Maramao perché sei morto …
Rottamare
stanca, specie se questo significa fare la guerra agli sprechi,
all'evasione, alla corruzione. E alle mafie. Perché poi
significherebbe inimicarsi i portatori di voti, al sud e al nord.
Chi ti finanzia più
le cene e le campagne elettorali, protetto dall'anonimato?
Rottamare stanca,
specie nella lotta alle mafie, materia scomparsa dall'agenda
politica. O meglio, annacquata dentro le riforme del governo della
contro rottamazione.
La finta legge sul
voto di scambio, che rende complicato accertare il “dolo”, dunque
il reato.
La legge sulla
responsabilità civile dei magistrati (di cui ha parlato il giudice
Scarpinato nel corso della puntata).
La finta legge
sull'autoriciclaggio. La legge che non c'è contro la corruzione.
La copertina di Santoro era
infatti dedicata a quanti compiangono il vecchio maramao, quando oggi
ci ritroviamo Matteo il rottamatore e Matteo il lepenista: “povere
noi vedove di micine maramao”. Mazzette per i senza case, sugli
immigrati, per la vigilanza dei campi rom.
E adesso vediamo il generale della
finanza è circondato dai toponi.
Il moralizzatore si fa dare un
centomila dal pasticciere per vendere cannoli all'aeroporto Falcone.
Come faremo senza di te maramao: ci
ritroviamo i rom che ci chiedono l'elemosina, che entrano in casa.
Tu sei morto e ora c'è questo qui che
dice che gli immigrati sono venuti per fare pulizia etnica.
Renzi non mangia i topi, lui ci gioca
da topone a topone. Aveva promesso la rottamazione, una democrazia
senza mafia e corruzione.
Maramao perché sei morto? Era tutto
più semplice quando c'eri tu, le leggi ad personam, la mafia, la
corruzione.
Nella puntata di Servizio pubblico si è
parlato di mafia 2.0, che cambia pelle più in fretta di quanto la
politica riesca ad approvare strumenti per il suo contrasto. Sempre
che questa politica della finta rottamazione abbia veramente voglia
di fare contrasto alle mafie.
Alla Leopolda 2.0 in Sicilia, il pd
renziano ha mostrato la sua voglia di cambiamento, portando sul palco
il nipote del boss Matteo Messina Denaro, Giuseppe Cimarosa.
Ci può bastare questo segnale, per stare sereni? E' un segnale
importante, una denuncia forte da parte di un consanguineo di un
boss.
Nella Sicilia dei cambi di casacca dei
cuffariani e dei lombardiani, tutti in corsa sul carro vincente?
Un po' poco forse. Il gattopardismo è
un male antico che non si sconfigge mantenendo le stesse persone e
gli stessi portatori di voti.
La casa di Matteo Messina Denaro, a
Castelvetrano.
Qui Ruotolo ha incontrato il nipote,
Giuseppe Cimarosa, imprenditore.
“Tutti ci evitano” dice la
cugina di Messina Denaro, Rosa Filardo.
Il padre Lorenzo è stato accusato di
aver favorito la latitanza del boss: “ero arrabbiato con mio
padre, gli promisi che sarei andato via e non mi avrebbe più visto”.
Dopo l'arresto il padre ha deciso di
collaborare con la giustizia: “il regalo più bello”.
La famiglia ha deciso di dire no al
programma di protezione , per non andar via da Castelvetrano.
La sorella di Matteo Messina Denaro
veniva spesso dalla madre di Giuseppe: consegnò un pizzono ai
genitori, in cui chiedeva dei soldi. Quei 70000 euro che sono costati
la condanna a 5 anni.
Il padre non sapeva del luogo di
latitanza del boss, altrimenti sarebbe già morto, con la famiglia.
Le cifre del boss, di Dragoni:
A Matteo Messina Denaro, gli hanno
sequestrato beni per 20 ml di euro, imprese edili, un parco eolico,
ma è una piccola parte del tesoro. In 21 anni gli hanno sequestrato
beni per 3 miliardi di euro. È uno dei dieci maggior ricercati del
mondo, secondo Forbes. È anche uno degli uomini più ricchi nel
mondo, il nono in Italia.
Da dove arrivano i soldi? Serviva il
sostegno degli imprenditori come il re del vento Nicastri. Messina
Denaro ha cercato di trasformare un certificato di deposito in oro,
del Credit Suisse.
Per una somma di 39 miliardi di
dollari.
I beni sequestrati ai mafiosi diventano
dello stato solo con la confisca definitiva cioè dopo molti anni.
Così i beni sono bloccati dalle banche, sono case possedute ed
abitate dai mafiosi.
Spesso le banche chiudono i
finanziamenti alle aziende dopo i sequestri: collusione o ingenuità
delle banche?
Giuseppe
Cimarosa: quando ero piccolo si parlava di Matteo M.D. come
un criminale di spessore. Si è creata un'area fascinosa attorno al
personaggio.
A scuola i ragazzini sapevano della
parentela: io non la dicevo mai, sapevo quanto poteva esser
pericoloso per la mia famiglia.
La cosa che mi ha salvato sono stati i
genitori, anche mia nonna: a casa mia si preferiva non parlare di
questo parente, innominato, per proteggermi.
Non è facile venire fuori da un certo
rapporto: Giuseppe ha raccontato dei rapporti difficili col padre,
che colpevolizzava per ogni cosa. “Sapevo che mio padre era in
pericolo”: e lui era orgoglioso delle mie idee.
Il suo conforto era che io non ci sarei
cascato mai in certi meccanismi.
Nonostante questo, io a Castelvetrano
mi sentivo male. Per le notizie che leggevo o vedevo sul
telegiornale.
Aldo Busi: lui ha il talento
della libertà, Cimarosa ha fatto la cosa giusta arrivandoci da se,
svincolandosi da un destino. Ha fatto un gesto che dovrebbe fare
chiunque di noi.
Quello di Cimarosa dovrebbe essere la
normalità: impossessarsi di se stessi dentro una vita civile dove
nessuno venga schiacciato, plagiato, da artifici criminali.
È un affetto intellettuale, non di pancia: il suo è un percorso che parte come ribellione, ma ha vissuto un'esperienza meravigliosa.
È un affetto intellettuale, non di pancia: il suo è un percorso che parte come ribellione, ma ha vissuto un'esperienza meravigliosa.
Che cosa se ne fa di tutti questi
miliardi? Continua a fuggire, oggi.
Come scrittore mi riesco a calarmi
nella sua identità: non vedo la ragione che muove questo uomo.
“è una distorsione del potere”
ha concluso Santoro.
Roberto Scarpinato: come è
cambiata la mafia? Si è creata un'enorme zona di mezzo piena di
colletti bianchi.
La mafia sta cambiando a nord e sud,
perché è cambiato il quadro economico e politico in cui si muoveva
prima. Prima avevamo un sud che si muoveva di spesa pubblica: mafiosi
e imprenditori si muovevano su questi appalti.
Ora la spesa pubblica è calata, anche
le estorsioni devono tener conto dei fallimenti delle imprese.
Il popolo di Cosa nostra esprime oggi
un enorme disappunto coi vertici, che non si fanno carico dei
problemi della mafia. Anche Messina Denaro viene criticato oggi,
accusato di non curarsi del disagio.
C'è un'altra mafia che è
trasformata in mafia mercatista: offre beni e servizi che vengono
chiesti da persona in tutto il mondo.. Gioco d'azzardo, protezione,
droga, riscossione crediti.
Al nord non c'è reattività sociale,
perché la mafia si è trasformata in una società di beni e servizi.
Per smaltire l'amianto dentro una
palazzina si offre una mafia che non aggredisce ma offre servizi:
questo spiega le discariche illegali tra Milano e Lecco. La mafia che
diventa un'agenzia sul mercato che offre servizi.
Oggi il pil nazionale è calcolato
sommando il fatturato di droga e prostituzione: una legittimazione
culturale che trovo scandalosa.
Santoro: dovremmo mettere in
primo piano la lotta alla corruzione, per sconfiggere la mafia.
Scarpinato: se noi avessimo
dovuto combattere la mafia con gli strumenti con cui combattiamo la
corruzione, avremmo già perso la battaglia. Come oggi abbiamo perso
con la corruzione.
Le statistiche della popolazione
carceraria dicono che i condannati per reati di corruzione si contano
sulle punte delle dita di una mano.
Oggi, per i vincoli europei, la spesa
pubblica non può crescere: dunque finanziamo la corruzione
tagliando la spesa in welfare, spesa sanitaria, stato sociale.
Il cittadino paga direttamente la
corruzione: ecco perché la corruzione è un fatto economico. Aggrava
una recessione economica al sud, specie al sud.
10 miliardi di euro sono spariti in
Sicilia, nel gorgo della formazione: la zavorra del sud non è la
mafia, ma la mafia-corruzione: la vecchia mafia dell'estorsione è un
residuo della prima repubblica. Abbiamo bisogno di norme serie per
combattere questa corruzione.
Segniamole queste parole “Il
fenomeno corruttivo va a tagliare la spesa sociale. Che colpisce i
più poveri”. Sono i posti
letto da tagliare, i treni per i pendolari che non ci sono. Le strade
con le buche. L'assenza di politiche abitative.
A Reggio Emilia un gruppo di
ragazzi (del gruppo “corto circuito”) ha messo il naso in una
situazione spinosa, partendo da episodi di camion bruciati, per
arrivare alla scoperta della ndrangheta.
I ragazzi di corto circuito sono stati
i primi a parlare di ndrangheta, quando commercialisti, avvocati,
colletti bianchi la negavano.
Brescello una volta era la
patria di Peppone. Ora vivono i boss che danno lavoro alla gente e la
gente che dice che la mafia non esiste.
“Non c'è mafia in Emilia .. siete
qua a rovinare tutto il paese”. Nessun giornalista ha mai messo
piede a Brescello, solo i ragazzi di corto circuito.
Che chiedono della famiglia Grande
Aracri.
Famiglia difesa dal sindaco.
Di fronte a questa realtà (il
patrimonio di Messina Denaro, la mafia al nord che non si vede e che
si ha paura di nominare, con la rimozione della mafia corruttiva)
possiamo dire che siamo già nel futuro, con la Leopolda del sud,
oppure stiamo perdendo la battaglia?
La politica ha veramente cambiato atteggiamento, scegliendo come riferimento persone come Giuseppe Cimarosa?
La politica ha veramente cambiato atteggiamento, scegliendo come riferimento persone come Giuseppe Cimarosa?
Busi: “speriamo che non si erga
come paladino” dice lo scrittore, che venga usato come immagine
per una antimafia solo di facciata.
Faraone: si è pensato a
Giuseppe per dare uno spaccato di una persona che si è ribellato al
destino, di chi è figlio di mafiosi e non ha vuoto rimanere
inchiodato a quella posizione.
Ha dimostrato che è possibile uscire
da quella condizione di minorità.
Ci sono poi i paladini dell'antimafia,
di facciata, che non hanno avuto il suo coraggio. Il riferimento al
presidente della Camera di commercio, che ha fatto carriera con le
celebrazioni di Libero Grassi.
O quelli che gridano al lupo al lupo,
col meccanismo della denuncia, che crea confusione.
Scarpinato però ricorda che la
politica dovrebbe fare quelle leggi che ci permettono di combattere
la corruzione: su questo siamo in ritardo.
Ambrosoli:
verso la criminalità organizzata è facile reagire, anche se oggi
c'è una nova criminalità per cui servirebbero nuovi strumenti.
Difficile combattere la corruzione:
Ambrosoli ha ricordato come è finita la tangentopoli, quando i
giudici se la sono presa coi piccoli pesci.
Servono leggi che siano veloci nel
rinnovarsi nei confronti dei fenomeni corruttivi.
La politica deve affrontare anche un
atteggiamento mentale: l'imbarazzo del sindaco di Brescello, il
prefetto di Milano che diceva che la mafia non esisteva per
tranquillizzare il suo sindaco.
O il ministro dell'interno che chiedeva
una puntata riparatrice contro Saviano.
È una politica che non dice la verità
e che tradisce il suo mandato.
Scarpinato
ha parlato degli strumenti che mancano per la corruzione: il
cittadino che paga la tangente e che poi denuncia il caso di
corruzione rischia il carcere fino a tre anni.
Ad Expo abbiamo firmato un protocollo
contro la mafia e poi abbiamo scoperto che il problema era la
corruzione.
Ci viene difficile intervenire contro
la mafia silente. Quella mercatista che ti vende servizi a prezzi
concorrenziali.
Scarpinato ha difeso l'antimafia
istituzionale seria, dei magistrati e delle forze dell'ordine. Delle
associazioni come Libera di don Ciotti.
La legge sulla responsabilità civile
da strumenti alla criminalità per sbarazzarsi dei magistrati
scomodi. Il giudice che sequestra un'azienda ad un mafioso, potrà
essere citato a giudizio dal mafioso subito dopo il sequestro. E
allora o il giudice si astiene o il mafioso lo può ricusare.
Il messaggio al giudice nuovo arriverà
subito.
Le azioni strumentali non verranno
filtrate: si verrà citati anche per il travisamento del fatto, cioè
entrando nella valutazione delle prove.
Questa legge è un pericolo, non ha
eguali al mondo, e non aiuta il contrasto alla criminalità.
L'intervento di Travaglio:
delitto imperfetto della settimana è De Luca, vincitore delle
primarie in Campania, nonostante la condanna.
Hanno votato in 150mila in Campania: un
plebiscito per De Luca.
E Renzi? Sta zitto.
Si vergogna? No, perché alle primarie
gli ha portato il 97% di voti.
La Barraciu è stata bloccata da Renzi, solo per un avviso di garanzia.
La Barraciu è stata bloccata da Renzi, solo per un avviso di garanzia.
La legge Severino l'ha votata il PD.
A Renzi Underwood, interessa vincere,
non gli importano i nomi.
Ma c'è il piano B: escludere dalla
decadenza il reato di De Luca, l'abuso d'ufficio.
De Luca è in politica da 30 anni, la
Russia era Unione Sovietica, è stato sindaco 4 volte. È rimasto
parlamentare anche da sindaco.
La denuncia del deputato siciliano
Arnone contro i cambi di partito di questi mesi: gente come
Zambuto, come Di Pasquale che è passata da centro destra a centro
sinistra senza farsi troppi problemi.
Intervento cui ha risposto
Davide Faraone in studio che poi ha avuto un botta
e risposta con Travaglio.
L'intervento di Saviano contro il PD
che si è dimenticato del sud:
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