Il pregiudicato, il secessionista e la giornalista che, causa condanna giudiziaria, ha omaggiato il presidente di un'intervista a casa sua.
Questa volta, anche volendo, B. non poteva dire, mi alzo e me ne vado.
Ma dove vai che sei casa tua?
Tutti e due a rivendirare i propri meriti, a portare ricette miracolose per uscire dalla crisi.
Berlusconi, al solito, ha scaricato la colpa su altri, i giudici, i quattro colpi di stato (aumentano col passare della campagna elettorale), Napolitano.
Salvini, dal pratone, puntava invece su euro e Merkel.
E le riforme con Renzi? Berlusconi sarà bravissimo a sfilarsi un minuto prima e lasciare il PD solo col cerino.
Uno si sveglia alla mattina e pensa di non essere costretto a rivivere le stesse scenette già viste.
Mai un'ammisione di colpa da parte di due eponenti di partiti di governo.
La crisi, solitamente, non ha padri riconosciuti.
Per fortuna che è stato pure condannato, il presidente. Che ha già governato per anni con le sue ricette e le sue promesse miracolose (ultime, la vittoria sul cancro).
Se questo è il rispetto della legge, poi non lamentiamoci se tifosi scatenati fanno guerriglia a colpi di pistato e prendono possesso di uno stadio.
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