Come ogni anno, ottobre oltre a portare
al tappeto di foglie degli alberi nei boschi, alle castagne, alle
giornate più corte, porta anche alla rassegna letteraria “La passione per il delitto”, stabilmente spostata ad Erba.
Rassegna letteraria che si occupa del
giallo, in tutte le sue svariate tinte: il noir, il thriller, il
poliziesco classico. Ma forse è limitante parlarne in questi
termini: La passione per il delitto è sempre stata l'occasione per
incontrare scrittori nuovi, portati avanti da case editrici
indipendenti, che cercano di offrire al lettore nuovi percorsi
letterari.
Ma sempre di giallo stiamo parlando:
dietro alle storie c'è un mistero, un contesto letterario in cui non
tutto è illuminato ma ci sono zone d'ombra, un cattivo che forse è
anche buono è un buono capace di compiere le peggiori efferatezze.
Il giallo, o il noir, chiamiamolo come
ci pare, è un lungo viaggio nei luoghi della memoria, nei luoghi
fisici del nostro paese, secondo un tour che ti fa vedere le cose in
modo diverso.
Come una lente, che mostra “lo
storto” del mondo e nasconde tutta la finzione.
Sono contento di aver scoperto
scrittori nuovi domenica scorsa e sono sicuro che qualcosa dei loro
libri mi rimarrà addosso, al termine della lettura dei loro romanzi.
Gli incontri della rassegna.
Claudio Morandini – Neve cane
piede, Exorma
Andrea Fazioli – l'arte del
fallimento, Guanda
Modera Elisabetta Bucciarelli
Due storie di confine, da una parte il
confine dell'uomo di fronte alla montagna e dall'altra il confine
fisico tra due paesi. Il primo un
Claudio Morandini racconta la
storia di un vecchio (un vecchiaccio), una valle di montagna a due
mila metri. Un cane che gli parla. E un piede che fa l'ingresso nella
storia.
Un libro di maschi. L'investigatore si
trova in una valle isolata e la solitudine diventa l'atmosfera
primaria del racconto.
Dal giallista delle montagne al
giallista delle banche (svizzere), Andrea Fazioli: ad Elisabetta Bucciarelli ha
spiegato come è nata l'ispirazione del libro. Prendevo lezioni di
sax in uno studio sopra l'ufficio esecuzione fallimenti: lì ho
deciso di mettere la musica, jazz, nel mio libro. Che parla di crisi
economica e di fallimenti.
Perché il jazz? Il jazz non punta alla
purezza, tre sbavature sono una variazione. Il jazz incarna “l'arte
del fallimento”.
Anche la musica è un altro ppunto di
contatto tra i due libri: da una parte il jazz dall'altra un
protagonista (Adelmo) che è un musicista e dove la musica è quella
che insegna la montagna, con l'arte del silenzio. Come in silenzio si
deve ascoltare il jazz.
La storia dei libri: nel racconto di
Fazioli c'è un'azienda di mobili in bancarotta, ci sono degli
omicidi e anche un serial killer.
Si parla di una truffa ai danni dei
lavoratori frontalieri (nel Ticino), che ha avuto un'eco politico (col referendum
sui frontalieri) ma non culturale: nonostante il voto al referendum,
70mila persone si trasferiscono in Svizzera, una realtà ignorata
culturalmente di cui ho voluto parlare.
La Svizzera italiana è un'anomalia
culturale in Europa: il confine porta storie, brutte storie e
in questo romanzo mi accentro sulle storie di confine, dal punto di
vista economico.
Nel libro di Morandini c'è invece la
montagna il desiderio di isolarsi, di autoesilio, per Adelmo.
L'autore ha spiegato che serviva
un'altra voce per raccontare la storia, ponendosi delle domande senza
darsi troppe risposte. Volevo raccontare la montagna senza usare le
solite parole idilliache usate negli spot pubblicitari.
L'incipit di Neve, cane, piede:
“Le prime avvisaglie dell'autunno
spingono Adelmo Farandola a scendere in paese a fare provviste. La
mattina, uscendo dalla baita, vede attorno alla malga l'erba die
prati intrisa di brina che stenta a sciogliersi”.
Una frase del romanzo, L'arte
della fallimento Andrea Fazioli: “non è facile essere
poveri in un paese ricco”.
In Svizzera c'è una barriera
invisibile ma invalicabile tra ricchi e poveri: solo nelle fiabe la
sguattera si infila a corte, nei paesi civili si devono presentare
documenti.
Io sono Kurt – Paolo Restuccia,
Fazi
Claudio Metallo Come una foglia al
vento, CasaSirio
Antonio Fusco, Il metodo della
Fenice, Giunti (e la mia recensione)
Dalla montagna, dal confine, a storie
di provincia: la grande provincia italiana da cui pescare a piene
mani per raccontare storie.
Come quella dello spumeggiante
scrittore romano Paolo Restuccia: si parte da un incontro
fortuito in autostrada, incontro che diventa un inseguimento fino a
Trieste. Dove Andrea Brighi detto Kurt dovrà fare i conti col
passato, con tutto quello che l'ha portato ad essere quarantenne.
Le storie si sdoppiano: c'è quella
dell'oggi, che parte con una borsa di soldi in nero che Kurt deve
portare a Lugano e la storia del passato (del 1996), di quando lui
aveva 20 anni.
Arrivato a Trieste, il racconto si
sdoppia secondo due filoni di storia: c'è il noir ambientato nel
2016 e c'è anche il flash back nel 1996, quando aveva 20 anni, una
storia d'amore con tanta carnalità.
Una carnalità che ha dato fastidio a
qualcuno, più fastidio della storia di droga che sovente il
protagonista consuma.
Come una foglia a vento è una
storia di droga, di debiti, di una persona in difficoltà che viene
adescata da persone che lo tirano dentro un traffico di droga.
Siamo nella Calabria degli anni 80, che
forse non è molto diversa da quella di oggi.
Claudio Metallo ha raccontato
dei documentari che ha realizzato in Calabria, la sua regione, come
quello della ribellione ad Amantea contro l'affondamento illegale
delle navi cariche di rifiuti.
Degli imprenditori di Lamezia alle
prese con racket: una storia di riscatto grazie alle associazioni
create dal basso.
In queste storie ti imbatti con
personaggi particolari: con queste persone mi sento legato e si sono
create storie di amicizia.
Come i minatori calabresi che
lavoravano al tunnel dell'AV al Mugello: 100 persone si muovevano da
un paese senza edicola, con strade dissestate, per costruire l'alta
velocità al nord.
Il libro è una storia di come la
ndrangheta tenga sotto scacco una regione, e di storie di riscatto, a
cominciare da quella di Peppe, il protagonista, che viene trascinato
dagli eventi, “come un foglia al vento”.
Antonio Fusco, ne Il metodo della
Fenice ci propone un giallo più classico con tutti gli ingredienti:
i cadaveri, il commissario che si chiama Casabona e i suoi
collaboratori. Una storia raccontata dal di dentro il mondo delle
indagini, della raccolta delle prove, siccome Fusco è un funzionario
di polizia.
Cosa c'è dell'esperienza di Fusco in
Casabona?
Partendo da un fatto inventato, faccio
muovere i personaggi, creo un'ambientazione attingendo dalla mia
esperienza personale, da quello che ho imparato in trent'anni di
professione. Storie di sbirri e di vittime.
Il rapporto tra musica e letteratura:
Restuccia ha spiegato come in tanti citano canzoni in un
libro: se la canzone è citata in modo giusto, ti viene voglia di
ascoltarla.
Nel mio libro la musica ci sta perché
il protagonista è un dj.
La musica degli anni 70 è stata anche
letteraria: Leonard Cohen, Dylan.
E sulle polemiche a seguito del nobel a
Dylan: un romanzo è diverso da una canzone, ho trovato delle
menzogne in alcuni testi di canzoni che volevano essere filosofici,
le definizioni sono una trappola.
Infine, sulle presentazioni dei libri:
alle presentazioni trovi gente che non pensavi di incontrare, persone
che anziché starsene a casa a guardare la tv escono e vengono ad
ascoltarti e farti domande. Finchè ci saranno loro, saremo
condannati a scrivere libri.
A Claudio Metallo è stato
chiesto come si sia documentato sul traffico di cocaina
internazionale.
Molti dati sono disponibili su libri di
divulgazione (come quello di Gratteri): volevo far capire come il
traffico fosse pervasivo dal punto di vista economico.
Dietro c'è un guadagno incredibile,
poiché la coca purissima importata dal sudamerica viene tagliata
più volte: ma dove finisce questa ricchezza? Nelle banche, nelle
aziende in crisi. Non nella Calabria dove ancora si trovano paesi
senza strade.
Quello che ha voluto raccontare è il
desiderio dell'accumulazione di ricchezze, l'avidità, la questione
economica. Alla fine perché queste persone, come il protagonista del
suo noir, arrivano a spacciare, a trattare droga? Per i soldi.
Soldi che danno ricchezza, ma dove si
rischia di morire a trent'anni per un colpo di pistola. E questa è
una cosa che fa riflettere.
Antonio Fusco- il metodo della
Fenice: è la storia di una rinascita.
Perché questo titolo? Il cattivo della
storia crede di essere il messia, e la Fenice è un esempio di Fenice
cristiana, per la sua resurrezione.
La sfida di fondo del libro è tra
questo personaggio e il commissario Casabona e la sua squadra.
Il luogo dei suoi romanzi, Valdenza,
non esiste: la città descritta è in realtà Pistoia, la zona
dell'appennino che sta attorno, dove si trova veramente una comunità
degli elfi.
Ho voluto rappresentare la toscanità
con un paese che non esiste, come Camilleri con Vigata.
Paolo Restuccia: ho scelto
Trieste perché è bella, mi piace ambientare le storie in luoghi
precisi, che siano riconoscibili. L'ho ambientata a Trieste anche se
non la conoscevo: avevo bisogno di una ambientazione che scuotesse
scrivendolo e lo stesso per il lettore.
Chi arriva la prima volta a Trieste e
vede per la prima volta piazza di unità d'Italia, sembra piazza
Venezia a Roma e la prima cosa che dici è “oooh”!
Questo ci distingui dagli animali.
Restuccia ha voluto svelarci un mistero: Jessica
Fletcher è una serial killer. Arriva in un posto e poco dopo viene
ucciso qualcuno. Lei conduce le indagini e arriva al colpevole, che
si dichiara innocente.
Nicoletta Sipos, La promessa del
tramonto Garzanti
Silvia Avanzato, Anemone al buio,
Fazi
Modera Antonella Bavetta
Cosa hanno in comune le due storie: il
buio. Cosa succede nel buio?
In Anemone al buio, la
protagonista a seguito di un incidente perde la vista e la memoria.
Deve fidarsi, al risveglio delle persone che ha a fianco, nella
stanza dell'ospedale.
Quando l'ho scritto, pensavo al
comodino di queste camere dove, nel primo cassetto, nascondiamo le
cose che non vogliamo mangiare, dove teniamo il telefono per sentire
gli affetti.
Mia nonna vive una vita del genere.
Nicoletta Sipos – la promessa
del tramonto.
Il protagonista si trova rinchiuso con
due donne in un spazio ristretto: siamo nel 1951, in Ungheria e il
medico si è messo contro la politica di Stalin. Sta scappando da
Budapest verso Vienna per arrivare poi in Italia, dove vorrebbe
raggiungere i figli.
Rinchiusi nello spazio, i personaggi
ripensano alla loro vita: nel ricordo della sua vita, il medico
ripercorre la sua vita.
Silvia Avanzato: alla mia
protagonista ho tolto tutto, la vista e la bellezza. E ora è
costretta a dare fiducia delle persone che ha a fianco al letto e
inizia a farsi delle domande. Ma quello è il mio fidanzato? Questa è
la mia amica?
Col tempo, inizia ad acquistare la
vista e alcuni sprazzi di luce, inizia a comprendere il mondo che ha
attorno.
La storia raccontata da Nicoletta Sipos
è quella vera dei suoi genitori. Scappati dall'Ungheria per sfuggire
al regime e che tante volte nel passato avevano chiesto a Nicoletta
di scrivere della loro vita. Per anni si era rifiutata per cambiare
idea dopo che l'Ungheria ha chiuso le frontiere nei confronti dei
migranti (dimostrando come la storia del passato non abbia insegnato
nulla). Da qui il libro: una storia per ricordarci da dove veniamo,
per me e per i miei nipoti.
Cosimo Argentina, l'umano sistema
fognario, Manni
Antonio Zamberletti, Cascina smorta,
Runa
Filippo Fornari, Omicidio all'Isola,
nevrotico erotico blues, Todaro
Modera Marco Proserpio
Un viaggio nella geografia: partiremo
da Taranto, passeremo da Milano la metropoli, fino ad una cascina che
non è solo una cascina.
Per raccontare del male che sembra
essere arrivato dappertutto.
Cosimo Argentino racconta di
Taranto e di gente così alienata che sembra quasi normale, gente che
ha troppo e che ha bisogno delle persone che hanno poco per avere
ancora di più ...
Il protagonista Emiliano è un
disadattato, una persona sfortunata sin dalla nascita: nasce da una
relazione extra coniugale, cresciuto da una ragazza madre. Vive coi
sussidi come una persona border line che macina tutto il rancore che
la vita l'ha sottoposto.
L'umano sistema fognario è un romanzo
con tanti delitti e quasi nessuna indagine: un noir, un romanzo di
formazione, una storia d'amore anche.
Antonio Zamberletti : che mondo
è cascina smorta?
Un luogo che esiste in ciascuno di noi
di chi ha vissuto in una immaginaria provincia degli anni '70, sperso
nella campagna nel centro nord Italia.
In un paesotto volutamente non
precisato: la cascina è un luogo segreto dove i ragazzini passavano
le giornate.
Nel libro c'è un serial killer e c'è
anche un investigatore, il capo della Mobile: disilluso, con un
cinismo esistenziale, con delle illusioni dell'infanzia che si sono
trasformate in delusioni.
Torna nella sua città quando torna a
colpire anche il serial killer che pensava fosse scomparsa.
L'indagine odierna chiude così il
cerchio di tante storie del passato.
Filippo Fornari: Delitto all'isola è
un giallo ambientato a Milano, con un protagonista che si chiama
Curzio Malanotte, che è aspirante suicida. Non un suicidio
qualsiasi, ma un suicidio sociale.
Decide di ribellarsi alla sua famiglia,
alla moglie, ai figli, al buonismo con cui ha vissuto, quando la
figlia più piccola scompare:
prima di andarmene- si dice - devo fare qualcosa per cui la gente si
ricorderà di me. Come atto di ribellione gira di notte, frequenta
prostitute, per scuotere la differenza della famiglia.
Storia è
raccontata secondo il registro comico grottesco: i protagonisti della
storia sono gli abitanti di questa Milano notturna e mi sono
divertito a descriverli.
Cosimo
Argentina ha raccontato di Taranto, una città inquinata di gente
inquinata: una città estrema, sacrificata al Dio produzione,
dell'Ilva, Eni, Cementir, marina militare, tutto assieme.
Il protagonista
vede la gente che si muove ossessionata dal possesso e dal successo,
compiendo gesti assurdi. E anche Emiliano deve compiere gesti assurdi
per non perdere quei pochi soldi dei sussidi. Per Emiliano la vita è
così una fogna, dove vie come un animale ferito.
Taranto come
periferia di un paese che si crede potenza mondiale ma che sta
sprofondando nella periferia del mondo. E di periferie parlano anche
gli altri due libri.
Antonio
Zamberletti con la sua esperienza nel quartiere Monfalcone, con la
differenza tra legalità e giustizia nelle periferie.
Filippo Fornari
ha raccontato del quartiere Isola che ha subito le maggiori
trasformazioni in questi anni, per mano dei grandi architetti.
Così nel suo
libro emerge la Milano in evoluzione, con i cantieri che tiravano sù
la Milano bella per Expo, in contrasto con la prostituzione e con le
prostitute che battono nelle zone dei cantieri.
Contrapposizione
della Milano dei ricchi e di quelli che vivono sotto i ponti.
La Milano
“capitale morale” fa solo di sottofondo all'altra.
Buona lettura!!!!
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