Alle elezioni amministrative della Sicilia libbira e democratica, non ci fu paìsi, dicasi uno, della provincia di Montelusa, nel quali non vincì a larghissima maggioranza un sinnaco del novo partito democratico-cristiano che aviva per simbolo lo scudo crociato.Novo per modo di diri, pirchì prima del fascismo s'acchiamava partito popolari italiano («Pipì») e l'aviva funnato un parrino, don Luigi Sturzo.I vecchi socialisti, i comunisti tornati dal confino, i libbirali, i repubblicani, annaro tutti in minoranza non pirchì teoricamenti non avrebbiro potuto aviri i voti bastevoli a vinciri, ma pirchì i siciliani, genti sperta, aviva subito accapito da che parti tirava il vento e avivano isato la vela nel senso giusto.«Io ci votiria vulanteri per i comunisti ma hanno un difetto fituso d'essiri onesti. E in questo paìsi mallito si va avanti sulo a forza di favori scangiati, di raccomannazioni, di càvuci 'n culo che ti portano avanti. Quelli, i comunisti, 'nveci sunno santi che non sudano epperciò è voto perso».«I socialisti? No, non si nni parla. Che è 'sto soli dell'avviniri? Il soli sempri quello è, non è che potrà cangiare negli anni che venno! E po' non sunno catolici, non ponno vidiri i parrini, non vanno 'n chiesa. Non, non è cosa. Tanto vali allura votari per i comunisti che quelli almeno ci hanno il libbiro amuri».«I libbirali? 'Nzamà, Signuri! Che significa libbirali? Che uno pò fari quello che gli passa per la testa? Ma te l'immagini che burdello, che grannissimo casino? Mussolini che era, libbirali? Quello, se uno non faciva come voleva lui, lo spidiva 'n carzaro e bonanotti».«I ripubblicani? Ennò, per piaciri, Sò Maistà il Re e sò figlio Umberto non si toccano! Vabbeni , so Maistà si nni scappò lassanno tutti nella merda, semo d'accordo, ma lui in primisi aviva il sacrosanto doviri di salvari la corona!».E i parrini, tanto nel segreto della confissioni quanto dar purpito, in tutte le chiese, non avivano fatto autro che ripitiri:«M'arraccomanno, votate per lo scudo crociato che veni a significari che siete boni cristiani e che siete divoti al Signuri, di Gesù e del Papa. E arricordatevi che dintra all'urna Dio vi vedi e Stalin no!»
Dal racconto "Le vichinghe volanti" di Andrea Camilleri (Sellerio).
Così
anche a Vigata fu eletto un sindaco democristiano, tale Giurlanno
Piscitello. Sindaco anomalo, poco chiesastro. Che inaugurò la prima
fiera del paese, a base di sarde fritte, che attirò i “forasteri”
dai paesi vicini.
Finché
un anno, per la sagra, non arrivarono in paese due carrozzoni:
“Da uno di questi, dù picciotti che s'attrovavano a passari vittiro scinniri a quattro fìmmine di 'na biddrizza tali che in vita loro non se l'erano manco insognate. Correro a dirlo a tutto il paìsi”.
Da qui partì la storia delle vichinghe volanti.
Nessun commento:
Posta un commento