Questa sera due inchieste dal respiro mondiale: la prima riguarda il nuovo mondo creato dalle grandi città sempre più connesse tra di loro, tanto da formare un nuovo continente che passa sopra i confini degli stati nazionali.
"Nel mondo quattro miliardi di persone vivono nelle grandi città. Nel mondo cinquantottomila miliardi di dollari è la ricchezza prodotta dalle grandi città. Nel mondo le capitali più avanzate dialogano tra loro. Stanno formando un nuovo continente e la partita passa in mano ai sindaci".
Sono le grandi città nel mondo, da Milano a New York, che si scambiano idee, progetti, soldi, per generare nuovi flussi di ricchezza.
Nel servizio di Michele Buono si parlerà di New York che parla con Nairobi e di Milano, Torino e Genova potrebbero condividere le loro risorse: gli aeroporti, le stazioni collegate in un unico hub per i trasporti.
Il tecnopolo degli umanoidi di Genova che lavora assieme al tecnopolo di Milano (che sorgerà sulle aree dell'Expo) per portare avanti il progetto di mappatura del genoma umano, nella lotta sui tumori.
Mettere a sistema le università, i centri di ricerca, per attrarre risorse e realizzare qui la nostra silicon valley.
Tutto questo a patto che il governo trovi veramente i soldi per il dopo Expo (per rimpinguare le casse) e che risolva tutti i dubbi emersi dalla comunità scientifica sull'affidamento del polo all'IIT di Cingolani (dubbi che sono stati raccontati in una recente puntata di Presa diretta).
La scheda del servizio: La nuova geografia di Michele Buono (in collaborazione di Andrea De Marco e Filippo Proietti)
Nascono nuovi continenti ma non sono rappresentati sulle carte geografiche. Si tratta di confini virtuali e lo spazio è quello della rete globale delle città connesse. Un viaggio da Nairobi, attraverso Milano, Torino e Genova, passando per la Francia e la Germania verso New York per tracciare la mappatura di una nuova infrastruttura economica. La parte principale della ricchezza è prodotta negli spazi urbani che, grazie alle nuove tecnologie e alle politiche di inclusione sociale, superano confini, distanze e aggregano anche coloro che vivono nei posti più svantaggiati del globo. È una rivoluzione che passa sopra la testa della politica che ragiona ancora per trattati economici tra nazioni. Ora il gioco passa nelle mani di chi amministra gli enti locali. Si sta costruendo una sorta di arca virtuale, e chi non riuscirà a salire a bordo rimarrà tagliato fuori dalle grandi relazioni economiche. Solo gli amministratori più illuminati lo capiscono, si inseriscono nel flusso mettendo in piedi le infrastrutture adeguate, trovano le risorse e favoriscono la crescita, quella che serve a tutti.L'anteprima su Reportime
Cina compact, di Giuliano Marrucci
La via cinese al superamento della crisi mondiale e gli investimenti in paesi africani, dove stanno costruendo città, strade, ferrovie, porti: in una Europa dove si chiudono i ponti, si alzano le barriere, la Cina sta attuando la sua politica economica di investimenti (di stato) sia in Europa (hanno investito anche qui in Italia con l'ingresso nella Pirelli) che nel continente africano.
E tutto questo ha anche degli impatti sui flussi migratori da questi paesi verso la civile Europa: mentre qui si discute di migration compact e di "aiutiamoli a casa loro", la Cina si sta già muovendo in questo senso.
Mentre l'Europa continua a dividersi sul migration compact e a tirare su i muri tra nazioni, chi investe davvero in Africa sono i cinesi: dai grandi contractor di proprietà dello stato, ai piccoli imprenditori privati. È un nuovo modello di cooperazione che decreta la fine del vecchio e superato modello delle ong. L'occidente li accusa di politiche neocoloniali, mentre loro costruiscono strade, ferrovie, porti, aree industriali e intere città. È parte della nuova via della seta, il megaprogetto lanciato tre anni fa dal presidente Xi Jinping, che vede nella costruzione di infrastrutture praticamente ovunque tra l'Europa e la Cina, la via cinese dell'uscita dalla crisi economica globale e un contributo concreto al contenimento dei flussi migratori che dall'Africa investono l'Italia.Onore al merito: il consigliere di Giorgio Mottola
Dopo il venditore di scarpe diventato commissario dell'ente che si occupa di prestiti nel settore agricolo.
Dopo il dirigente alle poste che è anche fratello del ministro Alfano.
Dopo il rappresentante a Bruxelles del ministero della Salute, nel passato indagato per corruzione e poi prescritto.
Un altro caso di merito all'italiana.
L'avvocato che diventa consigliere Istituto Nazionale dei Tumori.
Si chiama Antonio Gentile, è figlio del senatore NCD Andrea Gentile, dello stesso partito del ministro (senza laurea) della sanità Lorenzin.
Non lamentiamoci poi se i nostri migliori cervelli se ne vanno all'estero..
E qui mi ricollego al primo servizio di Michele Buono: possiamo fare tutti i poli che vogliamo, tra Milano e Genova. Ma dobbiamo anche selezionare il merito, dei dirigenti delle strutture di ricerca.
Due anni fa la notizia fece scalpore. Il direttore del quotidiano L'Ora della Calabria ricevette pesanti minacce dal suo editore quando provò a pubblicare la notizia delle indagini a carico di un giovane avvocato calabrese, finito nel mirino della Procura di Cosenza per una storia di consulenze false con l’Asl locale, Andrea Gentile, figlio di Antonio, parlamentare del Nuovo Centrodestra, all'epoca fresco di nomina a sottosegretario alle Infrastrutture. Pur di non far pubblicare la storia, vennero bloccate le rotative. Ma nel momento in cui il direttore del giornale denunciò tutto, scoppiarono polemiche così pesanti da costringere il sottosegretario Gentile a dimettersi.Trascorsi due anni, il padre, Antonio, è stato nominato sottosegretario allo Sviluppo Economico, il figlio Andrea è stato indicato dal ministro Beatrice Lorenzin come membro del Cda dell’Istituto Nazionale dei Tumori, il quinto centro a livello europeo. Abbiamo sottoposto il suo curriculum a due luminari dell'oncologia italiana per sapere se il figlio del sottosegretario ha competenze sufficienti per ricoprire questo incarico.
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