Ecco un esempio della guerra politica dietro la manovra finanziaria, su cui il governo porrà la fiducia: la tensione tra Formigoni e Tremonti, il battibecco nato dalla dichiarazione del governatore (da Il sussidiario) della Lombardia (pro Berlusconi)
Nelle stesse ore, il governatore lombardo Formigoni (in prima fila da giorni nelle proteste anti-Tremonti) dice che «con Berlusconi il dialogo si aprirà»: come dire, finalmente quel testardo di Tremonti viene messo da parte.
È il capogruppo leghista in consiglio regionale, Stefano Galli, a contestare l’entità dei fondi previsti per la manifestazione di Cl: 234mila euro. La proposta di stanziamento è all’ordine del giorno della commissione tecnica in materia di Comunicazione, editoria e immagine che si riunirà oggi.
Come a dire che Formigoni dovrebbe smettere di piangere e se vuole trovare dei fondi sa dove andare.
La risposta del ciellino Cattaneo:
Tra le repliche spicca quella dell’assessore Raffaele Cattaneo: «Forse Galli sente la nostalgia dei Capidanni celtici e di altri eventi improbabili che la Regione si è trovata a finanziare».
Nello stesso giorno, Maroni lodava la politica dei respingimenti della Libia (che ha ridotto i flussi degli immigrati verso Lampedusa), per concentrarsi ora su Malpensa (la nuova porta ).
Servirebbero nuovi centri di identificazione ed espulsione.
Ecco: con che soldi?
Non sarebbe meglio dedicare quei fondi alle forze dell'ordine (anzichè ventialre tagli di tredicesime)? Per attivare le carceri già pianificate?
Nel frattempo, proprio per la politica dei respingimenti, qualche centinaio di profughi eritrei rischiano di essere espulsi dalla Libia e ritornare al loro paese. Dove rischiano il carcere e la tortura.
Ma forse nelle carceri e nei tribunali eritrei non c'è crocifisso.
Per rispondere a Formigoni e Maroni, basta leggersi il rapporto ecomafie 2010 di Legambiente, presentato ieri in regione:
La Lombardia, secondo il dirigente nazionale di Legambiente, è tra le regioni più esposte, anche per la sua centralità nei traffici internazionali di rifiuti tossici, che sono ripresi nell’ultimo anno in modo esponenziale. Rimane confermato il ruolo criminale dei cosiddetti “colletti bianchi”, professionisti al servizio delle cosche. E per questo Fontana ha avanzato, a nome di Legambiente, una forte proposta a Confidustria perché si stipuli un patto contro le ecomafie: “lavoriamo insieme perché entro dicembre 2010 si introducano nel codice i reati contro l’ambiente, come previsto da una direttiva comunitaria e venga inserito nel decreto legislativo n° 231 del 2001 – che sanziona la responsabilità delle persone giuridiche – anche i delitti legati al traffico di rifiuti. In sintesi, premiamo gli eco-virtuosi e cacciamo gli eco-furbi!”.
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