11 ottobre 2015

L'inchiesta sui costi gonfiati dei diritti televisivi

Sovra-fatturazioni, costi in nero per le stecche, appalti Rai truccati: l'inchiesta su Rai e Infront che arriva fino alla Fifa che, l'assaciazione Changefifa definisce una mafia.



L'anteprima del servizio di Report di Paolo Mondani sul corriere:

Ci sono degli studi televisivi, a Roma, in una traversa della via Nomentana, dove un tempo c’era una casa cinematografica, la Dear film. La Rai li ha comprati quattro anni fa, con un’operazione sulla quale ora i magistrati dovranno far luce. La storia ce la rivela stasera Paolo Mondani nella prima trasmissione della nuova stagione di «Report» su Raitre : «Nel 2008 l’allora direttore generale Claudio Cappon stabilisce con una perizia che l’immobile vale 40 milioni di euro. Nel 2011, a cavallo fra i direttori Mauro Masi e Lorenza Lei si procede all’accordo finale. E il vice direttore Comanducci chiude con la Dear per 50,5 milioni. Dieci in più della perizia Cappon, pagati alla Studi Dear srl, controllata da una società anonima lussemburghese. Il contratto non è mai stato sottoposto al consiglio di amministrazione».È Milena Gabanelli che ricorda come «le operazioni sopra i dieci milioni devono essere approvate dal consiglio», aggiungendo che «l’anno in cui è stata fatta questa operazione la società lussemburghese che ha incassato i 50 milioni dalla vendita dell’immobile alla Rai ha staccato un dividendo di 20». I magistrati, precisa, «indagheranno». Non solo su questo. L’operazione Dear, conclusa tre anni dopo il 2008, quando il mercato immobiliare era già in fase calante, a un prezzo superiore di dieci milioni alla stima di Cappon, è descritta in uno dei vari audit che gli ispettori interni Rai, incaricati di fare pulizia, hanno spedito alla procura. E i magistrati hanno avviato indagini destinate a portare lontano. Mondani racconta che a giugno i giudici romani hanno messo sotto inchiesta 44 dirigenti e funzionari: dalla Rai alle reti private, fino alla Infront, la società che gestisce i diritti televisivi. «L’indagine», spiega, «ruota intorno all’imprenditore David Biancifiori, titolare di una società di supporto di servizi tivù che secondo i magistrati otteneva appalti in cambio di soldi e assunzioni».
In uno degli audit si parla degli appalti delle luci del Festival di Sanremo fra il 2008 e il 2013, affidati con gare pubbliche ma alle quali quasi tutti i partecipanti rinunciano. A queste gare, afferma il servizio di Report, «Biancifiori era sempre in prima fila e con prezzi per la Rai a un certo punto improvvisamente raddoppiati con collaudi inesistenti». «Report» racconta che la sua attività «spazia dalla fornitura di corrente elettrica a una villa del clan dei Casamonica agli appalti tv presso la Presidenza del consiglio», premier Silvio Berlusconi. A dimostrazione del fatto che nel suo carnet non c’è posto solo per gli appalti Rai o di altre tivù. E qui spunta la Infront, che per 60 milioni annui assiste la Lega di serie A per i diritti televisivi. «Biancifiori curava per loro la regia di alcune partite di calcio, ma affittava anche gli impianti luci e audio per “X Factor” e “Italia’s Got Talent” di Sky », spiega il servizio di «Report», secondo cui il tribunale di Roma ha indagato due dirigenti di Infront che avrebbero preso soldi da Biancifiori in cambio di appalti.
Ma la sigla Infront si collega direttamente al nome di Sepp Blatter. La holding svizzera della società, ora finita nelle mani del miliardario cinese Wang Jialin è una specie di Grande fratello del calcio mondiale: la guida Philippe Blatter, nipote del patron della Fifa sotto inchiesta per corruzione recentemente sospeso assieme al capo della Uefa Michel Platini. Una relazione ben evidenziata nel rapporto sul caso Fifa dell’Fbi per l’indagine sfociata nell’arresto di alcuni dirigenti dell’organizzazione accusati di intascare tangenti per assegnare diritti televisivi. E dalla quale sono venute fuori cose turche. I dirigenti americani della federazione campavano come nababbi. Basta dire che il segretario generale Chuck Blazer viveva in un appartamento da 18 mila euro mensili nella Trump Tower, e i suoi gatti alloggiavano in un altro, attiguo, da 6 mila dollari...

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