Si chiamavano Russolo, Boccioni, Funi,
Erba, Marinetti, Bucci, Sant'Elia, Sironi, erano esponenti del
movimento futurista, architetti, poeti, musicisti. Con le loro opere
scombussolarono il mondo, scandalizzarono i benpensati, andarono a
cercare nuove strade per immagina l'arte.
Erano a favore dell'entrata in guerra,
così decisero di presentarsi come volontari per andare al fronte,
nella guerra del 15 – 18, nel Battaglione Lombardo Ciclisti
Automobilisti.
Non sempre ben visti dai soldati
richiamati al fronte, dai soldati di carriera e dagli ufficiali:
questi borghesi che non avevano mai impugnato un'arma (se non quella
dell'arte), erano poco ligi alla disciplina e all'ordine.
Sono loro i protagonisti dell'ultimo
romanzo storico di Gianni Biondillo, un omaggio a uno di questi
artisti, l'architetto comasco Antonio
Sant'Elia.
In questo brano, assieme al compositore
Luigi Russolo
, al pittore
Umberto Boccioni e al poeta Filippo
Tommaso Marinetti alle prese con un dialogo futurista, sotto le
bombe.
Il piombo volava sulle loro teste da sponda a sponda del lago. Otto chilometri di volo di proiettili da 149mm, quaranta chilogrammi di peso per proiettile, un colpo ogni tre minuti. Dalla partenza al bersaglio, 27 secondi di rombo. E l'eco, dalla valle, cinque secondi dopo.
«Dovremmo rivedere le mie teorie rumoriste» disse ai presenti.«Vuoi portarti un cannone in teatro?» chiese Antonio, scherzoso.Russolo ascoltava estasiato il bombardamento. «Il ritmo, lo sentite? Il sibilo, la deflagrazione. C'è un passo preciso, una cadenza.»Sui rami il cinguettare delle capinere sembrava dialogasse con le esplosioni. Sant'Elia indicò un ramo: «La lotta fra passatismo e futurismo» disse provocando.«No, no... » s'intromise Boccioni. «E' un cannoneggiante idillio.»«Una contrapposizione paratattica di realtà estranee» conclude Marinetti. «Eppure contemporanee.»Non era raro che qualche volontario restasse ad ascoltare questo gruppo di matti. Non capivano molto dei loro discorsi astrusi, ma restavano affascinati da come riuscissero a trasfigurare una situazione così greve in qualcosa di affascinante. Meraviglioso, anzi.«Di che parlate?» Il caporale Colombo era uno di questi. In quel mentre passò un aereo di ricognizione nemico. «E questo? Lo sentite?» chiese entusiasta Russolo. Si mosse in avanti con lo sguardo al cielo. Tutti alzarono gli occhi.«Sarà a tremila metri» disse Sant'Elia.«Lui è più lontano del suo stesso suono» replicò Russolo.
«Il suono è il ricordo dinamico dell'aereo in volo» riprese Boccioni. «La sua continuità nello spazio.»«Tu li capisci?» chiese un volontario al caporale.«Nepure una parola» rispose l'altro, sottovoce.
Come
sugli albero le foglie, di Gianni Biondillo – Guanda
editore
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