26 ottobre 2016

Una sera con Daniele




"L'idea di essere pagati a consegna [a cottimo] spinge ad andare più veloce, a prendere più rischi".

Così parla Daniele, rider di Foodora a Torino: sembra di essere tornati ai tempi di Lulù, il protagonista di La classe operaia va in paradiso.
“Un pezzo, un culo, un pezzo, un culo” ...

Daniele in 4 ore ha fatto 10 consegne percorrendo 35 km.
Con la sua bici e il suo smartphone (ma dopo le proteste l'azienda ha stipulato una convenzione con un'azienda che ripara le bici, che consente uno sconto del 50%).
Ha una laurea in storia e, almeno fino a novembre, questo lavoro che, dopo il servizio, difficilmente gli verrà rinnovato.

Il film di Elio Petri finiva Lulù che lavora ad una catena di montaggio rumorosa, intento a raccontare ai compagni di un sogno in cui tutti gli operai sfondavano un muro ed entravano in paradiso.
chissà cosa sogna la sera uno come Daniele.

Anni fa il libro di Michela Murgia "Il mondo deve sapere" aveva scoperchiato il mondo dei call center, i soprusi, le piccole storie di schiavitù.
E oggi, che sappiamo di nuovi schiavi a cottimo nel mondo dei call center, nelle consegne, perfino nel mondo del giornalismo, non abbiamo nemmeno più alibi.
Stiamo allevando una generazione di schiavi, senza nemmeno una fabbrica, senza il miraggio del progresso, del futuro.

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