“Salviamo il mare per salvare noi
stessi”, è il monito di
Riccardo Iacona: salviamo il mare per salvare il nostro domani
e anche un pezzo della nostra economia.
L'inchiesta
di Presa diretta sullo stato dei nostri mari è partita dalle
Maldive: un mare cristallino reso tale dalla barriera corallina che
protegge le spiagge. Ma è un ecosistema fragile.
Elena Stramentinoli ha visitato
uno dei resort più esclusivi sulle isole: per 2000 euro al giorno si
è in una specie di paradiso.
La spazzatura del resort è trattata in
una centrale, che separa l'umido dal resto, in un centro di
compostaggio. Ma è un caso unico perché la differenziata alle
Maldive purtroppo non si fa col risultato dei rifiuti in mezzo al
mare.
Esiste un'isola artificiale di rifiuti,
l'isola della spazzatura: prima era una laguna circondata dalla
barriera. Poi l'hanno chiusa: qui scaricano tonnellate di rifiuti
ogni giorno, che marcisce imputridendo l'aria. Rifiuti bruciati da un
uomo, per fare spazio ad altri rifiuti.
Thilafuschi è ora l'isola più alta
delle Maldive: qui si trovano anche rifiuti speciali, come solventi,
che non dovrebbero essere sversati così. È una bomba tossica nel
centro dell'oceano Indiano: e grazie alle correnti, l'immondizia che
finisce in mare, viaggia.
Ogni anno buttiamo a mare 8ml di
tonnellate di plastica: di plastica se ne trova così tanta nei
mare del mondo da formare delle isole.
Isole di plastica che si trovano anche
nel Mediterraneo: plastica che diventa cibo per le tartarughe, per i
pesci, per gli uccelli marini.
Nicolò Carmineo è l'autore del libro
inchiesta “Come
è profondo il mare”, dove
si parla delle discariche marine: alla
giornalista ha spiegato quanto sia devastante il problema, perché la
plastica rimane nel mare per sempre, non muore mai. Così,
controllando i pesci presi dall'oceano indiano, si ritrovano pieni di
questa immondizia.
In Italia si inizia ora a fare
monitoraggio della plastica, dell'effetto sugli animali marini, di
quanta viene gettata sulle nostre spiagge che dovrebbero essere il
fiore all'occhiello per il turismo: il record di rifiuti è a
Castellammare di Stabia e Giulianova.
Legambiente ha organizzato campagne per
la pulizia delle spiagge: ogni volta si trova di tutto, anche
materassi lasciati sulla sabbia.
Ma quello che non si vede è peggio:
Tara Expeditions
è un'associazione che ha studiato l'impatto delle plastiche nel
Mediterraneo, dove siano più alte le concentrazioni, del pericolo
della frantumazione delle plastiche, che rimangono in sospensione nei
mari e non potranno mai essere rimossi. Al limite verranno mangiati
dai pesci.
Come le balene del Mediterraneo, le più
contaminate nel mondo: 4-5 volte superiori rispetto a quello di altre
aree.
Messina, laboratori dell'Ispra: qui si
studiano i pesci che arrivano nei mercati.
Nello stomaco del pesce spada si
trovano pezzetti di plastica, nei tonni dei sacchetti interi.
Che effetti hanno sulla nostra salute?
E c'è anche il problema degli additivi
della plastica, usati per renderla più elastica, che sono i più
pericolosi, perché tossici.
Nelle tartarughe spiaggiate in
Toscana sono state trovate plastiche, ami, sacchetti, lenza.
Sarebbero specie protette, eppure muoiono per colpa dei sacchi
dell'immondizia che buttiamo nel mare.
A Manfredonia al centro di
recupero delle tartarughe stimano che oltre il 70% della mortalità
delle tartarughe sia dovuto alla plastica nel mare.
I pescatori tirano su dalle reti pesce e plastica, perfino qualche lavatrice: ormai i fondali marini di Vieste, in Puglia, sono una discarica.
I pescatori tirano su dalle reti pesce e plastica, perfino qualche lavatrice: ormai i fondali marini di Vieste, in Puglia, sono una discarica.
I pescatori, per protesta, hanno
lasciato i rifiuti sul porto: vorrebbero che ci fosse una legge che
permettesse loro di fare gli spazzini del mare, come a Pollica, il
comune del sindaco pescatore Vassallo.
I mari come una
latrina.
L'attenzione delle associazioni ambientaliste non basta: finché considereremo il nostro mare come una latrina, l'inquinamento andrà avanti. Come quello delle petroliere che lavano con l'acqua del mare le cisterne: così 100mila tonnellate di greggio finiscono nel mare, come se ogni anno si provocasse un disastro ambientale come quello della Haven.
Il mare viene violato in ogni modo possibile: al largo, sulle foci dei fiumi, e la guardia costiera ha attrezzato così un ATR per monitorare la situazione delle acque.
L'obiettivo è arrivare ad una mappatura degli scarichi a mare: come quello visto in diretta al largo del fiume Sarno, dove la guardia costiera ha rilevato degli scarichi di fogna.
L'attenzione delle associazioni ambientaliste non basta: finché considereremo il nostro mare come una latrina, l'inquinamento andrà avanti. Come quello delle petroliere che lavano con l'acqua del mare le cisterne: così 100mila tonnellate di greggio finiscono nel mare, come se ogni anno si provocasse un disastro ambientale come quello della Haven.
Il mare viene violato in ogni modo possibile: al largo, sulle foci dei fiumi, e la guardia costiera ha attrezzato così un ATR per monitorare la situazione delle acque.
L'obiettivo è arrivare ad una mappatura degli scarichi a mare: come quello visto in diretta al largo del fiume Sarno, dove la guardia costiera ha rilevato degli scarichi di fogna.
Succede anche a Rimini, per un guasto
degli impianti fognari. A Falconara, Taranto, Alghero, Manfredonia,
Licata, Monopoli.
Matteo Aloia è proprietario di
terreni, in Calabria, vicino ad un depuratore e alla giornalista ha
raccontato delle sue denunce sul malfunzionamento dell'impianto:
collegamenti elettrici recisi, che hanno causato il blocco
dell'impianto, così l'acqua del fiume che finisce a mare viene
inquinata.
Paola, provincia di Cosenza:
Presa diretta è andata a sentire il procuratore che ha aperto
un'inchiesta sulla Smeco,
che gestiva la rete dei depuratori. L'inchiesta ha stabilito che
nessuno dei depuratori era efficiente e in grado di depurare le
acque.
I depuratori sversavano direttamente in
mare, senza fare alcuna azione depurativa.
Anche a Lagonegro si trova un altro impianto della Smeco, messo sotto sequestro. Un giornalista ha raccontato a Elena Strmentinoli come molti rifiuti siano letteralmente spariti. Come i litri di sangue provenienti dai mattatoi del sud. Sono stati sotterati, buttati in mare?
Anche a Lagonegro si trova un altro impianto della Smeco, messo sotto sequestro. Un giornalista ha raccontato a Elena Strmentinoli come molti rifiuti siano letteralmente spariti. Come i litri di sangue provenienti dai mattatoi del sud. Sono stati sotterati, buttati in mare?
Anche i percolati delle discariche sono
spariti: tutta roba che è finita in mare.
Presso Amantea, in prov. di
Cosenza, lungo la valle del fiume Oliva sono stati interrarti
centinaia di tonnellate di rifiuti industriali. La falda acquifera è
stata contaminata, così che l'acqua del fiume non si può usare
nemmeno per i campi.
Il comune ha deciso di prendere da qui
i terreni per il rifacimento della costa, così anche le spiagge sono
state così contaminate.
Per 20 anni si è interrato nel fiume Oliva e ora sono entrati nel mare, producendo delle anomalie nei pesci: pesci malformati con la lista bifida; in questi sono stati trovati degli inquinanti in quantità eccessiva. Come gli idrocarburi aromatici, che sono sostanze che portano a mutazioni genetiche.
Per 20 anni si è interrato nel fiume Oliva e ora sono entrati nel mare, producendo delle anomalie nei pesci: pesci malformati con la lista bifida; in questi sono stati trovati degli inquinanti in quantità eccessiva. Come gli idrocarburi aromatici, che sono sostanze che portano a mutazioni genetiche.
Agusta, vicino Ragusa: nella
rada, di fronte agli impianti di raffinazione, sono stati pescati
altri pesci con mutazioni genetiche. Dovute all'assorbimento di
metalli pesanti come piombo, zinco, cadmio, mercurio e idrocarburi.
Pesci che mangiamo noi, col risultato
di portare all'accumulo di queste sostanze nel DNA, e che possono
portare a nascite di bambini con malformazioni.
12 milioni di italiani non sono
allacciati dalle fogne, l'Italia sta per essere condannata per
l'inquinamento delle acque, con una multa da 10 ml.
Dobbiamo puntare sulla differenziata
per diminuire la plastica che finisce nei mari o nelle discariche. Lo
chiede l'Europa, di curare le acque dei nostri mari, siamo ancora in
tempo.
Il business della produzione dei gamberetti: il servizio di Liza Boschin in Bangladesh.
Nel 2013 ne abbiamo importate 65mila tonnellate di gamberetti,dal sudamerica o dal sudest asiatico.
Il business della produzione dei gamberetti: il servizio di Liza Boschin in Bangladesh.
Nel 2013 ne abbiamo importate 65mila tonnellate di gamberetti,dal sudamerica o dal sudest asiatico.
La parte del leone, per quanto riguarda
l'importazione dal Bangladesh, la fa la Simarc, il cui
proprietario è diventato uno degli uomini più ricchi d'Inghilterra.
Il magnate, con la giornalista Boschin,
parla di tracciabilità, di cura per l'ambiente, di attenzione alle
acque. Le condizioni del lavoro? Tutti i lavoratori sono trattati in
modo etico, anche se nel passato hanno avuto problemi, ammette.
Liza Boschin è andata in Bangladesh
a controllare le affermazioni di “mr Gambero”: decine di
milioni di contadini vivono e lavorano
sulle foci dei fiumi.
Qui la giornalista ha visto i grandi
bacini artificiali in cui sono allevati i gamberi: per realizzarli
hanno tagliato la foresta, hanno portato l'acqua di mare all'interno.
Tutto è cominciato quando sono
arrivati gli imprenditori, spalleggiati dai politici, che hanno
imposto ai contadini di convertire i terreni per l'industria dei
gamberi.
Ci sono stati scontri, morti, proteste:
ma la battaglia l'hanno vinta gli imprenditori e le terre dei
contadini sono state prese a poco prezzo.
300mila persone hanno lasciato la
loro terra, con la forza: l'industria del gambero è così
potente che minaccia chiunque si permetta di creare dubbi sulla
sicurezza degli allevamenti.
Tutti i politici, tutti i
rappresentanti del governo sono favorevoli, anche la Fao e la banca
mondiale: perché sono tutti coinvolti in questa industria, che porta
molta valuta straniera.
Ma i danni ambientali? E la situazione
sociale dei contadini? Che prezzo hanno?
L'industria del gambero affitta le
terre a prezzi bassissimi, tutti gli allevatori sono in perdita:
“siamo stati obbligati ad allevare gamberi dai politici”.
Altro che benessere per tutti.
“Magari poter tornare indietro alla verdura e al riso”, dicono. Perché sanno che la terra sotto è bruciata e dunque non si potrà nemmeno tornare alle vecchie culture.
“Magari poter tornare indietro alla verdura e al riso”, dicono. Perché sanno che la terra sotto è bruciata e dunque non si potrà nemmeno tornare alle vecchie culture.
Il sale brucia la terra e butta giù le
parete di fango delle case, la frutta sugli alberi cresce meno.
Per far spazio agli allevamenti hanno
abbattuto le foreste pluviali di mangrovie, così importanti per
l'ecosistema dei mari, perché qui crescono molte specie marine.
Al
danno dovuto alla trasformazione ambientale, si deve sommare il danno
causato dai fertilizzanti negli allevamenti che inquinano le
acque.
E in queste acque trovi, a raccogliere
le lumache di mare, anche dei bambini e delle donne che invece
raccolgono le larve dei gamberi, raschiando i fiumi con le loro reti.
Qual'è la tracciabilità di cui
parlano le grandi multinazionali del pesce? Tengono conto anche
di queste storie di sfruttamento ambientale, di lavoro minorile?
I grandi distributori garantiscono
sempre la tracciabilità dei gamberi: dietro la Simac ci sono
allevatori che passano ore nel fango, bambini sfruttati.
Ma è solo pubblicità, per non
spaventare i consumatori: semplicemente la tracciabilità è finta.
Non c'è modo di risalire
all'allevatore, dai dati del distributore.
La domanda da farsi: viene garantita la
sicurezza per i consumatori, è un prodotto etico, si rispetta
l'ambiente e le terre?
Ortofin. Coop, Conad, Metro comprano da qui, dagli allevamenti della regione del Khulna.
Ortofin. Coop, Conad, Metro comprano da qui, dagli allevamenti della regione del Khulna.
Dove i lavoratori lavorano senza
contratto, senza rispetto delle leggi sul lavoro: 14 - 16 ore di
lavoro anche, per prendere uno stipendio da 16 euro al mese.
Che vivono in bidonville, dove ci si
lava in una pozza d'acqua.
Ad arricchirsi sono solo gli
intermediari e gli imprenditori: agli altri il gambero porta solo
miseria.
Il lavoro minorile: anche per i bambini
c'è posto, nelle industrie di trasformazione del gambero: sono molto
ricercati per le loro mani piccole, per cui non si spreca nemmeno un
grammo di carne.
Dal Bangladesh in Thailandia:
Songkhla è un porto importante per i pescherecci che pescano in un
mare ricco di razze e varietà.
A mezzogiorno, dalle pance dei pescherecci esce un altro pesce: pezze immondizia, non buono per il mercato, ma per fare farina di pesce.
A mezzogiorno, dalle pance dei pescherecci esce un altro pesce: pezze immondizia, non buono per il mercato, ma per fare farina di pesce.
Usata per far mangimi, anche per i
gamberi che sono carnivori: di cosa è fatta il pesce immondizia?
Sono pesci pescati con le reti a
strascico, che distruggono i fondali senza troppo rispetto per
fondali e per la barriera corallina. I fondali sono dappertutto sui
fondali, impigliati nelle rocce: dove c'era la barriera, ora c'è il
deserto.
Ogni anno si prelevano 350mila
tonnellate di pesce immondizia: con questi ritmi si desertificherà
il fondale dei mari.
Tutto questo perché il pesce di
qualità diminuisce: come i branzini, il tonno dalle pinne rosse
e
il pesce azzurro (che ci ha sfamato per
secoli) di cui ne rimane un quinto.
Le previsioni dicono che dovremmo
diminuire del 50% la pesca, se volessimo ripopolare le specie.
La pesca nel Mediterraneo diventa
un'attività in perdita: basta andare sui nostri porti ad attendere i
pescatori che tornano dal mare.
Il pesce viene venduto a poco prezzo,
ma altra storia è nei mercati del pesce, dove trovi pescato da tutto
il mondo, mentre molto poco arriva dai nostri mari.
Pesce che spesso è anche nocivo per la
nostra salute: alcune partite di pesce sono state sequestrate, a
seguito di controlli dei Nas, per varie irregolarità: non era
scritta la provenienza, alcune avevano additivi, che non erano
indicati nelle etichette.
Per esempio il 98% dei gamberi sono
additivati con i solfiti.
Il tonno, per evitare che cambi colore,
viene trattato con monossido di carbonio: ma è solo un discorso
ottico.
Ittica Etruria - Arezzo: qui i
Nas hanno trovato del pesce nelle vasche piene di acqua ossigenata,
per rendere le carni bianchi e farle sembrare fresche.
I Nas hanno sequestrato 30 tonnellate
di pesce: alcune di queste erano pronte per la vendita nei
supermercati. Quanti di questi sapevano di comprare pesce adulterato?
Il trash fish sta diventando la
metafora di quello che stiamo diventando.
Uno scarico fognario abusivo a Gissi |
I bambini lavorano negli allevamenti di gamberi, dove raccolgono le lumache perché mangiano lo stesso cibo dei gamberi. Distretto di Chakaria. |
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