Questa volta è un caso di suicidio,
uno studente che si è reciso le vene qualche mese prima, senza ragione apparente, lasciando solo un messaggio ("Sono stanco") e una madre
che non si da pace. Perché?
Giorgia Cantini (l'investigatrice nata dalla penna della scrittrice bolognese Grazia Versani) inizia la sua indagine
nel mondo dei ragazzi, cominciando dal giro di amici di Emilio
Matera. Ragazzi all'apparenza forti e invulnerabili, ma che in realtà
a guardarli da vicini si rivelano deboli e fragili.
Stretti nella morsa della vita, tra
genitori esigenti, incapaci di fare il loro compiti, e un mondo che
corre troppo veloce.
L'indagine diventa un pretesto per
raccontare quello che siamo diventati.
Homo, homini, lupus.
Adesso sono imbottigliata in un traffico frenetico;scorgo nelle altre macchine le facce implacabili di estranei insofferenti, pressati dalla fretta; nessuno che sorride, anzi è come se ognuno vedesse nell'altro l'acerrimo nemico pronto a superarlo, a tagliargli la strada, a rubargli il parcheggio. La fiducia sembra bandita, soltanto lampi sospettosi da un finestrino all'altro: il prossimo è solo qualcuno che ti vuole fregare. E si va avanti come le lumache sull'asfalto, imprecando ad un semaforo che diventa rosso troppo presto, il dito medio alzato di un uomo verso una donna alla guida di una Panda verde che gli ha sfiorato la fiancata; [..]Alla radio, intanto, Mengoni sta cantando : Mentre il mondo cade a pezzi .. E poi di nuovo la voce di uno speaker che parla di un giro di baby squillo, e subito dopo di tangenti, di politici indagati, di abuso edilizio. Siamo questo, penso, siamo anche questo, l'intervista ad un tipo abbronzato in TV che parla della sua vacanza ai Caraibi a un parterre di disoccupati; siamo imprenditori, finanzieri, banchieri, che fanno sesso con minorenni mentre tirano coca o licenziano qualcuno. Sappiamo fare molte cose contemporaneamente, giudicare in salotto, leggere i giornali al bar, rispondere sms mentre facciamo pilates, giocolieri del nulla, vuoti nel vuoto. Non sappiamo immedesimarci negli altri, li invidiamo se hanno più di noi, li compatiamo se hanno meno.[..]Imbocco via Ferrarese e penso che un anno fa, qui vicino, nel cortile di un palazzo, una studentessa è stata violentata.
Era scesa dall'autobus 27, una sera di ottobre e di pioggia. Un uomo l'aveva trascinata davanti alle macchine che sfrecciavano, con lei che urlava, scalciava, cercando di attirare l'attenzione. Me nessuno si era fermato, nessuno era intervenuto. Un passante aveva detto ad un giornalista: “Credevo che si trattasse di un bisticcio amoroso”. Quel passante non era riuscito a distinguere la violenza da una banale lite tra innamorati .. Cos'è diventato l'amore?, mi chiedo. Perché non siamo più in grado di interessarci alle vite degli altri e di soccorrerli? In quale confusione ci stiamo dibattendo? Passiamo il tempo a farci i fatti nostri, chiusi in casa davanti alla televisione, incapaci di muovere un passo verso un pianerottolo dove un marito sta prendendo a pugni una moglie o un ladro sta sta forzando un'altra serratura. Come posso stupirmi se un ragazzo apre un cassetto e sceglie il coltello più affilato e poi lascia un biglietto con su scritto 'Sono stanco'? Quanto pelo sullo stomaco deve crescere prima di diventare abbastanza insensibili da reggere agli urti?Quanta forza occorre per mantenere invariato il proprio limite di sopportazione? E in quale dissennato coprifuoco ci stiamo arrabattando? In quanta economia di sentimenti?
Grazia Versani – Senza ragione
apparente (Feltrinelli editore)
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