06 ottobre 2016

Se voti no non cambia niente

Hai voglia a spaventare la gente con il babau della Brexit, il terrorismo, gli investitori in fuga.
Il paese, quello che non vive sempre sui sociale, vive in una realtà i cui problemi non verranno risolti né da questa riforma né dalla legge elettorale.

Dice Benigni: "Ma ti immagini il giorno dopo che vince il no? Il morale? Peggio della Brexit".
Almaviva annuncia 2500 esuberi (per colpa delle esternalizzazioni del servizio di call center) nonostante gli accordi di pochi mesi fa con ministero e sindacati.
General Electric ne prevede solo 106, a Milano (nonostante abbia preso fondi pubblici per investimenti nel settore della ricerca del gas.

In Sardegna i lavoratori della Alcoa sono in presidio perenne e se non ci fosse Gazebo che ne parla, sarebbero finiti nel dimenticatoio.
Come gli intossicati di Taranto, per i veleni dell'Ilva.
O quelli di Gela, per la raffineria dell'Eni.

Chissà se arriveranno al giorno dopo in condizioni peggiori le persone colpite dal terremoto di agosto in centro Italia.

I fondi stanziati per la messa in sicurezza del territorio sono "solo" 74 milioni a fronte dei miliardi promessi: se si inaugurano cantieri è solo per farsi qualche spot per il si, come a Genova.

Disinteressati al giorno dopo saranno anche i voucheristi italiani, persone pagate con buoni da qualche euro che in questi ultimi due anni, grazie alla riforma Fornero e al jobs act sono esplosi del 200% (dal 2014). Come potrebbe peggiorare la loro vita col no alla riforma, riesce a spiegarmelo signor Benigni?
E i dipendenti nel settore bancario? ABI (e Renzi stesso) parlano di migliaia di esuberi, gente da accompagnare alla pensione o da mantenere col fondo di sussidiarietà.
A cui mancano tra 100 e 200 ml di euro per "per agevolare le uscite chieste da governo e Banca d’Italia, e sempre più impellenti a causa della rivoluzione tecnologica che sta investendo il settore".

Ecco, che succede a queste persone se si vota no? Non cambia niente. E nemmeno se si votasse si.
Anzi.

Fino ad oggi potevo esprime un voto per eleggere un senatore.
Se voti no non cambia niente.
Fino ad oggi se un consigliere regionale spendeva soldi pubblici per spese personali rischiava processo e condanna.
E se voti no magari non cambia niente.
Fino ad oggi le regioni potevano opporsi ai progetti strategici calati dall'alto da Roma (con tutti i problemi che sappiamo per il costo e gli abusi dei contenziosi).
Come Tempa Rossa o come la mega discarica dei rifuti nucleari di Scanzano.
Se voti no magari non cambia niente.

State sereni signori del si.
Gli italiani in difficoltà per la crisi non sentiranno differenza il 5 dicembre.
Qualunque cosa succeda.

PS: interessante l'articolo di Gilioli che "entra nel merito" della questione dei poteri del premier. Aumentano o rimangono uguali ad ora?
Dipende, è la risposta onesta.

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