Il giocatore di calcio che deve fare l'inchino al capo ultras, con
la maglia in difesa del tifoso in carcere. Per chiedergli il permesso
di giocare la partita.
Il tutto di fronte alle autorità sportive, ai vertici della
politica e agli altri spettatori che hanno aspettato 45 minuti per la
finale. Finale che non si poteva rinviare, show must go on.
L'inchino agli ultras, loro che controllano quella parte del
territorio italiano.
Il paese all'incontrario.
Il tutto nei giorni in cui il governo emana un decreto lavoro che
aumenta il precariato nel paese.
Nel paese delle sperequazioni dove i 10 italiani più ricchi hanno reddito per 500000 operai.
Operai che, come racconta il caso Piombino, sono una razza in via
d'estinzione.
Mentre a un senatore condannato per frode, che doveva essere
estinto dalla vita politica, è concesso di fare campagna elettorale
e mettere mano alle riforme costituzionali.
Quanti oggi si schiereranno dalla parte degli agenti che ieri si
sono scontrati coi tifosi?
Una parola, vergogna.
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