Sarebbero i cittadini che non si interessano la politica e esprimono il loro parere politico con i like e con i retweet.
Quelli incapaci di esprimere un ragionamento oltre i 140 caratteri, farcito con slogan pubblicitari.
Perché questo è l'elettorato buono del corso renziano. Non pensa, non approfondisce, non ricorda, non dissente.
L'uomo solo al comando partorisce riforme nello stesso soldo:
"Abbiamo il mandato di cambiare il Paese e lo cambieremo " dice a Bologna, con stile che ricorda il Crozza mentre lo imita dal balcone di piazza Venezia.
"L’imperativo è tenere botta".
Imperativo è categorico e impegnativo per tutti, appunto.
Un uomo solo a comando di un partito dove chi dissente è pregato di uscire dalla porta.
Al comando di un governo di ministri che non devono oscurare la sua luce.
Al comando di un parlamento che ratifica quello che decide.
Al comando di istituzioni cui sono tolti i contrappesi.
Perché per fare le riforme serve una maggioranza stabile e chiara.
Con una finta maggioranza e una finta opposizione.
Che vende al paese riforme e grandi opere fumose: il jobs act che produce stabilizzazioni di posti di lavoro esistenti (con le finte tutele crescenti). La riforma della scuola che produce preside comandanti, toglie risorse alla scuola pubblica col ricatto della stabilizzazione dei precari.
L'Expo dell'ottimismo?
Voluto da Prodi e dalla giunta Moratti. Ma Renzi lo ha venduto bene.
Come ora venderà bene la nuova legge elettorale in vista delle regionali dei riciclati.
Destra e sinistra? Concetti passati, ora conta essere dentro o fuori.
Concetti passati come il vecchio capitalismo di relazione.
Come gliele ha cantate ieri in borsa.
Il presidente che ha piazzato i suoi (Carrai, Landi, Bianchi, Boschi, Farinetti) nei posti e nei luoghi che contano.
Fabrizio Landi, ex amministratore delega-to di Esaote e tra i finanziatori delle campagne elettorali di Renzi, siede nel cda di Fin-meccanica. Alberto Bianchi,avvocato di Renzi e tesorieredella Fondazione Open, nelcda di Enel. Nel collegio sindacale di Eni troviamo M arco S era c i n i , tra i fondatori dell’associazione con cui Matteo raccolse soldi per le primarie comunali del 2009.E sempre all’Eni, ma come consigliere, c’è l’aretina Diva Moriani, vicepresidente del gruppo Kme di Vincenzo Manes (finanziatore della campagna elettorale di Rezi). Nel board delle Ferrovie cisono Federico Lovadina(sociodell’avvocato e tesoriere na-zionale del Pd Bonifazi) e l’ex McKinsey Gioia Ghezzi che ha collaborato con Renzi per scrivere una legge sull’omici -dio stradale quando era ancora sindaco. Alle Poste fra iconsiglieri spunta ElisabettaFa b r i , presidente degli StarHotel e amica dell’imprendi -tore e consigliere del premier,Marco Carrai. Lui stesso è pre-sidente di Adf, la società(quotata) che gestisce l’aero -porto di Firenze, consiglieredell’ente Cassa di Risparmiodi Firenze e ad aprile ha oc-cupato un’altra poltrona im-portante nel consiglio d’am -ministrazione della Bassili-chi, partner di riferimentoper banche, aziende ed entidella pubblica amministra-zione grazie a un’offerta re-lativa a monetica, back officee sicurezza. Poi ci sono le re-lazioni coltivate in banca da-gli amici comeJacopo Maz-ze i , ex presidente della Cassadi Risparmio di Firenze, cheoggi è nel consiglio di sorve-glianza di Banca Intesa. Ierisu Twitter è stato citato ancheOscar Farinettiche con Eatalyha ottenuto un grande spazioall’Expo (8mila metri quadricon 20 ristoranti) senza garad’appalto e senza una preven-tiva ricerca di mercato. Tantoche il contratto è finito nelmirino dell’Autorità anticor-ruzione che ha sollevato per-plessità sull’entità economicadel contratto, pur in assenzadi censure di irregolarità
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