12 marzo 2015

I re di Roma, di Lirio Abbate e Marco Lillo

Destra e sinistra agli ordini di mafia capitale

Questa è la storia di imprenditori che, per risolvere i loro problemi, anziché rivolgersi allo Stato, si sono rivolti a questo sistema criminale noto, nel cuore di Roma.

Sistema criminale che metteva visto assieme estrema destra, estrema sinistra, reduci della Magliana, ex brigatisti, Camorra, ndrangheta. Politici di destra, politici di sinistra. Una fazza una razza, nei tempi delle larghe intese.
Questi erano i re di Roma, come titolava la copertina de l'Espresso per l'articolo del giornalista Lirio Abbate.


Un esponente dei Nar, Massimo Carminati, scampato a condanne e ad una pallottola finita nel cranio.
Dicono che la sua forza starebbe soprattutto nella capacità di risolvere problemi: si rivolgono a lui imprenditori e commercianti in cerca di protezione, che devono recuperare crediti o che hanno bisogno di trovare denaro cash”.
Un ex carcerato, Salvatore Buzzi, in carcere per le 24 coltellate all'ex socio, dove ha avuto l'intuizione di dare un lavoro e una speranza di recupero a chi è in galera: creare una cooperativa (la 29 giugno) con fini sociali, per prendere appalti con le amministrazioni pubbliche.
E poi Michele il pazzo, il boss della Camorra che regnava sulla zona di Ostia.
E tanti altri nomi che i due giornalisti citano nella loro approfondita inchiesta: quella su un sistema criminale che è nato dentro il carcere di Rebibbia (dove per un breve periodo si sono incontrati Alemanno, Carminati e Buzzi), e che è finito dentro il carcere , con gli arresti di mafia capitale del 2 dicembre 2014.
Tutto questo era (o è?) “un gruppo di criminali capace di infiltrarsi, fare business e manipolare la pubblica amministrazione”.


Ma questo sistema non avrebbe potuto diventare mafia capitale se non avesse trovato una classe politica che si è lasciata comprare col denaro, destra e sinistra in egual misura.
Politica che ha tradito i propri fini, che si è lasciata usare come un taxi da questo sistema criminale che aveva come obiettivo: “un taxi che «mafia Capitale» paga lautamente, senza badare al colore, purché abbia in cambio la garanzia di arrivare alla sua vera meta, il profitto.”
Politici che abbiamo imparato a conoscere leggendo le intercettazioni dove parlano di finanziamenti, di campagne elettorali pagate coi nostri soldi, di minacce e insulti degne di scaricatori di porto e non di gente che deve governare un comune o il paese.
Un esempio: “il 18 gennaio 2013. Patrizio Bianconi va dal ragioniere generale del Comune di Roma, Maurizio Salvi, e scopre che i fondi promessi non sono stati messi – a sorpresa – a bilancio.”
Scrive al collega Gramazio una serie di sms in cui arriva a minacciare perfino di rivolgersi alla magistratura per le tangenti
“«Eh, ho capito, mo’ vedi che cazzo esce sui giornali però, così parliamo delle tangenti che ha preso Lucarelli”.
E ancora:
“Bianconi inviava questo sms a Gramazio: “Racconta di quando smazzettavi i soldi di Parnasi con Cantiani, Quarzo e Tredicine... Ladro. Oppure quando hai coperto Pomarici sulla ristrutturazione dell’aula...”.

Che differenza c'è tra questi esponenti del popolo, e altri esponenti della criminalità organizzata che erano organici al gruppo di Carminati? Con Ernesto Diotallevi (il cassiere della banda della Magliana), ha contatti con gli «zingari» Casamonica, ma soprattutto con la ’ndrangheta.
Gli ndranghetisti del clan Mancuso di Limbadi, le cosche che fanno capo ai Piromalli, ai Mammoliti, ai Pesce, ai Mazzaferro.
Ma Carminati aveva rapporti che andavano ben oltre il Campidoglio: puntava a fare affari con Finmeccanica tramite Lorenzo Cola, tra i principali collaboratori di Pierfrancesco Guarguaglini.
Assieme al commerialista Iannilli Carminati ha creato operazioni di sovrafatturazione fra le aziende di Finmeccanica e società subappaltanti riconducibili.

Un sistema che ha occupato tutte le poltrone dentro le partecipate (quelle che mandano le casse dei comuni in rovina, come ha raccontato Presa diretta), che si è spartito tutti gli appalti pubblici che finivano sempre alle stesse cooperative.
Che ha lucrato sulle emergenze: quella (vergognosa) sui rom, quella sugli immigrati, sulla raccolta dei rifiuti.
Cosa è di destra e cosa è di sinistra? - si chiedevano a fine libro Abbate e Lillo.
di certo non è di destra creare un sistema che uccide il mercato e la concorrenza e dove gli appalti pubblici sono preventivamente concordati tra chi fa la gara e chi si sa già che deve vincerla. Le coop rosse di Buzzi, le coop bianche come il gruppo Cascina, amiche del Vaticano (e di Andreotti dicono gli autori). Questa era il sistema che aveva messo in piedi Luca Odevaine, l'ex braccio destro di Veltroni, capo della polizia locale con Zingaretti e commissario alla gestione profughi.
Cosa c'è di sinistra nel fare profitto sulla pelle degli immigrati? C'è un sms che dovrebbe essere scolpito nella pietra, tanto è disgustoso ma significativo dei tempi in cui viviamo. È quello in cui Buzzi si augurava tante emergenze:
«Speriamo che il 2013 sia in anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce l’erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la cooperazione sociale».

Perché, come dice lo stesso Buzzi in un'altra telefonata: «Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno».

C'è una seconda intercettazione che racconta cosa fosse mafia capitale: è quella altrettanto famosa in cui er cecato (come era chiamato Carminati) parla della “terra di mezzo” : « È la teoria del mondo di mezzo compa’. ....ci stanno.. come si dice.. i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo. E allora....e allora vuol dire che ci sta un mondo.. un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano ...».

Questo sistema metteva in contatto i vip, i politici, i calciatori del mondo di sopra, con la delinquenza del mondo di sotto attraverso i servizi criminali offerti da questa banda.
Nell'intervista a Che tempo che fa, Lirio Abbate ha spiegato meglio questo concetto:
Il problema è che molte volte per risolvere un problema le persone del mondo di sopra chiedono l'intervento del mondo di mezzo. Rientra nella mentalità della gente accorciare le strade con scorciatoie criminali. Bisogna far comprendere che queste metodologie ricalcano le mafie. [...] E' un modo di accorciare le strade per arrivare al proprio obiettivo. Tutto questo è mafia duepuntozero, non ci sono omicidi, oggi utilizzano la corruzione. La corruzione è l'arma delle nuove mafie.
Tutto quello che gli autori scrivono nel libro, è successo ed è stato registrato, ascoltato, trascritto dai carabinieri del Ros che hanno condotto le indagini.
Parte del materiale è stato riportato poi come appendice al libro, che è nato dalla curiosità di un giornalista, Lirio Abbate, che ha voluto vederci chiaro, su questi imprenditori che si rivolgevano sempre alle stesse persone, come Massimo Carminati per i loro problemi. Che si ritrovavano sempre alla stessa pompa di benzina.
È stato Lirio Abbate a firmare quell'articolo sui Re di Roma: Massimo Carminati, Michele Senese 'o pazzo, il clan Casamonica, il clan Fasciani. Che si stavano dividendo i traffici criminali su Roma, con gli stessi meccanismi che usa la mafia a Palermo.
Traffico di droga, estorsione, movimento terra, usura.
Si era partiti da questo, per arrivare poi al grande salto: far diventare il sistema criminale, di stampo mafioso, come un'impresa che lavora per lo stato. Che offre servizi senza aver nessun rischio di impresa.
Capace di entrare in tutte le emergenze, in tutte le crisi.

E la politica cosa ha fatto, dopo questa vergogna?
Ha per caso riformato il sistema delle partecipate, per impedire altre nomine come quella di Mancini ad Eur spa, o di Franco Panzironi (tutti compagni di militanza di Alemanno nell'estrema destra) nell'Ama?
Ha per caso riformato il sistema delle gare pubbliche, per impedire che cooperative con dentro persone con la fedina sporca possano partecipare? Per togliere da queste cooperative tutti gli sgravi fiscali, nel caso vengano prese con le mani nel sacco?
Ha per caso reso trasparente il meccanismo di finanziamento ai politici e alle loro fondazioni? Buzzi era di sinistra ma sponsorizzava la fondazione di Alemanno, ma per strare più tranquillo pagava pure le cene elettorali per Renzi. Non si può mai sapere....
Fino ad arrivare all'attuale sindaco, Ignazio Marino, che si faceva finanziare la campagna elettorale dalla coop rossa 29 giugno, quella che poi lucrava sugli immigrati

Commentano gli autori:
Dov’è la destra e dov’è la sinistra? Sono in parlamento e governano insieme da molti anni, prima con Mario Monti, poi con Enrico Letta e ora con Matteo Renzi.
[..]
In tutte le indagini maggiori del 2014, dall’Expo al Mose fino a «mafia Capitale», sono emerse tre costanti: la presenza di finanziamenti non trasparenti alle fondazioni dei politici [..] la nomina di manager incapaci e asserviti
[..] [la presenza ] dei consorzi pubblici che gestiscono le grandi opere; l’alleanza tra coop rosse e coop bianche.

No, il governo non ha fatto nulla di tutto questo.
Qualche foglia di fico, come il giudice Cantone per calmare le urla manzoniane dopo l'uscita sui giornali dello scandalo, un blando aumento delle pene minime, senza sfiorare i veri nodi delle fondazioni e delle partecipate.
#lavoltabuona per mafia capitale non è ancora arrivata.

Ma almeno ora, dopo aver letto questo libro, non possiamo dirci più ignoranti.

La scheda del libro sul sito di Chiarelettere.
Il capitolo sulle case del fratello di Totti, affittate al comune di Roma per l'emergenza immigrati.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

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