo difeso con successo tutele inviolabili per ogni cittadino.
Quando il governo mi ha chiesto di diventare ministro delle Attività produttive, ho ringraziato ma declinato. Non credo affatto che alla fragilità di una politica spesso troppo sicura di sé la risposta giusta sia la confusione di ruoli.
Il coraggio della critica non ci è mai mancato e basta guardare ai dati del nostro Centro Studi sull'evasione fiscale o all'impegno della nostra associazione contro la criminalità organizzata per riconoscere come, al di là della politica, ci siamo impegnati sui temi più rischiosi della nostra società. In ogni caso, saranno gli elettori, a tirare le somme. Ed è agli elettori, che deve chiedere consenso chi vuol cambiare le cose. Non ai salotti buoni.
O alla nostra Assemblea, quando migliaia di imprenditori hanno invocato con due minuti di applausi tagli energici ai costi della politica. Altre volte, le risposte sono invece state positive.
Una settimana fa abbiamo scongiurato che nella manovra restassero norme fiscali che ledevano il diritto del contribuente al contraddittorio in contenzioso. Altro che tutela corporativa.
Abbiamo difeso con successo tutele inviolabili per ogni cittadino.
Quando il governo mi ha chiesto di diventare ministro delle Attività produttive, ho ringraziato ma declinato. Non credo affatto che alla fragilità di una politica spesso troppo sicura di sé la risposta giusta sia la confusione di ruoli.
Il coraggio della critica non ci è mai mancato e basta guardare ai dati del nostro Centro Studi sull'evasione fiscale o all'impegno della nostra associazione contro la criminalità organizzata per riconoscere come, al di là della politica, ci siamo impegnati sui temi più rischiosi della nostra società. In ogni caso, saranno gli elettori, a tirare le somme. Ed è agli elettori, che deve chiedere consenso chi vuol cambiare le cose. Non ai salotti buoni.
presidente di Confindustria
A proposito di evasione: a Porto Cervo scoperta una maxi evasione di 300 miliardi di euro. Nullatenenti o pensionati con social card, che però hanno una bella villa sul mare.
Che mestiere fanno? Chi sono? In che modo, con che scudi o schermi societari, riescono ad eludere il fisco? Che ne pensa confindustria di queste imprese ?
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