18 ottobre 2015

Quelle leggi scritte male

Il falso in bilancio, il 416 ter (per contrastare il voto di scambio), il tfr in busta paga, il budget per le spese alimentari dei celiaci (decreto Veronesi del 2001), il grasso animale usato come combustibile. E poi, il meccanismo del silenzio assenso per la tutela dei vincoli paesaggistici (e la legge sblocca Italia), la trasparenza nella pubblica amministrazione, il reato di associazione militare con finalità politiche ..
Cosa hanno in comune queste leggi? Che sono state scritte male, in modo ambiguo, in modo da rendere più difficile la loro applicazione o magari, con delle falle al loro interno che le rendono inutilizzabili.
Perché il legislatore, il Parlamento o il governo tramite decreto, scrivono le leggi complicando la vita a chi le deve applicare, senza rendersi conto delle falle, delle vie di fuga?

Per esempio, la legge sul falso in bilancio. Siamo a maggior 2015:
In mattinata l'aula di Montecitorio ha dato il via libera all'articolo 10 relativo al falso in bilancio. In base al testo approvato, conforme a quello licenziato dal Senato, se i fatti sono di lieve entità la pena va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni. La lieve entità viene valutata dal giudice, in base alla natura e alle dimensioni della società e alle modalità o gli effetti della condotta dolosa”.

Tutto bene?
Il tweet del presidente del consiglio (@matteorenzi) non si è fatto attendere:
“Anticorruzione e falso in bilancio sono legge. Quasi nessuno ci credeva.Noi sì. Questo Paese lo cambiamo,costi quel che costi. #lavoltabuona”

Solo dopo pochi giorni, arrivò l'assoluzione del sondaggista di Berlusconi Crespi, per il reato di bancarotta, e ci si ricordò delle critiche rivolte a questa legge, sulla questione delle valutazioni: poche parole e si annulla l'effetto della legge
Sia prima che dopo l’approvazione al Senato, con voto contrario di Forza Italia, furono in molti a indicare un “errore” nel testo della norma sul falso in bilancio. E anche il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, responsabile del Dipartimento reati finanziari, aveva criticato la legge.
Nel mirino era finita la frase “ancorché oggetto di valutazioni” – eliminata dal testo precedente – che ha ottenuto il risultato di mettere in ombra i casi di falso in bilancio più difficili da scoprire, investigare e giudicare: che non sono quelli dove è evidente il falso ovvero la dichiarazione di quello che non si ha, ma sono i casi in cui si dichiara, per esempio, di possedere qualcosa stimato a un valore più alto rispetto alla realtà e che è quindi oggetti di valutazione. “Magazzini, ammortamento dei crediti o stime immobiliari sono tipiche valutazioni, alle quali persino la deprecata legge Berlusconi – scrive Luigi Ferrarella oggi sul Corriere della Sera – conservava almeno un minimo di punibilità se si scostavano dalla realtà per più del 10%”.

Le errate valutazioni, con cui si gonfiano le stime, i costi, le scorte, non costituiscono più oggetto di reato.
Così gli imprenditori che ricorrono al nero, al falso, per fare delle scorte da usare magari per delle mazzette, possono stare tranquilli. E il legislatore può vantarsi di aver fatto una legge. Anche se inefficace.

Il rimborso per i celiaci.
Dal sito del Senato:
Attualmente al soggetto celiaco, sono concessi dei buoni per l'acquisto di prodotti alimentari di importo crescente in base alla fascia d'età del soggetto e distinti in base al sesso. Il decreto del Ministero della sanità dell'8 giugno 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 5 luglio 2001, cosiddetto «decreto Veronesi», concernente l'assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare, ha stabilito tetti di spesa mensili a carico del Servizio sanitario nazionale. In alcune regioni, tali tetti di spesa sono stati innalzati per alcune fasce della popolazione celiaca e quindi non si presentano come unificati su tutto il territorio nazionale. Gli importi riconosciuti sono spendibili presso le farmacie convenzionate o, secondo direttive all'uopo emanate dalle regioni, da altri fornitori incaricati dalle aziende unità sanitarie locali (negozi alimentari specializzati, grande distribuzione organizzata). Tale possibilità si trova oggi diffusa in maniera eterogenea nel Paese, dato che non tutte le amministrazioni locali hanno reso applicativo, tramite la stipula di specifiche convenzioni, l'erogazione anche nella grande distribuzione organizzata e nei negozi alimentari specializzati.

Insomma, hanno diritto ad un budget per il rimborso delle spese alimentari, ma senza controlli su ciò che si acquista, anche prodotti costosi.
Prodotti rimborsati dal sistema sanitario che però costano più dei prodotti equivalenti: ma il maggior prezzo è giustificato?
Secondo alcuni nutrizionisti intervistati da Report no: la pasta per celiaci ha semplicemente una composizione diversa che non giustifica un prezzo doppio.

Forse c'è un diverso interesse (da parte di chi vende e produce "gluten free") dietro questi rimborsi?

Il processo alle guardie padane.
Il processo per i membri delle Guardie Padane è iniziato a Verona nel 1996, dall'inchiesta del procuratore Papalia. Come mai va avanti ancora oggi?
Perché il legislatore in questi anni ha rivisto la legge che punisce il reato di associazione militare: ci aveva provato Calderoli, Lega nord, quando aveva depenalizzato il reato contestato ai 34 imputati.
VERONA - Camicie Verdi, si riparte. La Corte Costituzionale, con la sentenza del 15 gennaio, riapre di fatto il processo nato dall’indagine sulla Guardia Nazionale Padana, avviata nel 1996 dall’allora procuratore Guido Papalia. Un’inchiesta che vede al banco degli imputati 36 esponenti della Lega Nord, chiamati a rispondere del reato di banda armata, tra i quali anche volti storici del Carroccio come i veronesi Enzo Flego e Matteo Bragantini, l'ex sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo e l'ex sindaco di Milano Marco Formentini. I giudici della Consulta (presieduta da Gaetano Silvestri, mentre il ruolo di relatore è stato ricoperto dal collega Giorgio Lattanzi) hanno infatti dichiarato l’illegittimità costituzionale dei due decreti legislativi del 2010 (numero 66 e numero 213) che avevano di fatto abrogato il decreto legislativo del 1948 che istituiva il reato di associazione a carattere militare con finalità politiche. «Ad avviso dei giudici rimettenti queste norme non davano al governo il potere di abrogare il decreto legislativo (del 1948 ndr) sul divieto delle associazioni di carattere militare» scrivono i giudici nella sentenza che definisce illegittimo il decreto del 2010.
Altra legge scritta male, che ha bloccato un processo e impegnato in una sentenza la Corte Costituzionale.

Il grasso come combustibile.

Il grasso che origina dalla produzione di prosciutti, usato come combustibile: a Parma non si possono bruciare, sono rifiuti, ma in altre provincie si. Tutta questa confusione nasce da un decreto del 2006, in cotrasto con una regolamentazione europea secondo cui il grasso è un combustibile.
Così ogni regione decide per se.

E l'imprenditore Scolla perde da 30 a 40mila euro al mese per tenere gli impianti fermi. In attesa che il legislatore sistemi questo ennesimo buco.

La scheda del servizio: Leggi a perdere - di Emanuele Bellano, Emilio Casalini, Luca Chianca
Come vengono pensate e scritte le leggi? Spesso non si sa nemmeno chi ci ha messo le mani per ultimo. Il decreto Veronesi del 2001 garantisce ai celiaci un budget di spesa mensile per comprare prodotti senza glutine. Oggi il servizio sanitario nazionale rimborsa pure bignè, budini e cioccolatini che costano anche 110 euro al chilo. Il grasso animale: la direttiva europea recepita dai ministeri della Salute e delle Politiche agricole lo classifica come combustibile per produrre energia rinnovabile, mentre quello dell’Ambiente non si è aggiornato. Così è il burocrate locale che decide se un impianto può funzionare, o deve essere bloccato. Poi c’è il flop della norma che consente ai lavoratori di ricevere in busta paga il tfr e quello della nuova legge sul falso in bilancio, attesa da quasi 15 anni. Al primo banco di prova, dopo appena 48 ore dalla sua entrata in vigore, si è dimostrata monca facendo annullare la sentenza di condanna in appello di Luigi Crespi per bancarotta impropria. Questo perché qualcuno ha preferito non inserire quattro parole. Report racconterà poi l’odissea del processo alla camicie verdi della Lega Nord che, iniziato nel 1998, è in piedi ancora oggi a causa del continuo intervento del legislatore che, nel corso degli anni, ha tolto, modificato e reinserito alcune norme. Nell’inchiesta di domenica faremo vedere inoltre come funziona il meccanismo del silenzio assenso che è stato esteso anche ai luoghi sottoposti a vincolo paesaggistico e dei beni culturali e come funziona la trasparenza della pubblica amministrazione, un principio benedetto da tutti gli ultimi governi, ma che si inceppa quando è un comune a chiedere di avere accesso ai dati di una società partecipata. Infine: cosa succede quando gli agricoltori si vedono il raccolto di nocciole completamente divorato dai ghiri, animale protetto?

Qui trovate l'anteprima su Reportime.

Il secondo servizio riguarda la città di Genova, gli alluvioni che l'hanno colpita (l'anno scorso il 9 novembre 2014 e prima ancora nel 2011), i lavori per la messa in sicurezza dei quartieri, lo stato dei torrenti che scendono su Genova e che sono stati colpevolmente imbottigliati nel cemento.
Il governo Renzi ha stanziato 270 ml per la messa in sicurezza di Genova, ma si dovranno aspettare diversi anni per la fine dei lavori.
Lavori che sono rimasti bloccati per anni per ricorsi, per lentezze burocratiche e per le solite storie di tangenti.

Panta Rei di Giorgio Mottola

A Genova, esattamente un anno fa, dinanzi alla città attraversata dalla commozione per i morti e la rabbia per i danni provocati dall’esondazione, le istituzioni si affrettarono a promettere che non sarebbe mai più avvenuto. Oggi, vedremo, l’alveo del Bisagno, il principale corso d’acqua di Genova, è di nuovo in condizioni critiche e la maggior parte dei cinquantasette torrenti che attraversano la città è in un pericoloso stato di dissesto idrogeologico. Nel frattempo, però, è stato permesso di costruire nuove opere a due passi dal fiume, in zone alluvionali. Nonostante i danni per oltre trecento milioni di euro e i sette morti, per i genovesi sembra che la principale strategia di difesa sia quella di guardare il cielo e pregare che non piova. 

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