19 ottobre 2016

La passione per il delitto 2016. I percorsi del giallo

Come ogni anno, ottobre oltre a portare al tappeto di foglie degli alberi nei boschi, alle castagne, alle giornate più corte, porta anche alla rassegna letteraria “La passione per il delitto”, stabilmente spostata ad Erba.
Rassegna letteraria che si occupa del giallo, in tutte le sue svariate tinte: il noir, il thriller, il poliziesco classico. Ma forse è limitante parlarne in questi termini: La passione per il delitto è sempre stata l'occasione per incontrare scrittori nuovi, portati avanti da case editrici indipendenti, che cercano di offrire al lettore nuovi percorsi letterari.
Ma sempre di giallo stiamo parlando: dietro alle storie c'è un mistero, un contesto letterario in cui non tutto è illuminato ma ci sono zone d'ombra, un cattivo che forse è anche buono è un buono capace di compiere le peggiori efferatezze.
Il giallo, o il noir, chiamiamolo come ci pare, è un lungo viaggio nei luoghi della memoria, nei luoghi fisici del nostro paese, secondo un tour che ti fa vedere le cose in modo diverso.
Come una lente, che mostra “lo storto” del mondo e nasconde tutta la finzione.

Sono contento di aver scoperto scrittori nuovi domenica scorsa e sono sicuro che qualcosa dei loro libri mi rimarrà addosso, al termine della lettura dei loro romanzi.



Gli incontri della rassegna.
Claudio Morandini – Neve cane piede, Exorma
Andrea Fazioli – l'arte del fallimento, Guanda

Due storie di confine, da una parte il confine dell'uomo di fronte alla montagna e dall'altra il confine fisico tra due paesi. Il primo un

Claudio Morandini racconta la storia di un vecchio (un vecchiaccio), una valle di montagna a due mila metri. Un cane che gli parla. E un piede che fa l'ingresso nella storia.
Un libro di maschi. L'investigatore si trova in una valle isolata e la solitudine diventa l'atmosfera primaria del racconto.

Dal giallista delle montagne al giallista delle banche (svizzere), Andrea Fazioli: ad Elisabetta Bucciarelli ha spiegato come è nata l'ispirazione del libro. Prendevo lezioni di sax in uno studio sopra l'ufficio esecuzione fallimenti: lì ho deciso di mettere la musica, jazz, nel mio libro. Che parla di crisi economica e di fallimenti.
Perché il jazz? Il jazz non punta alla purezza, tre sbavature sono una variazione. Il jazz incarna “l'arte del fallimento”.
Anche la musica è un altro ppunto di contatto tra i due libri: da una parte il jazz dall'altra un protagonista (Adelmo) che è un musicista e dove la musica è quella che insegna la montagna, con l'arte del silenzio. Come in silenzio si deve ascoltare il jazz.

La storia dei libri: nel racconto di Fazioli c'è un'azienda di mobili in bancarotta, ci sono degli omicidi e anche un serial killer.
Si parla di una truffa ai danni dei lavoratori frontalieri (nel Ticino), che ha avuto un'eco politico (col referendum sui frontalieri) ma non culturale: nonostante il voto al referendum, 70mila persone si trasferiscono in Svizzera, una realtà ignorata culturalmente di cui ho voluto parlare.
La Svizzera italiana è un'anomalia culturale in Europa: il confine porta storie, brutte storie e in questo romanzo mi accentro sulle storie di confine, dal punto di vista economico.

Nel libro di Morandini c'è invece la montagna il desiderio di isolarsi, di autoesilio, per Adelmo.
L'autore ha spiegato che serviva un'altra voce per raccontare la storia, ponendosi delle domande senza darsi troppe risposte. Volevo raccontare la montagna senza usare le solite parole idilliache usate negli spot pubblicitari.
L'incipit di Neve, cane, piede:
Le prime avvisaglie dell'autunno spingono Adelmo Farandola a scendere in paese a fare provviste. La mattina, uscendo dalla baita, vede attorno alla malga l'erba die prati intrisa di brina che stenta a sciogliersi”.

Una frase del romanzo, L'arte della fallimento Andrea Fazioli: “non è facile essere poveri in un paese ricco”.
In Svizzera c'è una barriera invisibile ma invalicabile tra ricchi e poveri: solo nelle fiabe la sguattera si infila a corte, nei paesi civili si devono presentare documenti.




Io sono Kurt – Paolo Restuccia, Fazi
Claudio Metallo Come una foglia al vento, CasaSirio
Antonio Fusco, Il metodo della Fenice, Giunti (e la mia recensione)

Dalla montagna, dal confine, a storie di provincia: la grande provincia italiana da cui pescare a piene mani per raccontare storie.

Come quella dello spumeggiante scrittore romano Paolo Restuccia: si parte da un incontro fortuito in autostrada, incontro che diventa un inseguimento fino a Trieste. Dove Andrea Brighi detto Kurt dovrà fare i conti col passato, con tutto quello che l'ha portato ad essere quarantenne.
Le storie si sdoppiano: c'è quella dell'oggi, che parte con una borsa di soldi in nero che Kurt deve portare a Lugano e la storia del passato (del 1996), di quando lui aveva 20 anni.
Arrivato a Trieste, il racconto si sdoppia secondo due filoni di storia: c'è il noir ambientato nel 2016 e c'è anche il flash back nel 1996, quando aveva 20 anni, una storia d'amore con tanta carnalità.
Una carnalità che ha dato fastidio a qualcuno, più fastidio della storia di droga che sovente il protagonista consuma.

Come una foglia a vento è una storia di droga, di debiti, di una persona in difficoltà che viene adescata da persone che lo tirano dentro un traffico di droga.
Siamo nella Calabria degli anni 80, che forse non è molto diversa da quella di oggi.
Claudio Metallo ha raccontato dei documentari che ha realizzato in Calabria, la sua regione, come quello della ribellione ad Amantea contro l'affondamento illegale delle navi cariche di rifiuti.
Degli imprenditori di Lamezia alle prese con racket: una storia di riscatto grazie alle associazioni create dal basso.

In queste storie ti imbatti con personaggi particolari: con queste persone mi sento legato e si sono create storie di amicizia.
Come i minatori calabresi che lavoravano al tunnel dell'AV al Mugello: 100 persone si muovevano da un paese senza edicola, con strade dissestate, per costruire l'alta velocità al nord.

Il libro è una storia di come la ndrangheta tenga sotto scacco una regione, e di storie di riscatto, a cominciare da quella di Peppe, il protagonista, che viene trascinato dagli eventi, “come un foglia al vento”.

Antonio Fusco, ne Il metodo della Fenice ci propone un giallo più classico con tutti gli ingredienti: i cadaveri, il commissario che si chiama Casabona e i suoi collaboratori. Una storia raccontata dal di dentro il mondo delle indagini, della raccolta delle prove, siccome Fusco è un funzionario di polizia.

Cosa c'è dell'esperienza di Fusco in Casabona?
Partendo da un fatto inventato, faccio muovere i personaggi, creo un'ambientazione attingendo dalla mia esperienza personale, da quello che ho imparato in trent'anni di professione. Storie di sbirri e di vittime.

Il rapporto tra musica e letteratura: Restuccia ha spiegato come in tanti citano canzoni in un libro: se la canzone è citata in modo giusto, ti viene voglia di ascoltarla.
Nel mio libro la musica ci sta perché il protagonista è un dj.
La musica degli anni 70 è stata anche letteraria: Leonard Cohen, Dylan.
E sulle polemiche a seguito del nobel a Dylan: un romanzo è diverso da una canzone, ho trovato delle menzogne in alcuni testi di canzoni che volevano essere filosofici, le definizioni sono una trappola.
Infine, sulle presentazioni dei libri: alle presentazioni trovi gente che non pensavi di incontrare, persone che anziché starsene a casa a guardare la tv escono e vengono ad ascoltarti e farti domande. Finchè ci saranno loro, saremo condannati a scrivere libri.

A Claudio Metallo è stato chiesto come si sia documentato sul traffico di cocaina internazionale.
Molti dati sono disponibili su libri di divulgazione (come quello di Gratteri): volevo far capire come il traffico fosse pervasivo dal punto di vista economico.
Dietro c'è un guadagno incredibile, poiché la coca purissima importata dal sudamerica viene tagliata più volte: ma dove finisce questa ricchezza? Nelle banche, nelle aziende in crisi. Non nella Calabria dove ancora si trovano paesi senza strade.
Quello che ha voluto raccontare è il desiderio dell'accumulazione di ricchezze, l'avidità, la questione economica. Alla fine perché queste persone, come il protagonista del suo noir, arrivano a spacciare, a trattare droga? Per i soldi.
Soldi che danno ricchezza, ma dove si rischia di morire a trent'anni per un colpo di pistola. E questa è una cosa che fa riflettere.

Antonio Fusco- il metodo della Fenice: è la storia di una rinascita.
Perché questo titolo? Il cattivo della storia crede di essere il messia, e la Fenice è un esempio di Fenice cristiana, per la sua resurrezione.
La sfida di fondo del libro è tra questo personaggio e il commissario Casabona e la sua squadra.

Il luogo dei suoi romanzi, Valdenza, non esiste: la città descritta è in realtà Pistoia, la zona dell'appennino che sta attorno, dove si trova veramente una comunità degli elfi.
Ho voluto rappresentare la toscanità con un paese che non esiste, come Camilleri con Vigata.

Paolo Restuccia: ho scelto Trieste perché è bella, mi piace ambientare le storie in luoghi precisi, che siano riconoscibili. L'ho ambientata a Trieste anche se non la conoscevo: avevo bisogno di una ambientazione che scuotesse scrivendolo e lo stesso per il lettore.
Chi arriva la prima volta a Trieste e vede per la prima volta piazza di unità d'Italia, sembra piazza Venezia a Roma e la prima cosa che dici è “oooh”!
Questo ci distingui dagli animali.

Restuccia ha voluto svelarci un mistero: Jessica Fletcher è una serial killer. Arriva in un posto e poco dopo viene ucciso qualcuno. Lei conduce le indagini e arriva al colpevole, che si dichiara innocente.



Nicoletta Sipos, La promessa del tramonto Garzanti
Silvia Avanzato, Anemone al buio, Fazi
Modera Antonella Bavetta

Cosa hanno in comune le due storie: il buio. Cosa succede nel buio?

In Anemone al buio, la protagonista a seguito di un incidente perde la vista e la memoria. Deve fidarsi, al risveglio delle persone che ha a fianco, nella stanza dell'ospedale.
Quando l'ho scritto, pensavo al comodino di queste camere dove, nel primo cassetto, nascondiamo le cose che non vogliamo mangiare, dove teniamo il telefono per sentire gli affetti.
Mia nonna vive una vita del genere.

Nicoletta Sipos – la promessa del tramonto.
Il protagonista si trova rinchiuso con due donne in un spazio ristretto: siamo nel 1951, in Ungheria e il medico si è messo contro la politica di Stalin. Sta scappando da Budapest verso Vienna per arrivare poi in Italia, dove vorrebbe raggiungere i figli.
Rinchiusi nello spazio, i personaggi ripensano alla loro vita: nel ricordo della sua vita, il medico ripercorre la sua vita.

Silvia Avanzato: alla mia protagonista ho tolto tutto, la vista e la bellezza. E ora è costretta a dare fiducia delle persone che ha a fianco al letto e inizia a farsi delle domande. Ma quello è il mio fidanzato? Questa è la mia amica?
Col tempo, inizia ad acquistare la vista e alcuni sprazzi di luce, inizia a comprendere il mondo che ha attorno.


La storia raccontata da Nicoletta Sipos è quella vera dei suoi genitori. Scappati dall'Ungheria per sfuggire al regime e che tante volte nel passato avevano chiesto a Nicoletta di scrivere della loro vita. Per anni si era rifiutata per cambiare idea dopo che l'Ungheria ha chiuso le frontiere nei confronti dei migranti (dimostrando come la storia del passato non abbia insegnato nulla). Da qui il libro: una storia per ricordarci da dove veniamo, per me e per i miei nipoti.





Cosimo Argentina, l'umano sistema fognario, Manni
Antonio Zamberletti, Cascina smorta, Runa
Filippo Fornari, Omicidio all'Isola, nevrotico erotico blues, Todaro
Modera Marco Proserpio

Un viaggio nella geografia: partiremo da Taranto, passeremo da Milano la metropoli, fino ad una cascina che non è solo una cascina.
Per raccontare del male che sembra essere arrivato dappertutto.

Cosimo Argentino racconta di Taranto e di gente così alienata che sembra quasi normale, gente che ha troppo e che ha bisogno delle persone che hanno poco per avere ancora di più ...
Il protagonista Emiliano è un disadattato, una persona sfortunata sin dalla nascita: nasce da una relazione extra coniugale, cresciuto da una ragazza madre. Vive coi sussidi come una persona border line che macina tutto il rancore che la vita l'ha sottoposto.
L'umano sistema fognario è un romanzo con tanti delitti e quasi nessuna indagine: un noir, un romanzo di formazione, una storia d'amore anche.

Antonio Zamberletti : che mondo è cascina smorta?
Un luogo che esiste in ciascuno di noi di chi ha vissuto in una immaginaria provincia degli anni '70, sperso nella campagna nel centro nord Italia.
In un paesotto volutamente non precisato: la cascina è un luogo segreto dove i ragazzini passavano le giornate.
Nel libro c'è un serial killer e c'è anche un investigatore, il capo della Mobile: disilluso, con un cinismo esistenziale, con delle illusioni dell'infanzia che si sono trasformate in delusioni.
Torna nella sua città quando torna a colpire anche il serial killer che pensava fosse scomparsa.
L'indagine odierna chiude così il cerchio di tante storie del passato.

Filippo Fornari: Delitto all'isola è un giallo ambientato a Milano, con un protagonista che si chiama Curzio Malanotte, che è aspirante suicida. Non un suicidio qualsiasi, ma un suicidio sociale.
Decide di ribellarsi alla sua famiglia, alla moglie, ai figli, al buonismo con cui ha vissuto, quando la figlia più piccola scompare: prima di andarmene- si dice - devo fare qualcosa per cui la gente si ricorderà di me. Come atto di ribellione gira di notte, frequenta prostitute, per scuotere la differenza della famiglia.
Storia è raccontata secondo il registro comico grottesco: i protagonisti della storia sono gli abitanti di questa Milano notturna e mi sono divertito a descriverli.

Cosimo Argentina ha raccontato di Taranto, una città inquinata di gente inquinata: una città estrema, sacrificata al Dio produzione, dell'Ilva, Eni, Cementir, marina militare, tutto assieme.
Il protagonista vede la gente che si muove ossessionata dal possesso e dal successo, compiendo gesti assurdi. E anche Emiliano deve compiere gesti assurdi per non perdere quei pochi soldi dei sussidi. Per Emiliano la vita è così una fogna, dove vie come un animale ferito.

Taranto come periferia di un paese che si crede potenza mondiale ma che sta sprofondando nella periferia del mondo. E di periferie parlano anche gli altri due libri.
Antonio Zamberletti con la sua esperienza nel quartiere Monfalcone, con la differenza tra legalità e giustizia nelle periferie.

Filippo Fornari ha raccontato del quartiere Isola che ha subito le maggiori trasformazioni in questi anni, per mano dei grandi architetti.
Così nel suo libro emerge la Milano in evoluzione, con i cantieri che tiravano sù la Milano bella per Expo, in contrasto con la prostituzione e con le prostitute che battono nelle zone dei cantieri.
Contrapposizione della Milano dei ricchi e di quelli che vivono sotto i ponti.
La Milano “capitale morale” fa solo di sottofondo all'altra.

Buona lettura!!!!

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