Forse l'utilizzo della formula inglese
avrebbe già dovuto farci pensare: perché spending review e non revisione
della spesa? Forse perché l'inglesismo riempie la bocca a
prescindere dai contenuti che mettiamo dentro?
Sono anni che sentiamo parlare di
spending review, come anche dei costi della politica da tagliare: le
auto blu (quelle finite su Ebay), i voli di stato (quelli che solo
Prodi ha cercato di diminuire), gli affitti d'oro dei palazzi, le
diarie, i rimborsi …
C'è un altro pezzo di spesa pubblica
che non riguarda solo la politica romana ma impatta sulle
amministrazioni locali: sono le società partecipate o di proprietà
di comuni e regioni che in questi anni sono state al centro di
inchieste giudiziarie.
Parliamo della società dei trasporti
di Roma, in cui l'ex sindaco Alemanno aveva intruppato i
propri amici
e parenti degli amici.
Parliamo delle partecipate che sono
state al centro dell'inchiesta mafia
capitale, quelle controllate dagli uomini di Massimo
Carminati (er cecato), quelle che lavoravano con le cooperative rosse
di Buzzi. Altro personaggio pubblico finito nella maxi
retata dei Ros del 2 dicembre 2014.
Era anche lui uno dei personaggi del
mondo di mezzo, dove si incontravano la politica dei palazzi e il
mondo della criminalità organizzata, dell'estrema destra,
impreditori senza scrupoli:
“Ci sta un mondo…”, dice Carminati, “un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici cazzo come è possibile … che ne so che un domani io posso stare a cena con Berlusconi… cazzo è impossibile... capito come idea?... il mondo di mezzo è quello invece dove tutto si incontra… le persone di un certo tipo… di qualunque cosa... si incontrano tutti là... tu stai lì... ma non per una questione di ceto… per una questione di merito, no? ...allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno… e tutto si mischia”.
Parliamo di Milano, con gli
alloggi del Pio Albergo Trivulzio dati a politici e vip vicini alla
vecchia maggioranza di centrodestra (ma qui viveva anche la compagna
dell'attuale sindaco Pisapia).
Sempre in regione Lombardia, parliamo
della società che gestisce le case pubbliche in regione Lombardia,
dove fino a poco tempo fa lavorava l'assessore Zampetti,
eletto con voti della ndrangheta (e che in Aler aveva fatto assumere
la nipote del boss).
Che in regione Lombardia
è ben dentro il sistema imprenditoriale,riuscendo a fare affari
con la cosa pubblica:
Osnato (candidato Pdl in regione ) è ben conosciuto anche da Iannuzzi (altro consigliere PDL a Trezzano) e Iorio (imprenditore lombardo considerato un lobbysta della ‘Ndrangheta), i due della Kreiamo poi finiti in galera. In un’intercettazione dopo le elezioni del 2008, il primo dice al secondo, riferendosi proprio a Osnato: “Quando lo vado a trovare, prepariamo un elenco di tutti i vari comuni dove noi abbiamo portato dei voti, così li vanno a verificare. E poi andiamo da lui con la lista della spesa”. Osnato è anche consigliere dell’Aler, l’ente che gestisce le case popolari di Milano. In questa veste è indagato per turbativa d’asta e corruzione. In un’intercettazione, Iannuzzi dice a Iorio, sempre riferendosi a Osnato: “Mi ha chiamato ieri Marco e mi ha detto: Michele, guardi che l’hanno chiamata dei miei collaboratori perché ci sono dei lavori all’Aler”.
Con che criteri vengono scelti in manager e i consiglieri di Hera? Con la tessera politica, sembra.Molti sono ex trombati della politica, che hanno avuto incarichi nel Partito democratico.
Danilo Manfredi, scelto dal sindaco di Ravenna. 6 righe di cv. Ma basta la passione. Era segretario del PD. Trombato alle elezioni, viene nominato nel cda di Hera.Forte Clò. Insegnante e poi assessore a Bologna, nel consiglio delle regioni d'Europa.Giorgia Gagliardi, ex consigliere PD. Candidatura dal sindaco di Cesena. “Dia a Giorgia una possibilità di lavorare” diceva al giornalista il sindaco Lucchi.Stefano Manara, presidente di Imola Gru, Scr, per servizi di fotocopiatura, amministratore di condomini.Quando queste cose le faceva Berlusconi ….La realtà è che Hera spa controlla 50 consigli di amministrazione, circa 260 poltrone per nominati senza nessuna procedura pubblica, con una scelta fatta dal sistema dei partiti, una lottizzazione per le nomine delle società.Sono manager che guadagnano tanto: non in base alle capacità, ma per atti di fede al partito?
Hera è una multiutility di successo: ha distribuito utili per 1 miliardo, ma il debito è aumentato senza controllo. Da 140 ml di euro nel 2002, oggi nel 2013 il debito è 3,2 miliardi.Distribuisce dividenti ai soci dei comuni, ma si indebita. Un privato non potrebbe farlo.Presidente è Tommaso di Vigliano, che guadagna 490mila euro, 1500 euro al giorno. E il suo stipendio non è toccato dalle sforbiciate di Renzi.
Sempre Report aveva raccontato il sistema parentale dentro l'ACI di Milano.
Parliamo delle spese pazze del comune di Parma,
durante gli anni dell'amministrazione del centrodestra: un
sistema clientelare con spese per opere poco utili per i
cittadini che hanno mandato il comune quasi in bancarotta.
È lo scandalo di cui ha parlato
Valerio Varesi nel suo ultimo noir “La strategia della
lucertola”:
Ma cos’è questo contesto a Parma?“Prima di tutto sono i parmigiani, che fingono di non conoscere il passato della persone che votano e si fanno abbindolare dal primo pifferaio. Parma si è illusa di vivere spendendo e spandendo. Si costruivano opere inutili, ma andava bene, tutti contenti perché si gratificava l’ego, accumulando debiti su debiti. Ora per la città si profilano 15-20 anni di decadenza. Abbiamo avuto a livello locale una classe politica scandalosa, anche confrontandola con le città vicine. Nessuno è riuscito a spiccare oltre i Paolotti. Prendiamo la stazione medio-padana, doveva arrivare a Parma, si litigò, e oggi è finita a Reggio. Bologna, con Eataly sta costruendo Fico, la vetrina dell’agroalimentare, malgrado Parma abbia tante eccellenze. Tutte occasioni mancate”.
A
Torino, per fare cassa, di dovranno vedere i ben di
famiglia:
Torino, male la “svendita” del Comune: rischio buco da 280 milioni nel 2012Le aste per cedere le società partecipate vanno peggio del previsto e per l'amministrazione Fassino sarà difficile chiudere il 2012 in pareggio. E le possibili sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità aggraverebbero la voragine da 3,3 miliardi che grava sulle finanze dell'ente.
Da nord a sud, quello delle partecipate
è un capitolo di spesa non controllato che divora risorse senza dare
al cittadino i servizi che si aspetta.
Un sistema in cui piazzare, con ruoli
dirigenziali, i trombati e i riciclati della politica, che dovrebbero
occuparsi poi di trasporti pubblici, di raccolta dei rifiuti, di
gestione delle case.
Il dossier
di Carlo Cottarelli si doveva occupare proprio di questo: il
manager assunto da Enrico Letta aveva stilato una lista di queste
società (molte della quali in perdita) da tagliare.
Un taglio che
avrebbe dovuto far risparmiare alle nostre casse mezzo miliardo:
"Nel 2015 mezzo miliardo di risparmi dalle partecipate"Secondo il Commissario alla spending review, in un anno il totale di 8mila società può essere ridotto di 2mila. "Nel giro di 3-4 anni si possono ridurre le partecipate fino a mille". Nella legge di Stabilità andranno le norme ad hoc. Invito ad alzare i biglietti dei mezzi pubblici. Mef: fabbisogno in calo a 7,5 miliardi ad agosto.
Che fine ha fatto
il suo dossier dopo che il commissario è stato gentilmente messo
alla porta? Dopo il patto del nazareno, il dossier Cottarelli è il
segreto meglio custodito dell'era renziana (che ora forse verranno resi pubblici, dice Padoan: che fine ha fatto la
spending review?
“razionalizzazione delle partecipate locali, con l’obiettivo di ridurle da 8mila a 1.000 in tre anni“, permetterà secondo Cottarelli di ottenere “a regime un risparmio di 2-3 miliardi. I costi amministrativi sono di circa mezzo miliardo l’anno per la quota pubblica e circa 300 milioni potrebbero essere risparmiati con una riduzione del numero delle partecipazioni”. Ma “è difficile una stima corretta perché non è del tutto conosciuta la dimensione delle inefficienze“.
Di spending review e delle partecipate pubbliche si occuperà l'inchiesta di questa sera di Presa diretta.
La scheda della puntata: Spending
review
A PRESADIRETTA un’inchiesta che racconta la difficilissima impresa di risparmiare sui conti pubblici. Si chiama Spending Review ed è l’impegno più gravoso che ogni governo deve affrontare.
Guarda il promo.Carlo Cottarelli ne è stato protagonista in qualità di Commissario alla Revisione della Spesa. Al centro del suo piano c’era un taglio massiccio delle Partecipate pubbliche, in alcuni casi delle vere e proprie voragini mangia soldi. Lui voleva ridurle da ottomila a settemila per risparmiare tre miliardi.Come è andata a finire?Le telecamere di PRESADIRETTA hanno fatto un viaggio tra le Partecipate che, nonostante tutto, sono ancora lì, Eur Spa, famosa per il coinvolgimento di alcuni suoi dirigenti nello scandalo Mafia Capitale, la Marco Polo, la storia di Mozzate, il Comune andato in rosso per colpa delle sue Partecipate.In questa puntata, PRESADIRETTA è tornata a occuparsi di Sblocca Italia, parlando delle novità della legge sui rifiuti.Possono davvero convivere inceneritori e raccolta differenziata?In un viaggio dal sud al nord, da Palermo dove la differenziata è al 10%, a Parma dove raggiunge il 70% fin dentro il termovalorizzatore di Torino.A PRESADIRETTA un viaggio attraverso la spesa pubblica per capire dove finiscono i nostri soldi.
“SPENDING REVIEW” è un racconto di Riccardo Iacona con Vincenzo Guerrizio, Danilo Procaccianti
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