Incipit
Alle cinco e mezza di quella matina, minuto cchiù minuto meno, 'na musca, che pariva da tempo morta 'mpiccitata supra al vitro della finestra, tutta 'nzemmula raprì l'ali, se l'annittò accuratamenti strofinannole, pigliò il volo, dopo tanticchia virò a si annò a posari supra al ripiano del comodino.Ccà si nni ristò tanticchia ferma a considerari la situazioni e po volò sparata dintra alla narici mancina del naso di Montalbano che dormiva della bella.Nel sonno, il commissario avvirtì un fastiddioso chiurito al naso e, per farisillo passari, si detti 'na forti manata supra alla facci.Ma, 'ntronato com'era per la durmuta in corso, non ne calcolò la forza, sicché la gran botta che s'ammollò ebbi dù risultati 'mmidiati: quello d'arrisbigliarlo e quello di scugnarigli il naso.
Non poteva iniziare peggio la mattinata
per Montalbano: una mosca e forse sono due che gli entra nel
naso, due signori che si prendono a botte sulla spiaggia, e il
commissario scambia il più debole per il più forte. Viene scambiato
da un maresciallo dei carabinieri come uno della rissa e portato in
caserma.
La matinata degli scangi finisce con Adelina che scambia un
signore curioso per un ladro, pigliandolo a padellate.
Il tema dello scambio è la metafora
per questa nuova indagine di Montalbano, sempre alle prese con la
vecchiaia che avanza e col timore di non avere più il fiuto, quel
sesto senso di tanti anni prima.
Indagine che parte da uno strano caso
di rapimento: qualcuno, con la scusa di avere la macchina ferma sul
ciglio della strada, rapisce delle ragazze, e poi le rilascia senza
averle nemmeno toccate.
Un maniaco per finta? Uno che si scanta
di fare del male? Oppure qualcuno che vuole colpire le banche, visto
che le donne rapite lavorano tutte in banche diverse. Una fantomatica
organizzazione contro il potere bancario ..
Un altro caso si presenta a Fazio e
Montalbano poco dopo: un incendio doloso in un negozio, a Vigata.
Solo che il proprietario, Marcello di Carlo, appena tornato da una
lunga vacanza a Lanzarote, non si trova.
Sparito.
Si, racconta un amico, pagava il pizzo
alla mafia che gli aveva pure alzato la tariffa per mettersi a posto.
Ma la mafia, se deve colpire un commerciante ribelle non lo fa
sparire. Tutti devono vedere quello che succede se …
Invece, in questo caso, nulla. Sparito
lui e nessuna denuncia nemmeno da parte della nuova fidanzata con cui
aveva appena passato le vacanze d'agosto.
E allora?
I sequestri lampo continuano e, nel
terzo di questi, ad essere rapita è una ragazza che aveva una
relazione col Di Carlo scomparso.
Ritrovata poco dopo, nuda e col corpo
pieno di tagli.
Quello che sembrava un caso isolato,
banale, inizia a preoccupare i nostri, per l'escalation della
violenza:
«Perciò mi pari di capiri che tu supponi che si tratta di un omo assolutamente 'nsospettabili?».«Si, Mimì, proprio accussì».Tirò un sospiro profunno.«Questa è la tipica 'ndagini nella quali uno può annarisi a rompiri le corna. E io vorria aviri ...»S'interrompì.«Che vorristi aviri?».«Vint'anni di meno, Mimì».
Questa volta per colmare il timore di
una vecchiaia che gli ha tolto il fiuto investigativo, Montalbano
deve sempre più ricorrere al gioco di squadra e perfino a corrompere
il dottor Pasquano con una guantiera di cannoli, freschi.
“«Era vinuto per spiarimi
qualichi cosa?»
Il commissario riscartò la
guantera, l'allungò verso il dottori. La mano di Pasquano scattò
fulminea come la testa di un sirpenti e afferrò il terzo cannolo”.
Ma la capacità di Montalbano di
comprendere le sfumature delle cose, i sensi che non tornano in certe
frasi, non è ancora persa del tutto.
Sebbene i delitti che verranno
consumati, e scoperti più avanti, portino il nostro commissario
sulla pista sbagliata. Un altro scangio, appunto.
Uno scangio su cui Montalbano, e
l'amico Fazio, e il vice Augello, non hanno grosse colpe. Perché
messo in atto da una mente malata, possessiva, egoista, arida. Ma
anche capace di architettare un piano lucido, per depistare le
indagini, per far ricadere le colpe su altri …
Toccherà a Montalbano, una volta
giunto all'intuizione finale, forzare la mano del gioco per uno
sfunnapedi, un tranello.
Diversamente da altre storie, questo
romanzo non è ispirato ad alcun caso reale: lo scrive Andrea
Camilleri a fine libro.
Ancor di più allora possiamo
apprezzare l'ingegno nell'aver architettato questo intrigo, questo
giallo “strano”. Strano
perché è un'indagine senza cadavere, dunque senza assassino. Strano
e intrigante perché costringe gli investigatori a doversi mettere
nella testa di chi sta dietro ai rapimenti.
Strano perché pieno di trappole,
perché per lungo tempo non si capisce la storia dove voglia arrivare
a parare …
Una chicca, una delle tante, tra
Montalbano e Catarella:
'Na chiamata a quell'ura non potiva che significare che 'na sula cosa.Tanto che lui anni avanti si era coniato un proverbio, o quello che era, ad esclusivo uso e consumo personali: «Tilefonata matutina, o furto o ammazatina».«Dottori, che fa, durmiva?».La dimanna vinni fatta con voci timorosa.«No, Catarè, stavo jocanno a ping pong».La risposta gli era vinuta con voci grevia e sgarbata, ma non aviva calcolato che per Catarella era cchiù che naturali che uno jocasse a ping pong alli sei del mattino.«M'addispiaci d'aviri distrubbato la partita».«Non t'apprioccupari, jocavo da sulo».«Maria, quant'è bravo vossia, dottori! E come fa?».«Corro da un lato all'autro del tavolo mentri che la pallina è a mezz'aria. Che mi devi dire?»
«Che Gallo la sta vinenno a pigliare».Riattaccò senza addimannare spiegazioni.
La scheda del libro sul sito di
Sellerio
e su Vigata.org
1 commento:
Probabilmente non è il miglior romanzo della serie di Salvo Montalbano, l'intreccio giallo è piuttosto debole ma resta comunque una bella storia abbastanza godibile.
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