Italia, paese di grandi vip che a volte
hanno anche un rapporto difficile col fisco (per usare un eufemismo):
come il campione Rossi del mondo nel motociclismo. Grazie alle
sponsorizzazioni e ai ricchi contratti, diventa uno degli sportivi
più pagati: nel 2007 la procura di Perugia gli notifica una cartella
per evasione, per aver spostato residenza a Londra.
Valentino ha trovato un accordo col
fisco, con uno sconto del 70% sull'evaso.
Che diranno i contribuenti e i
lavoratori normali?
Non è un caso isolato: Pavarotti,
sposta la residenza a Montecarlo, metà tasse scontate.
A Fisichella (Formula 1) il fisco
chiedeva 17 ml, ne ha pagati 4.
E poi la soprano Ricciarelli, Ricky
Tognazzi, Accardo, Morricone: hanno tutti patteggiato col fisco per
cifre inferiori. Tutti con la casa a Montecarlo.
Rocco Siffredi invece ha residenza in
Ungheria: anche lui ha patteggiato pagando solo il 20% del dovuto.
Leonardo Del Vecchio ha accordato col
fisco un pagamento da 300ml di euro, e poi Wind, Bosh .. un accordo e la reputazione rimane pulita.
Tutti casi di elusione: uso le
maglie della giurisdizione per pagare meno tasse, ma tra elusione ed
evasione il confine è labile e una serve all'altra.
Spostare azienda e soldi nei paradisi
fiscali è la cosa più semplice: Federico Ruffo incontra in un bar a
Roma un esperto di capitali da spostare.
Che racconta al
giornalista “Prendi una SRL dominicana, neanche il governo può
sapere chi sono i soci, prendi una carta di debito e spendi tutti i
soldi sul conto”.
Ma non serve andare così lontano: c'è
una società romana che sposta soldi in Romania, con ua tassazione al
16%. Tassazione calcolata sulla differenza tra ricavi e costi.
I costi li puoi gonfiare come ti pare:
la società la costruiscono loro, tirano su l'ufficio da zero.
L'unione europea mette l'80% dei soldi
per tirar su un'azienda.
Poi ci sono paesi come le Canarie dove
la tassazione è al 4%.
Il casi di Angiola Armellini: è
l'erede dell'impero del costruttore Armellini, 3000 abitazioni
scomparse dietro società nei paradisi fiscali... La GdF ha scoperto
che su molte case, affittate al comune di Roma per l'emergenza case,
non aveva pagato Imu e Ici.
Palazzine a rischio crollo, su cui il
comune pagava sempre l'affitto.
Case con cemento mischiato a sabbia di
mare.
C'è un contenzioso, tra comune e
Armellini per ristrutturare le case: case affittate al comune per 11
ml di euro l'anno (delibera poi bloccata per mancanza di copertura
dalla giunta Alemanno).
La giunta Marino ha raggiunto un
accordo per un affitto da 5ml, ma ora vuole indietro i soldi di Imu e
Ici.
Nonostante questo (l'evasione dell'ICI)
gli Armellini continuano a fare affari col comune, come con il nuovo
stadio della Roma, all'Ippodromo di Tor di Valle.
La delibera
approvata a Natale è un regalo agli Armellini, dicono alcuni
consiglieri comunali, i cui terreni, conferiti in una società del
Lussemburgo, sorgono vicini allo stadio.
Come mai è stato scelto il terreno di
Tor di Valle?
Secondo la Gdf il patrimonio varrebbe
2,1 miliardi di euro, in società nel Lussemburgo, i direttori delle
filiali italiane erano solo prestanome.
Tra gli indagati ci sono 8
tra notai e commercialisti, nessuno ha voluto essere intervistato da
Presa diretta. Gente comune che si era prestata al gioco per pochi
euro e anche professionisti.
Il ducato del Lussemburgo: qui
c'è la concentrazione di depositi più alta del pianeta, il più
alto pil per persona, la più alta concentrazione di banche.
Banche per i soldi degli stranieri, che
arrivano dal resto del mondo, anche dall'Italia.
Qui troviamo Unicredit, Intesa,
Mediobanca, ma anche la banca popolare dell'Emilia Romagna, che qui
ha una società anonima.
Quando esplode il Luxleaks, si
capisce perché di questi sportelli: un accordo tra privati per
garantire una tassazione favorevole, accordo stipulato tra un governo
europeo e società provate.
Anche il banco popolare dell'Emilia.
Qui trovi società che affittano
uffici, trovi gente che risponde al telefono, pur di figurare filiali
estere in Lussemburgo dove spostare tutti a guadagni. Tassati all'1%.
Tripadvisor, Mediaset investment,
Philips...
Come è finito il caso Armellini?
Pagherà il 25% della somma contestata e ora le società sono state
spostate in Italia.
Anche lo Stato italiano è andato in
Lussemburgo per pagare meno tasse: ci è andata la regione
Sicilia, con una società partecipata.
Anche questo è uscito dall'analisi del
LuxLeaks: si tratta del fondo Malvasia posseduto da Pirelli, DB e
dalla Sicilia immobiliare, una partecipata dalla regione.
Nel fondo immobiliare ci sono 34
palazzi: la società prende i palazzi dalla regione, che aveva
bisogno di soldi per fare cassa. Sono palazzi usati per gli uffici
degli assessorati, che poi ha dovuto riaffittare a caro prezzo.
I conti dell'operazione di Cuffaro
sono disastrosi: incassati 179ml incassati, ma ne ha spesi il triplo
per l'affitto, - 400ml di euro. Un affare per il fondo, con sede in
Lussemburgo.
Se ne è accorto il presidente
Crocetta, spulciando le spese per gli affitti.
La regione ha pagato qualcuno per
prendersi, a pochi soldi, i palazzi della regione: l'operazione è
stata infatti finanziata dalla finanziaria regionale.
Lo scandalo Luxleaks: come è possibile
avere un paradiso fiscale in piena europa?
Perché il Lussemburgo ha bisogno di
questa economia, perché crea posti di lavoro,la incentiva.
Come per il caso Assange e Falciani,
le persone che hano fatto uscire le carte rischiano grosso, perché
accusati di violazione del segreto bancario.
Tra i difensori di queste gole
profonde, il giornalista del Guardian Bowers:
al giornalista Ruffo a spiegato che il Lussemburgo è di fatto un
paradiso, di cui hanno tratto beneficio le multinazionali, che qui
hanno sede.
Sono tutti coinvolti, esperti,
economisti, consulenti delle aziende.
A governare qui è stato per anni
Juncker, oggi a capo della commissione: quando era al governo
si sono firmati gli accordi con le imprese. Senza violare le leggi,
si difende.
Servirebbero regole uguali per tutti,
in tutta Europa, in ambito fiscale: ma il nuovo presidente del
Lussemburgo (di un altro partito) non si sente in colpa, parla di
attrattività economica, comune ad altri paesi europei e nel
mondo.
Come Londra e i suoi protettorati: da
cui passano 1000 miliardi di dollari sottratti al fisco nel mondo. Il
più grande paradiso fiscale è anche il più grande centro
finanziario: tutto garantito dalle società limited.
Uno dei professionisti che aiutano le
imprese italiane ha messo sul piatto costi e benefici: con 4000
sterline si apre una limited, che nasconde i beneficiari al fisco.
Ma ci sono società che aiutano a
crearsi una società limited su internet, con meno costi.
Senza documenti, senza controlli sugli
indirizzi: con pochi click si ha una sede, un ufficio. E una società
virtuale. Con cui fare qualsiasi operazione finanziaria nel mondo,
senza che si possa risalire ai veri proprietari.
Panama: qui ci sono depositi per
51 miliardi di dollari. Qui l'anonimato di una società è sancito
per legge. Panama city è un enorme cantiere, pieno di grattacieli.
Costruiti negli ultimi anni con i soldi
sottratti al fisco e che qui devono essere investiti o lavati.
Chi opera fuori Panama paga 0 tasse,
dice Giovanni Caporaso che ha uno studio di consulenza.
Il mago che offre il kit dell'elusione
a chi è interessato: mail che si distruggono, numeri anonimi in
tutto il mondo, carte di credito anonime.
La società fiduciaria che crea il
consulente ha un direttore (che è un avvocato) e tre membri del
consiglio: prestanome.
“Gli stati in fallimento,
costringono la gente a pagare le tasse e la gente sposta i capitali
.. se la gente ritiene ingiusta la tassazione, è giusto scappare
...”.
Si sentono in colpa questi imprenditori
che spostano i profitti all'esteto, sfuggendo alle tasse in Italia?
Neanche per sogno: se il fisco ti
spreme troppo, è giusto non pagare, risponde uno di loro.
Sono 50mila le società anonime aperte
ogni anno.
Le multinazionali che pagano meno tasse
grazie ai paradisi fiscali sono così forti, che sfidano anche lo
stato Americano.
Come la Apple, che in una seduta
al Senato hanno tenuto testa al repubblicano mcCain e al presidente
della commissione Lewin.
Tim cook sa che l'elusione è lecita,
spostare la tassazione in Irlanda per pagare tasse all'1,5% è
legale.
È dovuto intervenire Obama, con una
proposta di legge ad hoc. Ma il congresso a maggioranza repubblicana
è contrario alla tassazione delle multinazionali.
Facebook Irlanda fa profitti per 1
miliardo e paga tasse per 200 ml.
Ma nemmeno l'Europa è riuscita a
contrastare l'elusione delle multinazionali: in Inghilterra il
cancelliere Osbourne ha introdotto la tassazione al 25%, per queste
strutture.
Il trucco si chiama double
irish: Google e Amazon non pagano tasse e non investono in
ricerca in Italia, pur avendo sedi qui da noi.
Google sembra avere una stabile
organizzazione, ma per il direttore non è vero.
“I politici possono cambiare le
leggi”, dice.
“I governi si devono svegliare …
tie”: dice il presidente di Amazon Italia. A chi era
rivolto il gesto?
Stiamo facendo qualcosa per recuperare
questi soldi, noi italiani?
La politica italiana che fa?
Francesco Boccia nel 2013 aveva
presentato un disegno di legge per tassare queste multinazionali. La
web tax fu poi affossata da Matteo Renzi: il presidente del Consiglio
sostenne che la web tax andava posta come tema europeo, ma ai tempi
del semestre europeo non ha fatto nulla.
Boccia ha raccontato di pressioni
dall'ambasciata americana: a quanti soldi abbiamo rinunciato, per
ingerenze straniere?
In Europa si è fatto però un passo
avanti: le aziende come Google deve pagare le tasse nei paesi dove
fanno affari, ma il passo necessario sarà tassare gli utili.
Perché questa situazione mette in
difficoltà le stesse start up tecnologiche italiane, che non possono
competere coi big: Iubenda
è una startup italiana che non ha i benefici come Google, ma lo
stato non li ha aiutati fin da subito come burocrazia e come
tassazione.
Su
questo punto Renzi ha fatto una legge utile :
L'investment
compact act , che aiuta queste startup con degli esoneri
degli adempimenti burocratici.
Da Renzi aspettiamo la delega
fiscale, la norma che era stata chiamata “salva Berlusconi”
(per la depenalizzazione dei reati fisclai ..), che era bloccata e
verrà riscritta.
Purtroppo la depenalizzazione per un
certo numero di reati fiscali rimarrà: lo ha spiegato il
sottosegretario Zanetti, che ha almeno ammesso gli errori nel
decreto.
Per questi reati è meglio
depenalizzare, dice il sottosegretario: perché tanto nessuno viene
punito in Italia ..
L'emendamento sul reato di falso in
bilancio: dentro il DDL anticorruzione, non ancora approvato, c'è
anche la norma sul falso in bilancio.
Per chi falsifica il bilancio delle
società quotate c'è un inasprimento delle pene, ma per le non
quotate la pena massima è 5 anni. Niente intercettazioni e si
procede solo con querela di parte.
Il reato del falso in bilancio è il
cardine dell'evasione: per questo non viene toccato, spiega l'ex
ministro Visco.
Si creano provviste in nero per fare
corruzione, con il falso in bilancio.
“Siamo un paese di evasione di
massa che riguarda parecchi milioni di voti e questo condiziona
chiunque governi”: l'illegalità viene però percepita
all'estero e questo blocca gli investimenti dall'estero.
La voluntary disclosure: è la
possibilità, per chi ha soldi all'estero non dichiarati e legati a
violazioni fiscali, di autodenunciarsi con sanzioni ridotte.
Non è uno scudo fiscale, perché le
imposte si pagano tutte e non c'è anonimato.
Per gli anni precedenti al 2006 però,
l'agenzia delle entrate non può controllare la provenienza di questi
soldi, varrà una sorta di autocertificazione.
E questo vale anche per i mafiosi, per
i soldi della corruzione …
Il giornalista che ha curato questa
parte del servizio, Laganà, ha incontrato il giudice Davigo: “serve
la certezza della pena e non condoni” dice l'ex pm di Mani Pulite.
“I proclami di lotta all'evasione
in questo paese iniziano sempre con dei condoni”: lo stato
contrasta l'evasione solo se credibile e inflessibile.
Si
sottovaluta la pericolosità di questi reati: qui si evadono 120
miliardi, ma solo 96 evasori sono in carcere. Lo 0,3%.
In Germania il reato fiscale è
immediatamente penale, anche per pochi euro:non ci sono sconti né
soglie, anzi sopra certe soglie scattano le aggravanti.
Il ruolo delle banche nell'evasione:
Ruffo è andato sull'isola di Jersey, qui hanno sede tutte le
principali banche.
È uno dei paradisi più grandi: due
terzi della popolazione lavora per le banche, che custodiscono più
di 500 miliardi che arrivano da tutto il mondo.
Qui le banche possono ricattare la
politica, usando la leva dei posti di lavoro e il parlamento fa le
leggi che le banche vogliono.
Jersey un satellite di Londra, qui si
nascondono le nefandezze per le operazioni sporche, dice John
Cristensen, consulente di banca.
Un giorno ha capito che nelle
operazioni delle banche c'erano anche i soldi della mafia, ha
denunciato tutto.
Anche Vincenzo Imperatore lavorava
con le banche: ha scritto un libro per Chiarelettere “Io so e ho
le prove”: non arrivavano mai soldi in contanti, ma ci si
muoveva solo con prodotti bancari.
Come il diamante, che è un bene
anonimo per il fisco, racconta l'ex bancario.
Altro prodotto per evasori è
l'assicurazione sulla vita.
I vertici degli istituti sono
consapevoli dell'evasione, senza l'evasione non ci sarebbero state
tutte quelle operazioni finanziarie su diamanti e polizze.
Le banche, i professionisti legati
all'evasione, gli imprenditori e i vip che sottraggono soldi al
fisco.
E dall'altra parte la gente comune che
deve pagare le tasse fino all'ultimo e si vede tagliare i servizi.
Gli imprenditori che sono rimasti in
Italia che subiscono la stretta del credito, lo stato che non paga le
commesse, il fisco che chiede soldi tutti e subito.
Come potrebbe ripartire l'economia con
quei 120 miliardi di euro?