Il sindacato è accusato di essere conservatore, di non volere il cambiamento nel paese. Cambiamento in termini di maggiore precarietà e meno diritti sul lavoro, si intende.
Cosa ha fatto il sindacato per creare posti di lavoro? Per difendere chi è senza diritti?
Ma cosa avrebbe dovuto fare la CGIL (che è poi il vero accusato sul banco)?
Forse avrebbe dovuto tenere una posizione più rigida nei confronti dei governi che si sono sin qui succeduti, quando legireravano in tema del lavoro.
Monti e la riforma Fornero.
Renzi e il jobs act.
Dunque per non essere accusati di non aver fatto nulla, avrebbero dovuto opporsi con più forza all'esecutivo e non firmare silenziosamente accordi al ribasso (come altri hanno fatto altri sindacati, con gli accordi per la fiat di Marchionne, con la Confindustria).
Una cosa da comma 22.
Che non toglie che su trasparenza dei bilanci, Renzi abbia ragione: i sindacati dovrebbero pubblicare online i bilanci e rendicontare come sono spesi i soldi, prima che lo facciano i partiti.
La polemica sui sindacati è una cosa difficile da spiegare dal di fuori.
Risulta difficile spiegare come il PD faccia la riforma del Senato assieme al partito di un condannato, che proprio è accusato di aver corrotto senatori proprio contro quel partito.
Risulta difficile spiegare come un ex ministro della giustizia che ha approvato due decreti per l'Ilva, ora lavori proprio per l'Ilva.
Che il Viminale smentisca la trattativa tra il tifoso del Napoli e rappresentanti di calcio e istituzioni, quando tutte le immagini dicono il contrario.
Nessun commento:
Posta un commento