Copertina
inedita per la prima di Announo,
con Vauro e le sue vignette al posto di Santoro (che comunque ha
ricordato la puntata finale di Annozero da Firenze): il presunto
terrorista, lo scandalo ennesimo sul calcio con gli impresentabili
(non De Luca), gli anziani, la buona scuola che sembra una stalla di
allevamento intensivo, saggezza alimentare …
Santoro
lascia il talk e Berlusconi la politica: “un posto per lui c'è
sempre”, il commento del giornalista.
Tema:
gli allevamenti intensivi sono anche sostenibili? Dove finiscono i
liquami degli animali? Come vivono nelle gabbie? L'acqua delle falde
è pulita o inquinata?
La
prima puntata di Announo ha avuto come ospiti Farinetti, Veronesi e
il signor Capaldo di slow food: seguendo il racconto di Safran Foer,
Giulia Innocenzi ha cercato di spiegarci il mondo degli allevamenti
intensivi in Italia.
Ecco
quello che ha visto, a Modena, dentro uno di questi
allevamenti di maiali.
Gli
animalisti raccontano di animali all'ingrasso, in pochi mesi devono
mettere su chili per diventare prosciutto: colpisce il rumore dei
maiali e l'odore, animali non curati, tetti in eternit, impianti
elettrici fatiscenti. Topi che passeggiano nel cibo dei maiali, che
poi noi mangiamo...
Altro
allevamento a Mantova, dove ci sono solo scrofe coi piccoli.
Spazi angusti, scrofe che urinano dove poi giacciono, che non
riescono a stare in piedi.
Tutti
posti non a norma secondo le leggi europee.
Animali
morti dentro le gabbie, lì da ore.
Farinetti:
quello è un delinquente, quella non è l'Italia, dove abbiamo i
sistemi più rigidi nel mondo, ci sono i consorzi che tutelano gli
allevamenti. Si vedeva che quelli non erano marchiati, che poi
arrivano ai consorzi.
Sono
casi isolati, perché sono fuori norma, spero che li abbiate
denunciati: lei deve denunciare quello lì.
Veronesi:
sono immagini scontate, perché non sono animali ma macchine di
trasformazione. Entra del materiale con un costo ed esce un materiale
con costo maggiore, con questa differenza guadagna l'allevatore.
Un
gioco al massacro. Veronesi è diventato vegetariano, ha imparato ad
amare gli animali fin da piccolo essendo cresciuto in una cascina
della pianura Padana.
L'idea
di ucciderli mi ha fatto vedere la difficoltà in questa
alimentazione: sono cresciuto verso il vegetarianesimo.
La
carne che mangiamo può diventare una
bomba ad orologeria per il pianeta: se l'umanità vuole
sopravvivere deve diventare vegetariana, è una necessità.
Siamo
sette miliardi, prevediamo che entro 3,4 decenni sarà difficile
avere cibo per tutti.
Oggi
c'è una forte diseguaglianza, c'è gente che muore per la fame,
dall'altra parte c'è un miliardo di persone che si ammalano per
sovra alimentazione.
I
ragazzi in studio.
Guglielmo
l'allevatore orgoglioso, coi fucili e i revolver in casa per
difendersi: alleva maiali per il consorzio di Parma, seguendo un
preciso disciplinare.
Felice
del suo lavoro e per nulla colpevole della morte degli animali: c'è
una piramide e dobbiamo distinguere tra animali e animali, quelli da
reddito e da compagnia.
Sono
animali che creano reddito e lavoro per migliaia di italiani.
Si
chiama specismo – ha risposto Veronesi: un delitto
perpetuato dall'uomo contro gli animali, sacrificati e uccisi
dall'uomo.
Lasciamo
decidere al mercato, dice Guglielmo. Ma forse lasciamo decidere anche
al medico: troppa carne non fa bene, ci sono studi che dicono che i
vegetariani vivono di più, mediamente.
Gli
allevamenti sono un problema ambientale, questo è il problema alla
base, ha completato il ragionamento Veronesi.
Di
Pietro: anche se mangiamo frutta che è stata coltivata coi
pesticidi e i veleni, è un problema. Quel signore che alleva i
maiali come abbiamo visto, ha qualcuno che non controlla e qualcuno
che lo fa lavorare così.
Veronesi
su Expo: per adesso non si è visto un dibattito su come
organizzare un sistema agricolo per combattere la fame nel mondo,
potrebbe essere un'occasione mancata. L'industria della carne è così
forte per cui è difficile contrastare questa posizione.
Un
allevamento intensivo a Reggio: i liquami, se non gestiti a
norma, creano dei disastri ecologici. Insetti, acqua a rischio, odori
molesti.
Questo
il disagio per chi vive attorno agli allevamenti.
I
liquami rimangono nelle vasche, poi piove e fuoriescono ed entrano
nel terreno e l'allevatore continua a lavorare: come mai?
Esistono
soluzioni tecnologiche, basterebbe adottarle. Altrimenti gli
allevamenti non sono sostenibili.
Ma
i controlli ci sono, come dice Guglielmo?
Una veterinario che
ha preferito rimanere anonimo, intervistato da Giulia, racconta di
veterina costretti a rendicontare numeri e impossibilitati a
controllare gli animali.
Molti
veterinari hanno fatto corsi di sole 48 ore, colleghi che non
segnalano irregolarità, magari dopo che gli animali hanno preso
degli antibiotici.
E poi, chi controlla l’Asl? Dovrebbero fare
dei controlli sui dirigenti delle Asl, nominati dai politici di
turno, significa che c’è la volontà politica nel non vedere certe
cose, nel proteggere certi allevatori..
Report
ha raccontato dello scandalo sugli allevamenti dei vitelli in
Piemonte e del sistema di controlli che funziona solo sulla carta,
incapace di monitorare l'assunzione di ormoni e antibiotici
somministrati per far crescere in fretta le bestie: c'è una certa
impunità nel sistema?
Capaldo:
abbiamo tutto costretto attorno al denaro e anche i consumatori si
devono fare delle domande sui prezzi di molta merce sugli scaffali
dei supermercati.
Se troppo a buon mercato, non può essere di
qualità, ricordando lo scandalo del vino al metanolo.
Solo
poche mele marce, come dice Farinetti, per cui In Italia non ci sono
stati tanti scandali come all'estero? Sempre Report
domeniche scorsa parlava della carne di maiale col marchio dei
consorzi, di animali allevati all'estero, con controlli di qualità
diversa, lavorati poi lavorati in Italia, con tanto di marchio.
“E'
un momento in cui tanti vogliono criticare” ci
dice Farinetti:
in Italia abbiamo regole feree che però non vengono rispettare. O,
quanto meno, che non sempre vengono rispettate da allevaotir furbi
che sanno che poi possono farla franca.
L'intervento di Mauro
Corona:
“
Perché
si trattano male gli animali? Da noi, purtroppo, c’è la cultura
del furbismo. Per guadagnare di più, sempre di più si fanno queste
porcherie. È necessario insegnare l’alimentazione sin dalla
scuola. Anche se con Expo entrano soldi in Italia, non vedo un
progetto. Vorrei vedere un programma dove si insegna l’educazione
alimentare
”
PS:
i maiali dell'allevamento non a norma producono carne per il
consorzio di Parma.
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